lunedì 25 ottobre 2010

Rabbia


La rabbia è senz’altro una delle emozioni più antiche e primitive dell’uomo. Presente in pressoché tutti gli animali, si manifesta quando qualcuno o qualcosa verso cui non si prova alcun tipo di paura si contrappone al proprio bisogno. A quel punto scatta un meccanismo di aggressione motivato a farti ottenere il tuo bisogno a tutti i costi. In alcuni casi, si sfoga semplicemente nel proprio stomaco o in un’ira immotivata verso il resto del mondo, anche verso coloro che nulla c’entrano con i propri problemi. A seconda che si abbia ottenuto il proprio obiettivo o meno, la rabbia si conclude in sentimenti che possono variare dalla soddisfazione all’insoddisfazione e, in molti casi, vergogna per aver perso il controllo.

Erano mesi che le fissavo. Quelle sbarre, quelle dannate sbarre. Fredde, immobili, con un solo scopo: tenermi ingabbiato. È colpa tua, mi avevano detto. Sei stato stupido a farti beccare con le mani nel sacco in quel modo. La rapina alla gioielleria era andata male, questo era vero, ma allora perché ero l’unico dei miei complici a trovarmi rinchiuso?
Quelle sbarre, quelle fottute sbarre. Avranno visto un sacco di altra gente prima di me. Eppure rimangono sempre lì, e si oppongono alla mia libertà. E allora vaffanculo! Prima o poi avrò la forza di strapparle, di piegarle sotto la mia forza e andarmene finalmente libero. Cazzo, ma cosa vado a pensare? Cazzo, è più probabile che arrivi la fine del mondo che succeda una cosa del genere. Due metri per tre di cella, mura e delle sbarre. Vi distruggerò, vi limerò, farò di tutto per andarmene.
Non potrete tenermi qui per sempre.

[Esercizio della settimana: descrivi un sentimento in modo analitico, poi descrivi un oggetto "sterile" con sentimento]

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