Un disclaimer prima di iniziare: in questa
sessione i PG hanno rischiato la morte, ma veramente tanto. Eppure l’hanno
trovata una delle sessioni più eccitanti da quando abbiamo iniziato a giocare.
Tenere il gruppo sul filo del rasoio è una tecnica che deve essere usata con
accortezza, senza soverchiarli ne rendergli la vita troppo facile. Può sembrare
un consiglio elementare, ma non è così semplice metterlo in pratica. Tenetelo
bene a mente.
Leon, dopo
aver passato una mezza giornata di studi (e una notte di “ginnastica” con Auletta) parte alla volta della Valle
Pallida per riunirsi al suo gruppo. Prima di partire, la Sarraceniana
somministra un beverone al suo corridore dei boschi per farlo correre più
velocemente e consegna a Leon un crypto telepatico, con cui potrà contattare
mentalmente i suoi compagni e rincontrarli più facilmente.
Il viaggio
di Leon tra le pianure e le colline del Thaemor procede piuttosto velocemente,
e nel giro di mezza giornata raggiunge il villaggio di Leary, dove si fa dare
indicazioni per la Valle Pallida.
Il resto
del gruppo, che nel frattempo si trova ancora nella rovina multi-temporale, approfitta
del momento di relativa calma per tirare il fiato e raccogliere le idee.
Girovagando per le stanze della dimensione negativa, in cui la base sembra
essere più integra, trovano in una stanza gelida e sigillata da porte di vetro
quello che pare essere un nucleo di energia. Non trovano modo di entrare nella
stanza, ma trovano un altro numenera con cui Vane si interfaccia, scoprendo che
si tratta di un sistema di controllo del nucleo di energia. I codici e le
informazioni che si insinuano a forza nella sua mente gli fanno comprendere che
quel luogo, in un preciso momento del tempo, è stato scisso su due linee
temporali diverse e che ognuna ha proseguito indipendentemente il proprio corso
di esistenza.
Il macchinario
permette di controllare il nucleo di energia nella stanza attigua, che a quanto
pare serve per mantenere parallele le due linee temporali: disattivandolo ci
potrebbero essere circostanze spiacevoli, per cui il gruppo decide di non
toccare nulla.
Leon
giunge nella valle, trovando un luogo completamente diverso da quello che gli è
stato descritto: l’erba e il cielo sono completamente neri, i tronchi degli
alberi pallidi, e quando mette piede nella valle anche lui si scurisce perdendo
ogni tonalità di colore.
Decide
quindi di attivare il crypto telepatico e mettersi in contatto con Spritz, che
lo guida fino a raggiungere l’accampamento lasciato dal gruppo di Idlas’ka e da lì all’interno della
rovina.
C’è solo
un problema: nello spettro temporale negativo non si è mai verificato il crollo
che ha aperto la voragine per accedere alla base, quindi non c’è modo di
entrare al suo interno!
Il gruppo
all’interno si sigilla in una stanza sicura e Vane utilizza il cristallo per
passare dallo spettro negativo a quello positivo, e viceversa, così da
permettere a Leon il passaggio mentre Spritz lo guida telepaticamente.
Per il
primo tratto la procedura riesce bene, poi Vane è costretto a passare allo
spettro positivo per permettere a Leon di transitare in un corridoio pieni di
raggi laser, sapendo bene che alla sua fine ci saranno degli automi guardiani
ad attenderlo. Spritz comunica al suo amico ci avvisarlo immediatamente non
appena si troverà in una grande sala, così che Vane possa virare nuovamente lo
spettro sul negativo e non farlo attaccare dagli automi.
Leon corre
giù per il corridoio serpeggiante, ma (con
una bastardissima intromissione del narratore) proprio in quel momento il
crypto telepatico smette di funzionare, interrompendo le comunicazioni. Leon arriva
di sotto e viene attaccato da due automi, che lo caricano menando fendenti con
le loro lame incandescenti.
Il fuoco
non è una cosa che manca al jack, che sfodera la sua lancia termica e si
prepara a fronteggiarli.
L’artefatto
taglia come burro le corazze degli automi, mentre Spritz e Vane, accorsi
sentendo i rumori di combattimento, hanno un po’ più di difficoltà: le loro
armi non sono sufficientemente robuste da perforare le armature avversarie.
Durante lo
scontro che segue Spritz viene messo al tappeto e Vane rischia la stessa sorte,
ma come un salvatore giunge Leon che elimina i tre automi a colpi di lancia.
Eliminata
la minaccia il gruppo ne approfitta per rimanere nello spettro positivo, tirare
il fiato e recuperare l’equipaggiamento dai cadaveri del gruppo di Idlas’ka,
che fino a quel momento erano rimasti sotto la sorveglianza degli automi.
Mentre
Leon viene aggiornato sulla situazione, Ellie e Kendra giungono alla stanza
dove si trovava l’enorme scultura incoronata, ma nello spettro positivo al suo
posto c’è un grosso cuore di pietra nera, ornato con cristalli di quarzo, con
delle nicchie interne.
Il gruppo
si riunisce nella stanza e prima mostra la statua dello spettro negativo a Leon
(anche lui si rende conto di averla sognata mesi prima), dopodiché vira sullo
spettro positivo. Il cuore emana un’aura gelida: Leon ci infila le mani dentro
e anche lì trova un disco d’ombra, il terzo. Lo accosta al cilindro che aveva
consegnato a Spritz il giorno prima e questi si fondono, formando una piccola
piramide oscura.
Nello
spettro negativo, pare che la mano alzata della statua sia atta a reggere
qualcosa: incurante del pericolo, Leon scala la statua e posiziona la piramide
sulla mano… quando capirà ciò che ha fatto, sarà troppo tardi.
Dagli
occhi della statua partono due raggi di energia scintillante che colpiscono la
piramide, che a sua volta genera un altro raggio di luce che apre di fronte a
loro uno squarcio nella realtà verso un mondo luminoso e gelido, dove la
sensazione di vuoto li assale.
È impossibile
avvicinarsi alla porta: il gelo sta lentamente ghiacciando tutto ciò che si
trova nella stanza, e persino gli esoterismi di Adattamento di Kendra sembrano
proteggere ben poco: tutto ciò che c’è dall’altra parte è vuoto e una
temperatura vicina allo zero assoluto. Ellie tenta di usare la sua Spinta per
spostare la piramide, ma l’unica cosa in cui riesce è quella di congelarsi
completamente il braccio.
Transitano
nello spettro positivo, ma la situazione è la stessa: il portale è però nero. Dallo
squarcio nella realtà fuoriescono delle creature tentacolari, grottesche e
ributtanti, che in breve mutano assumendo la forma di guerrieri umanoidi che
lasciano dietro di loro una scia di oscurità e ghiaccio.
Sono
sempre di più, e sono troppi: il gruppo si da alla fuga.
Prima di
scappare Vane corre alla sala di controllo del nucleo, e manipola i macchinari
per disattivarlo: hanno una ventina di minuti prima che questo si spenga, facendo
nuovamente convergere le due linee temporali.
Nella
corsa folle verso l’uscita, transitando da una dimensione all’altra per trovare
i passaggi giusti, Vane sovrappone dimensionalmente la sua mano alla stessa roccia
in cui era rimasto intrappolato Idlas’ka, lacerandosi la carne e rompendosi le
ossa.
In un modo
o nell’altro riescono a scappare, mentre sotto di loro la terra trema. Mezzi
congelati e mortalmente feriti prendono le loro cavalcature e corrono verso
Leary, ma nella fuga l’espron di Kendra si rompe una zampa, disarcionandola. La
afferrano abbandonando l’animale, e giungono al di fuori della Valle Pallida
poco prima che accada l’irreparabile.
Con un’esplosione
di oscurità mista a luce le due linee temporali si fondono, provocando un’implosione
che devasta l’intera vallata. Il gruppo viene scagliato via dalla successiva
inversione di energia e Spritz sbatte la testa svenendo.
Davanti a
loro si trova solo la devastazione: non esistono più piante o animali, solo una
vallata riarsa e spaccata da crepe e crateri.
Preoccupati
per il braccio congelato di Ellie ritornano a Leary, dove una levatrice del
luogo gli presta le prime cure. La donna è in grado di guarire buona parte
delle ferite del gruppo, compresa la mano distrutta di Vane, ma non sa bene
cosa fare per guarire il congelamento di Ellie. Nel frattempo il braccio,
scongelandosi, sta diventando nero e cancrenoso.
Con le
ultime energie rimaste il gruppo parte alla volta di Auspar, sperando che
Auletta e i Sarraceniani possano aiutarli. Nella paura che Ellie possa perdere
il braccio, Leon le somministra un crypto di laboratorio chimico vivente. I
fluidi trasudati da Ellie paiono servire, e il suo braccio riacquista un colore
normale (vi è andata bene che avete
trovato fluidi che ripristinavano la Prontezza, avevo già pronta una bella
protesi numenera per la tech!).
Arrivati
ad Auspar raggiungono la Magione Vivente, con ancora le ferite a gravare sulla
loro pelle e l’ombra del vuoto che si annida nelle loro menti…