venerdì 24 febbraio 2017

Occhi di Tempesta



Avete sentito tutti parlare di Asterione! Sapete che nessuna preda sfugge al suo sguardo di ghiaccio, che quando il suo passo leggero che si ode tra i larici e le fonti d’acqua incontaminata significhi la fine di una vita! Eppure nessuno di voi sa delle sue origini!
Asterione ebbe un padre che viveva qui, in questo villaggio. Anche le sue frecce non avevano mai mancato una preda! Prima di partire per la sua ultima caccia, radunò i suoi compaesani: “Ho cacciato ogni bestia, mostruosità e pericoloso assassino su cui il mio sguardo si sia mai posato. Mi resta solo l’inafferrabile, ciò che può essere visto e mai raggiunto, la preda più sfuggente. Non tornerò fino a che non sarò vittorioso!
Nelle valli e sulle più ripide montagne cercò l’ineffabile, e quando le colossali nubi nere percorse da scariche si presentarono dinnanzi a lui, comprese che quello era il suo obiettivo. Con la lancia e l’arco attaccò la Tempesta, ma tutto fu inutile.
Allora salì sul picco più alto e aveva sfidò la sua nemica, la maledisse, e la sua voce era una cosa sola con i rombi del tuono.
La Tempesta comprese che il cacciatore era come lei: sempre pronto a sfogare la sua ira, un essere che non si dava per vinto neanche di fronte all’impossibile, e si innamorò di lui di quell’amore passionale, bruciante e rapido come un lampo. Con il vento trascinò il cacciatore tra le più alte e fredde nubi e insieme danzarono il ballo degli amanti più arditi.
Asterione era nato dal nulla, rivenuto tra il verde fogliame zuppo d’acqua quando infine la Tempesta ebbe soddisfatto il suo bisogno. Il cacciatore realizzò di avere vinto la sua ultima battaglia e l’aveva riportato indietro come trofeo: non una testa impagliata da appendere a una parete, ma qualcuno che avrebbe provato con il resto della sua vita le abilità del padre.
Nessuno del villaggio credette alla verità delle sue parole: cosa poteva mai voler dire la presenza di quel neonato dagli occhi pallidi, che quando piangevano si facevano scuri come nubi?
Avete occhi solo per osservare ciò che è palese. La verità vi è sconosciuta, la stoltezza regna nelle vostre menti. Porterò mio figlio lontano da voi, e il suo nome sarà Asterione: come il Minotauro di Creta, nato da un impossibile rapporto, vivrà e dominerà nel labirinto verde della foresta.
E a tutti coloro che ancora non credono a questa storia, dico ancora: guardatelo bene negli occhi, e riconoscerete il lui il volto spietato della madre!