domenica 17 ottobre 2010

Kebab Tonight


Evento: Sono andato ad un kebabbaro in centro, mi sono fatto fare un kebab con tutto (tranne l’insalata rossa) da portare via, l’ho pagato e me lo sono mangiato. Ma non mi ero accorto che il kebabbaro aveva messo dentro anche le patatine fritte. Poco male, va bene lo stesso.

Lo stesso evento, vissuto da: Jules Winnfield (Samuel L. Jackson nel film Pulp Fiction).
Come ti stavo dicendo, ero appena uscito da quel cazzo di bar. Era notte fonda e avevo una fame fottuta. Avevo fumato troppo, bevuto troppo e il mio stomaco si stava lamentando di tutta la merda liquida che gli avevo fatto ingerire. Era troppo tardi per trovare qualche posto aperto, così mi metto a girovagare cominciando a pensare che avrei dovuto tornarmene a casa a stomaco vuoto e riscaldarmi gli avanzi del pranzo del giorno prima. Poi la vedo, in fondo alla strada, un’insegna luminosa ancora accesa. Doner kebab, uno di quei posti più sporchi della cucina di un Burger King che si trovano abbastanza spesso in Italia. Qui in America non ce li abbiamo, lì in Italia sì. Ma in Italia la gente è abbastanza strana, sono di quelli con il sistema metrico decimale, e vanno avanti a bere cappuccino e a mangiare spaghetti tutto il giorno. Lo sai che ci mettono sugli spaghetti? La salsa di pomodoro. Non il ketchup, ma la salsa di pomodoro! Assurdo vero? Comunque, come ti stavo dicendo, entro in questo postribolo grosso come lo sgabuzzino di casa mia e un turco mi accoglie con fare sorridente. Mi chiede cosa voglio, e io gli dico che voglio un panino. Allora inizia a farmelo. C’era odore di salsa piccante che si infilava dentro i vestiti, il rotolo di carne ruotava e sfrigolava sulla griglia. Aspetto in silenzio il mio succulento panino. Lo sapevi poi che quel kebab non è assolutamente roba turca? Lo fanno in Germania, ed è solo una trovata commerciale per far lavorare i turchi nel resto dell’Europa. Se vai in Turchia e chiedi un kebab così, prima ti ridono in faccia e puntano una pistola addosso e ti rapinano lasciandoti in mutande.
Comunque, il kebabbaro mi scalda un pezzo di pane arabo, lo taglia e lo riempie di carne. Poi si avvicina e mi chiede cosa ci voglio dentro. Gli indico un paio di salse piccanti, cetrioli, pomodori e cipolle. Insalata verde, ma gli dico di non mettere quella rossa. Vedo che con la sua pinza metallica si avvicina al cestello dell’insalata rossa, ne afferra una presa e la infila nel panino. Io lo guardo contrariato, quel tipo non aveva capito un cazzo, e gli dico di nuovo che non volevo l’insalata rossa. Lui scuote la testa, fa finta di non capire e continua a mettermi insalata rossa in quel cazzo di panino! Allora io gli dico “senti, togli subito quell’insalata rossa oppure non sarà l’unica cosa che finirà dentro quel cazzo di panino”. Lui fa finta di niente e continua a chiedermi se voglio altra salsa piccante. A quel punto mi girano veramente i coglioni e tiro fuori il ferro. Glielo punto dritto negli occhi, lui mi guarda terrorizzato, non si era mai trovato una pistola puntata in faccia, si stava cagando nelle mutande cazzo! L’insalata ormai si era impastata ben bene con il resto dei condimenti ed era impossibile toglierla. E allora gli dico “mi prendi per il culo? Rifammi quel cazzo di panino senza insalata rossa oppure ti giuro che presto vedremo chi è il più negro dei due qui dentro!”. Lui a quel punto sembra capire, lascia cadere il panino per terra e tremando tutto incomincia a farmene un altro. Quando mi chiede cosa ci voglio dentro gli indico gli ingredienti e le salse e lui questa volta non sbaglia. Tutto tremante mi da il sacchetto con il panino, io prendo una coca dal frigo e gli chiedo quanto fa. Lui mi dice niente, ma io insisto e gli chiedo di nuovo quanto fa. Mi dice cinque euro. Li tiro fuori dal portafoglio, glieli appoggio sul bancone di vetro e mi allontano.
Per la strada tiro fuori il mio kebab dal sacchetto e inizio a gustarmelo. Cazzo, era davvero buono. Mangio e mangio e sai cosa ci trovo? Patatine fritte! Quello stronzo mi aveva messo dentro delle patatine fritte senza che glielo chiedessi! Questo mi ha fatto capire che se uno è un coglione non gli basta avere una pistola puntata in faccia per rinsavire, rimarrà un coglione comunque. Ma non avevo più voglia di tornare indietro. Quelle patatine tutto sommato stavano bene nell’insieme. E posso dirti una cosa: era davvero buono quel panino!

[Ecco il secondo degli esercizi del laboratorio di scrittura creativa: descrivi in poche righe un evento qualsiasi che hai vissuto durante la settimana e poi riscrivilo come se al tuo posto ci fosse un personaggio qualsiasi. Jules Winnfield può questo e altro ;)]

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