La
sabbia inizia a scorrere sulle teste dei personaggi, riempiendo lentamente la
stanza in cui sono rimasti sigillati. Un rapido calcolo di Saman gli fa intuire
che avranno tempo al massimo un’ora, dopodiché rimarranno sommersi dall’ondata
di sabbia. I tre ricorsori si danno un tempo limite di quaranta minuti per
trovare il modo di uscire, dopodiché ci sarà un’unica possibilità di salvezza:
traslare verso un’altra ricorsione.
Cominciano
esaminando l’ambiente circostante, ma non trovano dettagli che gli lascino
intuire da questa brutta situazione. L’uscita è stata bloccata da un lastrone
di pietra caduto dall’alto, e la porta che conduce nella stanza successiva è
sigillata. Esaminando quest’ultima, scoprono che le ante di pietra non sono
perfettamente attigue ed è possibile vedere un chiavistello sigillato
dall’altro lato. Tramite un preciso utilizzo di alcuni lembi di stoffa e delle
capacità psicocinetiche di Saman, il gruppo riesce, dopo alcuni tentativi, a
infilare la stoffa nella fessura e utilizzarla per sfilare il chiavistello,
aprendo la porta.
Nel
momento in cui ciò accade, la sabbia (che aveva ormai invaso una metà buona
della stanza) smette di scorrere. Dall’altro lato è presente una stanza senza
uscite, il cui unico ornamento è una statua della Morte con i Sonagli dotata di
un pianale su cui sono poggiati diversi oggetti, che in breve si rivelano
essere dei crypto (uno dei quali sarà molto utile fra poco).
Non
ci sono altre uscite, né pare che dall’interno ci sia modo di sbloccare il
lastrone di pietra caduto dall’alto tramite un sistema di carrucole e
contrappesi (che il gruppo non vede bene, ma intuisce che sia presente).
I
dubbi e le proposte su come uscire da quella prigione continuano per diverso
tempo, e per ogni minuto che perdono all’interno, l’esercito di Ydra Vyke si fa sempre più vicino.
Alla
fine comprendono che forse l’unico modo per uscire da lì è tramite uno dei
crypto appena trovati: un esplosivo a inversione di gravità. Saman lancia il
cristallo psichico nei pressi del lastrone appena caduto: il suo effetto
inverte la gravità nel raggio di 30 metri, facendo precipitare il lastrone di
pietra verso l’alto… ma anche i personaggi, che non hanno avuto l’accortezza di
fissarsi al pavimento!
Prendono
una botta considerevole, ma l’uscita (a quasi 8 metri sopra di loro) è libera!
Riescono ad arrampicarsi con agilità, trovandosi rivolti al contrario sulla
porta, e intenti ad osservare la parte centrale del tempio davanti a loro. La
gravità è invertita anche lì, e quando l’effetto dell’esplosivo terminerà loro
si troveranno scagliati al suolo e con un minaccioso lastrone di pietra di
diverse tonnellate pronto a schiacciarli.
Saman
usa i suoi poteri telecinetici per far volare Hennor oltre il raggio del
crypto: sono praticamente sicuri che nella sala degli ingranaggi già visitata
in precedenza (vedete la Parte 1) ci sia modo di bloccare il meccanismo del
lastrone.
Hennor
inizia una folle corsa contro il tempo, giungendo alla sala degli ingranaggi
solo pochi istanti prima che il lastrone cada… e trovandosi davanti alla
minacciosa Morte con i Sonagli.
Il
vecchio fa uno scatto felino impensabile e le sguscia di fianco, arrivando al
macchinario. Intuisce rapidamente quale possa essere la leva di disattivazione
del meccanismo e la tira…
…in
quel momento, la gravità torna normale. Saman e Tarot si trovano scagliati al
suolo, il lastrone di pietra precipita verso di loro… e si blocca a mezz’aria,
fermato dalla catena di sicurezza. Questa volta c’è mancato veramente poco.
Ma
non fanno in tempo a rialzarsi, perché lei è lì: la Morte con i Sonagli li
attacca con una furia inaudita, mantenendo sempre un’espressione serafica sul
suo bel volto.
Saman
e Tarot sono costretti a difendersi al meglio delle loro possibilità, mentre
Hennor sopraggiunge bersagliandola con diversi impulsi psichici. Tarot, tramite
un crypto di impulso magnetico, riesce a prendere il possesso della sua spada e
a usarla contro di lei. La cosa pare funzionare, ma la misteriosa donna pare
non volere mollare la spada a nessun costo… un fatto molto strano.
Il
combattimento è durissimo, i personaggi vengono molto provati, ma alla fine
riescono a dare il colpo di grazia alla donna, che si dissolve in un tripudio
di ombre oleose. In quel momento, al centro del lago nero che costituisce la
parte centrale del tempio, si accende una luce pulsante simile a un lume.
Nonostante
siano feriti, il gruppo approfitta del momento di tranquillità per esplorare il
corpo centrale del tempio, scoprendo che le stanze sono almeno una decina: ne
esplorano alcune, rinvenendo una stanza contenente dei vecchi strumenti
musicali e un’altra dove dei cristalli psichici risucchiano lentamente le forze
mentali di chi si ferma troppo a lungo.
Riescono
alla fine a trovare un lungo corridoio serpeggiante che porta a nord, giungendo
in una stanza dove degli obelischi di cristallo intarsiati di bronzo pulsano di
energia brillante. Quando il gruppo mette piede nella stanza, si manifestano
delle entità psichiche degli antichi sacerdoti del tempio, delle evanescenti
figure composte di luce. Osservano il gruppo con malignità e dichiarano che
vogliono risucchiare le loro energie, perché sono colpevoli di aver profanato
il tempio della Morte con i Sonagli.
Qui
hanno grande utilità le (scarse, ma per una volta utili) capacità diplomatiche
di Saman, che riesce a convincere i sacerdoti a lasciarli passare, in quanto
sta per arrivare un esercito molto più grande da cui nutrirsi. Dai sacerdoti
scoprono anche che la Morte con i Sonagli non è altro che l’emanazione psichica
della prima sacerdotessa del tempio, divenuta predatrice e avatar della loro
antica divinità della morte.
Il
gruppo non perde altro tempo: abbandona i sacerdoti, giungendo a quella che
pare essere l’uscita del tempio: una enorme porta di bronzo sbarrata e dotata
di un complesso meccanismo di attivazione. Immediatamente intuiscono che la
sala degli ingranaggi potrebbe servire ad uscire anche da questa situazione…
In
una stanza adiacente trovano delle pitture che narrano la storia della Prima
Sacerdotessa: ha compiuto suicidio rituale con una spada sacra, divenendo un
avatar di pura energia psichica in grado di generare potenti corpi fisici. Un
passaggio segreto nei pressi di questa stanza li riconduce al corpo centrale
del tempio, a poca distanza dalla sala degli ingranaggi.
Il
gruppo si lancia alla carica, ma il suono dei sonagli è di nuovo presente nell’aria…
in men che non si dica, la Morte con i Sonagli ricompare: l’immortale entità
psichica ha avuto tempo per generare un nuovo corpo di carne.
Il
combattimento con i personaggi è furioso: Tarot viene afferrato per il collo e
spinto a fondo nella vasca di acqua nera, dove rischia di soffocare. Gli
impulsi psichici infliggono qualche danno alla donna, Tarot la ferisce
combattendo alla cieca, ma il combattimento viene terminato da Saman che la
blocca a mezz’aria con la sua stretta psicocinetica e le toglie la spada di
mano.
Non
appena il contatto psichico tra le due entità scompare, la creatura si dissolve
(spada compresa, nient’altro che un’emanazione psichica anch’essa) e la luce
ricompare all’interno del tempio: la Prima Sacerdotessa ha già iniziato a
generare un nuovo corpo.
Non
c’è tempo da perdere: il gruppo si precipita all’uscita, trovandola spalancata.
La Morte con i Sonagli continuerà a infestare il tempio, probabilmente dando
grossi problemi all’esercito in avvicinamento.
Dopo
una scalinata che pare infinita, il gruppo sente del vociare da sopra di loro:
al di là di una grata metallica, si trova un’enorme caverna che ospita la
colonia di Rawan.
Dopo
due intere sessioni in un mortale dungeon, il gruppo si è guadagnato la
libertà! Ma l’esercito di dementi di Ydra sta giungendo, e un altro
combattimento si preannuncia all’orizzonte…
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