Dopo aver
fermato il piano del Sarraceniano, il gruppo esamina attentamente i numenera presenti
nella stanza. Oltre al macchinario per l’iniezione di sostanze eccitanti nelle
radici della grande pianta, rinviene anche una numenera dotato di tasti e leve
che, dopo alcuni minuti di esami, comprendono aver a che fare in qualche modo
con le onde radio.
Risvegliano
il Sarraceniano e lo interrogano: egli rivela di chiamarsi Bhalar Kolssed, e di essere un esimio scienziato. Dopo un po’ di
minacce, rivela al gruppo di essere stato assoldato dalla corona di Malevich
per continuare i suoi esperimenti al confine con il Thaemor: i soldati che lo
accompagnavano erano soldati dell’esercito. Il gruppo chiede anche spiegazioni
sul macchinario per il controllo delle onde, e Bhalar rivela unicamente che
serve a controllare il grande disco metallico sul tetto della struttura, e
sembrava che le piante modificate rispondessero a quelle onde assumendo certi
comportamenti: stava, lentamente, imparando a controllarle.
Il gruppo
si accorge però che la fonte energetica del macchinario è rotta, ed è stata
aggiustata malamente: l’oggetto ha la sua fonte nell’energia cinetica prodotta
nella stanza (come quella emanata dal movimento dei personaggi), ma non può
conservarla: se nella stanza non c’è nessuno, il macchinario smette di
funzionare. Ripararlo non sembra essere possibile.
Nonostante
ciò, tramite l’ausilio di alcuni crypto, riescono a percepire le onde radio
emanate dal macchinario e a tradurre una frase che viene ripetuta costantemente:
“giungete in sacrificio”.
Kendra
rinviene tra i vari oggetti della stanza anche un artefatto: un impianto
cerebro-tossico.
Il gruppo
decide quindi di legare Bhalar e portarlo a Chi Brogs, e una volta fatto questo valutare come procedere nella
missione. Ritornano all’accampamento dei taglialegna quando il sole sta
calando, e quando portano i due Sarraceniani a confronto, Chi rivela di
conoscere Bhalar: si tratta di un esimio studioso scacciato con disonore dall’ordine,
in quanto praticava esperimenti con droghe modificate ricavate dalle piante
sugli esseri umani. Le sue competenze sono immense, ma si tratta di una persona
pericolosa.
Dopo
essersi consultati, decidono che la cosa migliore da fare sia riposare, e all’alba
scortare Chi e Bhalar fino ad Auspar, dove potranno ricongiungersi con Auletta e consegnare Bhalar nelle mani
della giustizia di Re Holivar.
Durante la
notte vengono svegliati da rumori di battaglia: le piante assassine, prive di
qualsiasi controllo, hanno attaccato l’accampamento dei taglialegna. Alcuni
uomini rimangono uccisi nello scontro, e il gruppo elimina diverse piante, ma
quando ne vedono emergere a decine dal bosco capiscono che la fuga è l’unica soluzione.
Le loro
cavalcature li portano lontano, e all’alba giungono nei pressi di Ambhal, una
città dotata di mura meccaniche semoventi, una difesa sperimentale dell’Ordine
del Vero.
Qui
trovano una locanda e riposano per l’intera giornata.
Alla sera,
mentre sono intenti a cenare e a recuperare le forze, un gruppo di uomini
armati giunge da loro. Un uomo massiccio e barbuto, che si presenta con il nome
di Cor, dice a Leon e Spritz che
hanno perso la loro scommessa. Non sapendo di cosa l’uomo stia parlando, i due
gli rivelano che hanno perso la memoria e chiedono dettagli. Per tutta
risposta, Cor estrae una pergamena riportante le firme dei due avventurieri,
che riporta un patto secondo cui il primo dei due gruppi che avrebbe rinvenuto
altre statue di pietra nera avrebbe vinto la somma di 100 shint. Cor rivela che
poco lontano da Ambhal hanno trovato una grossa mano di pietra che emerge dal
terreno.
Leon
estrae il disco d’ombra trovato a Guardianera, chiedendo se il gruppo di Cor
avesse trovato qualcosa di simile, ma riferiscono di no.
Leon e
Spritz si dimostrano piuttosto diffidenti, e pretendono di vedere l’oggetto:
Cor rivela che non c’è nessun problema, e che potranno partire in direzione
delle colline in cui l’hanno trovato l’indomani.
Kendra, ancor
più sospettosa, esamina i pensieri di Cor e della strana donna dagli occhi
rossi che lo accompagna, presentatasi poco prima con il nome di Huna, che da quando Leon ha estratto il
disco d’ombra sta continuando a fissarlo. Cor sembra essere unicamente
interessato alla somma che il gruppo gli deve, mentre Huna continua ad avere un’unica
frase a riecheggiargli nella mente: “giungete
in sacrificio, giungete in sacrificio, giungete in sacrificio…”
I
riassunti si fermano per un po’, il gruppo è in pausa estiva! Ma non temete, le
loro avventure nel Thaemor sono appena iniziate…