martedì 13 settembre 2016

The Neversleeping Eye - Sessione 22: La Morte con i Sonagli (Parte 2)



La sabbia inizia a scorrere sulle teste dei personaggi, riempiendo lentamente la stanza in cui sono rimasti sigillati. Un rapido calcolo di Saman gli fa intuire che avranno tempo al massimo un’ora, dopodiché rimarranno sommersi dall’ondata di sabbia. I tre ricorsori si danno un tempo limite di quaranta minuti per trovare il modo di uscire, dopodiché ci sarà un’unica possibilità di salvezza: traslare verso un’altra ricorsione.

Cominciano esaminando l’ambiente circostante, ma non trovano dettagli che gli lascino intuire da questa brutta situazione. L’uscita è stata bloccata da un lastrone di pietra caduto dall’alto, e la porta che conduce nella stanza successiva è sigillata. Esaminando quest’ultima, scoprono che le ante di pietra non sono perfettamente attigue ed è possibile vedere un chiavistello sigillato dall’altro lato. Tramite un preciso utilizzo di alcuni lembi di stoffa e delle capacità psicocinetiche di Saman, il gruppo riesce, dopo alcuni tentativi, a infilare la stoffa nella fessura e utilizzarla per sfilare il chiavistello, aprendo la porta.
Nel momento in cui ciò accade, la sabbia (che aveva ormai invaso una metà buona della stanza) smette di scorrere. Dall’altro lato è presente una stanza senza uscite, il cui unico ornamento è una statua della Morte con i Sonagli dotata di un pianale su cui sono poggiati diversi oggetti, che in breve si rivelano essere dei crypto (uno dei quali sarà molto utile fra poco).

Non ci sono altre uscite, né pare che dall’interno ci sia modo di sbloccare il lastrone di pietra caduto dall’alto tramite un sistema di carrucole e contrappesi (che il gruppo non vede bene, ma intuisce che sia presente).

I dubbi e le proposte su come uscire da quella prigione continuano per diverso tempo, e per ogni minuto che perdono all’interno, l’esercito di Ydra Vyke si fa sempre più vicino.
Alla fine comprendono che forse l’unico modo per uscire da lì è tramite uno dei crypto appena trovati: un esplosivo a inversione di gravità. Saman lancia il cristallo psichico nei pressi del lastrone appena caduto: il suo effetto inverte la gravità nel raggio di 30 metri, facendo precipitare il lastrone di pietra verso l’alto… ma anche i personaggi, che non hanno avuto l’accortezza di fissarsi al pavimento!

Prendono una botta considerevole, ma l’uscita (a quasi 8 metri sopra di loro) è libera! Riescono ad arrampicarsi con agilità, trovandosi rivolti al contrario sulla porta, e intenti ad osservare la parte centrale del tempio davanti a loro. La gravità è invertita anche lì, e quando l’effetto dell’esplosivo terminerà loro si troveranno scagliati al suolo e con un minaccioso lastrone di pietra di diverse tonnellate pronto a schiacciarli.

Saman usa i suoi poteri telecinetici per far volare Hennor oltre il raggio del crypto: sono praticamente sicuri che nella sala degli ingranaggi già visitata in precedenza (vedete la Parte 1) ci sia modo di bloccare il meccanismo del lastrone.
Hennor inizia una folle corsa contro il tempo, giungendo alla sala degli ingranaggi solo pochi istanti prima che il lastrone cada… e trovandosi davanti alla minacciosa Morte con i Sonagli.
Il vecchio fa uno scatto felino impensabile e le sguscia di fianco, arrivando al macchinario. Intuisce rapidamente quale possa essere la leva di disattivazione del meccanismo e la tira…

…in quel momento, la gravità torna normale. Saman e Tarot si trovano scagliati al suolo, il lastrone di pietra precipita verso di loro… e si blocca a mezz’aria, fermato dalla catena di sicurezza. Questa volta c’è mancato veramente poco.
Ma non fanno in tempo a rialzarsi, perché lei è lì: la Morte con i Sonagli li attacca con una furia inaudita, mantenendo sempre un’espressione serafica sul suo bel volto.
Saman e Tarot sono costretti a difendersi al meglio delle loro possibilità, mentre Hennor sopraggiunge bersagliandola con diversi impulsi psichici. Tarot, tramite un crypto di impulso magnetico, riesce a prendere il possesso della sua spada e a usarla contro di lei. La cosa pare funzionare, ma la misteriosa donna pare non volere mollare la spada a nessun costo… un fatto molto strano.

Il combattimento è durissimo, i personaggi vengono molto provati, ma alla fine riescono a dare il colpo di grazia alla donna, che si dissolve in un tripudio di ombre oleose. In quel momento, al centro del lago nero che costituisce la parte centrale del tempio, si accende una luce pulsante simile a un lume.

Nonostante siano feriti, il gruppo approfitta del momento di tranquillità per esplorare il corpo centrale del tempio, scoprendo che le stanze sono almeno una decina: ne esplorano alcune, rinvenendo una stanza contenente dei vecchi strumenti musicali e un’altra dove dei cristalli psichici risucchiano lentamente le forze mentali di chi si ferma troppo a lungo.

Riescono alla fine a trovare un lungo corridoio serpeggiante che porta a nord, giungendo in una stanza dove degli obelischi di cristallo intarsiati di bronzo pulsano di energia brillante. Quando il gruppo mette piede nella stanza, si manifestano delle entità psichiche degli antichi sacerdoti del tempio, delle evanescenti figure composte di luce. Osservano il gruppo con malignità e dichiarano che vogliono risucchiare le loro energie, perché sono colpevoli di aver profanato il tempio della Morte con i Sonagli.

Qui hanno grande utilità le (scarse, ma per una volta utili) capacità diplomatiche di Saman, che riesce a convincere i sacerdoti a lasciarli passare, in quanto sta per arrivare un esercito molto più grande da cui nutrirsi. Dai sacerdoti scoprono anche che la Morte con i Sonagli non è altro che l’emanazione psichica della prima sacerdotessa del tempio, divenuta predatrice e avatar della loro antica divinità della morte.

Il gruppo non perde altro tempo: abbandona i sacerdoti, giungendo a quella che pare essere l’uscita del tempio: una enorme porta di bronzo sbarrata e dotata di un complesso meccanismo di attivazione. Immediatamente intuiscono che la sala degli ingranaggi potrebbe servire ad uscire anche da questa situazione…
In una stanza adiacente trovano delle pitture che narrano la storia della Prima Sacerdotessa: ha compiuto suicidio rituale con una spada sacra, divenendo un avatar di pura energia psichica in grado di generare potenti corpi fisici. Un passaggio segreto nei pressi di questa stanza li riconduce al corpo centrale del tempio, a poca distanza dalla sala degli ingranaggi.
Il gruppo si lancia alla carica, ma il suono dei sonagli è di nuovo presente nell’aria… in men che non si dica, la Morte con i Sonagli ricompare: l’immortale entità psichica ha avuto tempo per generare un nuovo corpo di carne.

Il combattimento con i personaggi è furioso: Tarot viene afferrato per il collo e spinto a fondo nella vasca di acqua nera, dove rischia di soffocare. Gli impulsi psichici infliggono qualche danno alla donna, Tarot la ferisce combattendo alla cieca, ma il combattimento viene terminato da Saman che la blocca a mezz’aria con la sua stretta psicocinetica e le toglie la spada di mano.
Non appena il contatto psichico tra le due entità scompare, la creatura si dissolve (spada compresa, nient’altro che un’emanazione psichica anch’essa) e la luce ricompare all’interno del tempio: la Prima Sacerdotessa ha già iniziato a generare un nuovo corpo.

Non c’è tempo da perdere: il gruppo si precipita all’uscita, trovandola spalancata. La Morte con i Sonagli continuerà a infestare il tempio, probabilmente dando grossi problemi all’esercito in avvicinamento.
Dopo una scalinata che pare infinita, il gruppo sente del vociare da sopra di loro: al di là di una grata metallica, si trova un’enorme caverna che ospita la colonia di Rawan.

Dopo due intere sessioni in un mortale dungeon, il gruppo si è guadagnato la libertà! Ma l’esercito di dementi di Ydra sta giungendo, e un altro combattimento si preannuncia all’orizzonte…

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