mercoledì 29 giugno 2016

The Neversleeping Eye - Sessione 16: Grandi e Piccoli Mostri



Su Goliath…
I due possenti uomini-gorilla conducono Eleonor, Hector e Allen a lungo nei tunnel sotterranei, fino a sbucare nuovamente in superficie. Davanti a loro si staglia un crinale roccioso, colmo di aguzze punte di pietra, da cui è possibile intravedere dei pennacchi di fumo. Gli agenti vengono condotti in un piccolo villaggio popolato da una trentina di uomini-gorilla, bambini compresi, composto principalmente da caverne e da qualche rudimentale capanna.
I primitivi si inchinano al loro passaggio, e li scortano fino a un piazzale centrale in cui è posizionato un alto totem di legno, inciso con simboli di guerra, armi abbozzate e sormontato dalla bocca di un cannone al plasma non funzionante.
Una femmina di gorilla massiccia e ornata di teschi animali si avvicina agli agenti, inchinandosi e presentandosi come Regina Koth, capotribù del villaggio di Koth. Sa parlare la “lingua sacra” e chiama i personaggi “piccoli dei del sottosuolo”, glorificando la loro presenza e offrendosi di soddisfare ogni loro richiesta.
Gli uomini-gorilla della tribù si avvicinano porgendo loro frutta, carne e altri doni.
Dopo un po’ di dialogo con la servizievole regina, i personaggi scoprono di non essere i primi a giungere a quel villaggio in giornata: un altro “piccolo dio” è giunto solo poche ore prima, e si trova nei dintorni con alcuni esploratori: si è presentato con il nome di Thanatos.
Eleonor inizia a pensare che possa trattarsi di Tanuki, che dovrebbe essere giunto lì poche ore prima di loro. Chiede quindi alla regina di poter utilizzare una capanna, e di avvertirli quando l’altro piccolo dio tornerà con gli esploratori: “è fuggito dal nostro paradiso, e dobbiamo riprenderlo” sono le parole di Eleonor, più che sufficienti per mettere in soggezione la primitiva regina.

Nella capanna il gruppo può riprendere le forze per circa un’ora. Quando il sole di Goliath cala oltre la montagna, Thanatos fa ritorno con gli esploratori. Il gruppo può vederlo dalla finestra della capanna: si tratta di un temibile guerriero con una pesante armatura nera dotata di jetpack, e un grosso fucile al plasma. Ha capelli con rasatura da marine, una cicatrice sul volto e l’aria inquietante.
I tre saltano fuori dalla capanna facendosi notare, ma hanno la scusa pronta: “ciao, sei anche tu un giocatore? Abbiamo bisogno di aiuto, sono giorni che stiamo girando e non riusciamo a completare la partita. I nostri genitori saranno in pensiero, forse dobbiamo affrontare qualche boss per fare punti…”
Per quanto sia un po’ diffidente, dopo qualche scambio di battute Thanatos cede all’inganno, prendendoli per tre ragazzini di Arashi che l’OSR ha portato su Goliath facendogli credere che si tratti di una simulazione di realtà virtuale. I tre agenti forniscono nomi giapponesi falsi, e dopo un po’ riescono a farsi dire il vero nome del guerriero: ci avevano visto giusto, si tratta proprio di Tanuki!
Per il momento decidono di proseguire l’inganno, poi si vedrà il da farsi…

Al Reclusorio…
Lory trascorre nella sua cella imbottita un tempo che pare interminabile. Cieca, impossibilitata a muoversi e senza altro tipo di stimoli esterni passa lunghi periodi di dormiveglia senza sogni, fino a che non sente la porta metallica aprirsi. Viene posizionata su una sedia a rotelle e condotta in lunghi corridoi freddi.
A portarla è l’Agente White, ma il dialogo con lui è molto breve. Presto dovrà andare su Goliath per concludere alcuni affari, quindi non potrà trattenersi al Reclusorio mentre le tireranno fuori dal cervello ogni sua conoscenza. La affiderà a un altro agente, Mr. Red, responsabile per questo tipo di questioni.

Lory viene portata in una stanza dove White e Red parlano per qualche minuto, poi la sua nemesi si allontana lasciandola sola con il suo torturatore. Lory sente una leggera scossa alle tempie, e improvvisamente è di nuovo in grado di vederci: è una stanza di un bianco accecante, illuminata da neon intensissimi. Davanti a lei, a una scrivania, è seduto un uomo glabro, dalla mascella squadrata, con un completo nero e una cravatta rossa.
Dove si trova il dominatore faunistico?”, è l’unica domanda di Mr. Red.
Di che cazzo stai parlando?”, risponde Lory.
Mr.Red preme un pulsante, parlando in un interfono: “La prigioniera non vuole parlare, portatela al trattamento.
Solo in quel momento Lory abbassa lo sguardo, accorgendosi che le sue braccia e le sue gambe sono amputate all’altezza di gomiti e ginocchia. Colma di orrore si vomita addosso, mentre due prigionieri la accecano nuovamente con una scossa alle tempie e la conducono via da quella stanza.
Lory viene portata in una cella imbottita gelida, dove inizia a battere i denti. Poi, da degli altoparlanti nascosti, parte la terribile musica che la accompagnerà per tutta la sua permanenza al Reclusorio.


La canzone per bambini è tenuta a un volume intollerabile e viene ripetuta a ciclo continuo, impedendole di dormire e pensare, insinuandosi come un tarlo nella sua testa. Il tempo si dilata, Lory perde conoscenza per brevi tratti, mentre viene assediata dal ritmo incessante.

Dopo un tempo incalcolabile la musica si interrompe, e lei viene portata di nuovo al cospetto di Mr.Red.
Dove si trova il dominatore faunistico?
I love you, you love me…
Conducetela al trattamento.

Lory viene di nuovo portata nella stessa cella, dove la musica riparte. La Paradox urla, ma nessuno può sentirla.

Su Goliath…
Il popolo gorilla, che tra loro si chiamano Gaugar, preparano un sontuoso banchetto a base di cacciagione e frutta in onore dell’arrivo dei piccoli dei. La serata procede bene e Tanuki si rilassa. I personaggi reggono il gioco, facendo finta di essere dei nerd Arashiani fanatici di videogiochi, parlando di boss, drop di oggetti e altre questioni che fanno sogghignare Tanuki.
Alla fine della cena, la Regina Koth si avvicina agli dei presentandogli una richiesta: da molto tempo un “grande dio” ha occupato il loro territorio. Loro lo chiamano Makranos, e si tratta del gigantesco millepiedi che già una volta ha attentato alla vita degli agenti. La sua tattica di caccia è infida: si finge morto, coprendosi di insetti che controlla con i suoi poteri, e quando qualcuno gli si avvicina abbastanza parte in attacco. Conoscendo questa sua caratteristica, e dotati delle armi degli dei, il gruppo potrà affrontarlo. Koth offre nuovamente i servigi della tribù al gruppo se questi riusciranno a scacciare la bestia.
Gli agenti accettano la missione, continuando a mantenere la facciata dei ragazzini nerd (“oh, finalmente una quest!”) e coinvolgono Tanuki nella cosa: lui vuole raggiungere al più presto l’obiettivo, ma una volta sistemata la questione potranno proseguire insieme.

I gaugar danno al gruppo sistemazione in una caverna, dove hanno possibilità di riposarsi. I tre agenti si parlano in privato: l’indomani andranno ad affrontare Makranos con Tanuki, e alla fine dello scontro daranno una sonora lezione al bastardo che li ha venduti all’OSR.

Al Reclusorio…
La musica si interrompe, ma continua a sentirla nella testa nonostante sia scomparsa. Ha provato a trascinarsi nei pressi della parete della cella e a sbattere la testa contro il muro, ma anche queste sono imbottite. Una voce lontana, proveniente da chissà dove, le bisbiglia “hai due modi per uscire da questo posto: raccontare tutto quello che sai oppure trovare il modo per ammazzarti”.
Non è sicura da dove provenga la voce, è tutto troppo confuso. Viene di nuovo portata al cospetto di Mr. Red e quando la solita scossa elettrica le restituisce la vista vede che l’uomo ha sulla scrivania una bottiglia di whiskey, con un bicchiere pieno.
Lory implora di dargliene un sorso.
Dove si trova il dominatore faunistico?
NON LO SO!”, urla Lory (Nota del narratore: ed è vero. Il resto del gruppo non gli aveva mai rivelato di averlo consegnato alla Fondazione).
Mr. Red beve il whiskey davanti a lei, poi parla all’interfono: “Non vuole parlare, portatela al trattamento.
Lory si accorge che alcune larve stanno uscendo dagli occhi e dal naso di Mr Red. Ma è vero o è una visione?
Urla e si dimena, ma non c’è niente da fare. Viene nuovamente accecata, e quando la vista ritorna si trova in una stanza diversa: il pavimento è costituito da una moquette di erba sintetica, le mura dipinte dell’azzurro del cielo, con tanto di un sole sorridente in un angolo. Davanti a lei è preparato un tavolo da pic-nic.
Viene lasciata da sola per qualche momento, poi la solita, orribile musichetta parte a un ritmo più pacato. Una porta sul fondo della sala si apre, lasciando entrare proprio lui: Barney il Dinosauro.
Ahahah Lory, che bello vederti qui! Dai, divertiamoci insieme!”, grida divertito il pupazzo.
Barney saltella nella stanza, mentre Lory tenta di non guardare, ma è tutto inutile. A un certo punto, il pupazzo le propone di fare un pic-nic insieme: da un angolo della sala preleva un’enorme cesta da pic-nic, da cui estrae il primo piatto del banchetto.
Il braccio mutilato di Lory.
Barney glielo mostra, proponendogli di farlo a fette e mangiarlo, ma Lory reagisce con violenza urlandogli di non fare niente. Barney, allora, inizia a fare a fette il suo braccio e mangiarlo lui stesso. Nella cesta ci sono tutti e quattro gli arti di Lory.
Completamente impazzita, Lory convoglia i suoi poteri da Paradox in un’Eccezione sul pupazzo, che pare accusare il colpo e si precipita fuori dalla stanza ridendo.
Lory dondola sulla sedia a rotelle e tenta di trascinarsi a ridosso del tavolo da pic-nic. Ci sbatte contro la testa due volte, cercando di uccidersi, ma gli inservienti del Reclusorio irrompono nella stanza e la fermano.
Lory viene riportata nella sua cella gelida in stato di shock. La musica riparte…

Su Goliath…
Dopo una sana dormita i tre agenti della Fondazione, accompagnati da Tanuki, si fanno scortare fino al territorio di caccia del terribile Makranos. Qui l’esploratore gaugar li lascia, e sono costretti a procedere da soli nella giungla fangosa.
Trovare la bestia non è troppo difficile: basta seguire gli alberi abbattuti e il fetore. In una zona paludosa notano la sua presenza: si trova in posizione di caccia, immobile e ricoperto di mosche come al solito. Fanno bene attenzione a non avvicinarsi troppo, cercando una strategia interessante per abbatterlo velocemente.
Tanuki ha un jet-pack, quindi volerà sopra gli alberi e concentrerà i suoi attacchi dall’alto. Il resto del gruppo concentrerà i suoi attacchi dai lati, cercando di attirarlo per colpirlo nelle enormi fauci.
Si mettono in posizione, ma per una disattenzione (ovvero un’intromissione) Eleonor scivola nel fango, cadendo vicino al kaiju e risvegliandolo. Tutti quanti sono costretti ad attaccare al massimo delle loro forze.
Sparano contro Makranos tutto ciò che hanno. Hanno avuto la buona idea di ricoprirsi di fango prima di attaccarlo, così gli sciami di mosche saranno più un fastidio che un vero e proprio pericolo, ma il millepiedi mostruoso è un avversario sufficiente.
Tanuki spara con il suo fucile al plasma: i proiettili bruciano il guscio della creatura, intaccando la sua carne.
Dal basso, il resto del gruppo ha un po’ più di problemi. Hector riesce a sparare nelle fauci della creatura, causandogli dei gravi danni, ma una bestia di queste dimensioni ha necessità di un bel po’ di proiettili prima di crollare.
Eleonor rimane per lo più sulla difensiva nella prima parte dello scontro: prova a utilizzare il Decapitatore Gargantuano, ma ancora una volta la lama è troppo grossa per lei.
Allen prova a sparare con il suo Tuono Sterminatore, mancando il bersaglio.
Il folle vector ha a questo punto un’idea che gli costerà veramente cara: lanciarsi nella bocca del kaiju per attaccarlo dall’interno. La minaccia di diverse file di denti uncinati, simili a quelli di una lampreda, non smuove le intenzioni del coraggioso Allen, che si posiziona davanti alla creatura e si lascia deliberatamente ingoiare.
Allen si ritrova dentro ciò che potrebbe essere definito un vero e proprio tritacarne.
La sua armatura super-accessoriata non può nulla contro la forza della creatura: il vector si trova completamente inerme, devastato dai denti del suo nemico. Forse a questo punto si rende conto che la sua idea non era poi così grandiosa.
Hector usa i suoi nuovi poteri da spinner (Anonimato) per passare inosservato alla creatura e colpirla nelle intersezioni della chitina. Eleonor invece, dopo essere stata scagliata contro un albero, si rende conto che la creatura è completamente zuppa di fango e acqua: un bersaglio perfetto per la sua scarica di elettricità.
La paradox convoglia tutte le sue forze e spara un fulmine contro il kaiju, che viene letteralmente fritto. È allo stremo delle forze, ma alcuni colpi fortunati di Tanuki pongono definitivamente fine alla vita di Makranos.

Subito il gruppo si precipita a recuperare Allen, rendendosi in breve conto che i denti uncinati del kaiju l’hanno ridotto a coriandoli.
Allen Millwash è morto.
Beh, è stato un bel game over”, è l’acido commento di Tanuki.
Eleonor blocca l’Arashiano con la sua stretta telecinetica e Hector, in preda alla rabbia, lo tempesta di pugni spaccandogli il naso.
Decidono di farlo riprendere, e tra i due agenti rimasti e il traditore parte una violenta discussione. Tanuki si rende finalmente conto di chi loro siano, e tra sputi insanguinati e insulti afferma, con ferocia, che li ha traditi e venduti all’OSR perché, dopo avergli salvato la vita, hanno avuto ancora il coraggio di mentirgli e trattarlo di merda.
I due agenti minacciano di ucciderlo, ma Tanuki ha due palle quadre: se devono farlo, che lo facciano in fretta e finiscano questa storia.
Una lettura mentale da parte di Eleonor fa capire che gli obiettivi di Tanuki sono quelli che aveva effettivamente dichiarato fin dall’inizio: recuperare la sua amica Valerie, compagna di mille battaglie su Arashi.
Eleonor e Hector pensano prima di fargli fare una fine orribile per vendicarsi del torto subito, ma alla fine la ragione prende il sopravvento: lo legano e decidono di riportarlo con loro al villaggio dei gaugar. Decideranno in seguito cosa fare di lui.
I tre abbandonano il cadavere di Makranos e la palude dove il loro amico Allen ha incontrato una terribile fine prematura.

Al Reclusorio…
Il risveglio di Lory è stranamente meno traumatico: ci vede perfettamente, e dopo pochi istanti si rende conto che i suoi arti ci sono di nuovo. Non ci sono segni, né cicatrici, niente di niente. La paradox si trova in un lunghissimo corridoio illuminato dai neon, in cui sono presenti numerose celle. Sbircia nello spioncino di alcune di esse, rendendosi conto che in ognuna è presente un prigioniero, mutilato e senza occhi, sottoposto a diverse torture psicologiche: alcuni vengono costretti, come lei, a sentire musica a volumi infernali. Altri sono semplicemente lasciati in isolamento.
Lory percorre velocemente il corridoio, sentendo la risata di Barney dietro di lei. La musica continua a consumarle tutte le sinapsi cerebrali: ormai è parte di lei, la sente nella sua testa continuamente.
Tenta di scappare, ma vede la mostruosa sagoma di Barney giungerle davanti ridendo.
Avanti Lory, divertiamoci, divertiamoci!
Tenta di scappare, di dimenarsi, utilizza di nuovo i suoi poteri per colpire il pupazzo, ma è tutto inutile. Non c’è via di fuga.

Lory si sveglia: è su un letto, sopra di lei dei dottori con mascherina e camice e la sagoma di Mr. Red. Le stanno somministrando qualcosa.
Parla”, dice Red.
NO!”, urla Lory.
Le somministrano della droga. Il corridoio ritorna, così come Barney il Dinosauro. La visione si ripete ancora, e ancora, e ancora, così come la musica.
Lory afferra la testa pupazzosa di Barney e la toglie, per vedere chi c’è al di sotto. Davanti a lei, un’altra Lory. Vestita con il costume di Barney le sorride con uno sguardo da pazza e le grida di divertirsi insieme.
La vera Lory le salta addosso, sbattendola a terra e tempestandola di pugni, fino a ridurle il cranio in frantumi, poi è lei a indossare il costume di Barney e a correre tra le celle del Reclusorio ridendo.
Ancora.
E ancora.
E ancora.
Lory viene svegliata di nuovo.
Dimmi tutto quanto”, le dice Mr. Red.
Lory rivela tutti i segreti della Fondazione.

Su Goliath…
Una volta giunti al villaggio di Koth, gli agenti danno alla regina la notizia della vittoria, nonostante uno di loro sia “tornato al paradiso”. Fanno mettere Tanuki in una gabbia e si riposano, pensando al da farsi.
Dopo alcune ore tornano dal giovane Arashiano, che nel frattempo si è un po’ ripreso.
Questa volta i toni sono molti più calmi. Si interrogano sulla sua sorte, e ancora Tanuki dice di voler salvare Valerie: non ha altri obiettivi.
Il viaggio sarà pericoloso, specialmente ora che Allen è venuto a mancare. Eleonor ed Hector fanno una proposta a Tanuki: viaggeranno insieme, raggiungeranno l’obiettivo e lui potrà recuperare Valerie, dopodiché ognuno andrà per la sua strada. Se proverà di nuovo a tradirli, però, non saranno più così clementi e faranno fare una brutta fine anche alla sua amica.
Tanuki accetta il patto: viene liberato e gli vengono di nuovo consegnate l’armatura e le armi.
La Regina Koth dice ai piccoli dei del sottosuolo che conoscono dei passaggi sicuri sotterranei, attraverso cui potranno arrivare al loro obiettivo in poco tempo e incontrando pochi pericoli: decidono di partire subito.
Cinque gaugar li scortano fino alle pendici della montagna, dove è presente un tunnel rotondo, talmente perfetto da sembrare scavato con un laser. Il gruppo si inoltra nell’oscurità…

Al Reclusorio…
Lory viene ricondotta in cella. Il riscaldamento è stato riacceso, e ora c’è silenzio. Perde i sensi a più riprese, riuscendo a recuperare un po’ di forze. Il suo sonno viene interrotto solamente da un secondino del Reclusorio, che dopo averla svegliata sbattendo il manganello contro la porta della sua cella, entra e la massacra di botte per puro divertimento. Dopo quanto ha subito, però, non il dolore fisico è l’ultimo dei suoi problemi.
L’ultimo viaggio di Lory nei terribili corridoi del Reclusorio avviene poco dopo: un inserviente la porta in una stanza dove sente il rumore di un macchinario elettronico accendersi.
Qualcuno sulla Terra tiene ancora a te, a quanto pare. Ci hanno dato quello che volevamo”, sono le ultime parole che sente prima di venire condotta attraverso un varco.
Lory trasla, ritrovandosi catapultata sulla Terra, nel suo vero corpo, con ancora tutte le membra al loro posto.
Capisce di trovarsi a bordo di un treno in movimento, dentro una grossa gabbia. Stancamente usa i suoi poteri per aprire tutti i lucchetti, ma nota che il treno, che sta viaggiando nel deserto Texano, sta rallentando.
L’unica fermata è a una stazione di periferie di Houston, dove tutte le porte si aprono. Lory scende dal treno, accecata dalla luce solare, e un uomo in completo gli si avvicina mostrando il distintivo della Fondazione.
L’uomo non si presenta, limitandosi ad accompagnarla a una macchina e a guidarla tra le vie della città. Lory non parla, le parole dell’uomo sono poche.
Abbiamo dovuto dargli l’artefatto.
Perché l’avete fatto?
Siamo la Fondazione. La vita di un nostro agente vale molto più di qualsiasi oggetto.

Lory viene condotta in una clinica privata, dove le viene assegnata una stanza e l’agente si congeda. Si stende a letto: forse è veramente finita.
Forse no.
Nel dormiveglia, sente qualcuno passare nel corridoio fischiettando il motivetto di Barney il Dinosauro.

Su Goliath…
Il viaggio degli agenti nei tunnel sotto la montagna dura giorni e giorni, ma è privo di incontri spiacevoli. Sbucati dall’altra parte trascorrono ancora un giorno di viaggio con i gaugar, prima che giungano nei pressi del loro obiettivo.
I loro primitivi seguaci si congedano, non c’è più bisogno di loro. Dall’alto di una collina riescono a vedere una torre metallica del tutto simile alla parte superficiale della base in cui erano comparsi appena giunti alla ricorsione.
Cosa fare ora? Meglio essere previdenti prima di agire: l’imprudenza gli è costata cara più di una volta.
Eleonor decide di utilizzare un crypto di Intuizione trovato tempo addietro per capire cosa li aspetta all’interno della base. La risposta gli giunge dal vento come una mazza ferrata sulla nuca.
Nei meandri della base sono presenti una manciata di agenti dell’OSR (tra cui l’agente White), alcuni ragazzi di Arashi (tra cui Valerie)… e un kaiju ammaestrato, tenuto sotto controllo tramite il dominatore faunistico su cui l’OSR ha messo le mani dopo averlo scambiato con la vita di Lory.

Una terribile sessione che ha segnato un punto di svolta per gli agenti della Fondazione: uno di loro è morto, un altro forse non si riprenderà mai più dal trauma subito.
La conclusione di questa vicenda arriverà solamente con la prossima sessione…

venerdì 24 giugno 2016

The Neversleeping Eye - Sessione 15: Due Strade Verso il Baratro




Su Arashi…
Shochu e Chuhai decidono di lasciare il resto della squadra al loro destino e si allontanano dalla console di Goliath, mosse solamente dal desiderio di trovare Kimiko. Sanno che la situazione è particolarmente rischiosa, così si dirigono nuovamente al quartier generale della Sorairo, facendo una breve tappa per prendere una precauzione: Shochu si rasa completamente i capelli, diventando del tutto identica a Chuhai. L’unica cosa che contraddistingue il suo clone rimane il simbolo della corporazione Ruiji tatuato dietro l’orecchio destro.

Alla Sorairo l’accoglienza non è delle migliori: non appena l’agente e il suo clone entrano, i mutanti della società segreta puntano le armi contro di loro e le conducono forzatamente da Orochi. A quanto pare Tanuki, prima di abbandonarli per andare a cercare Valerie su Goliath, ha telefonato al capo dei ribelli dicendo di non fidarsi più del gruppo di personaggi.
Orochi si dimostra piuttosto freddo verso Shochu, che chiede solamente un ultimo aiuto per rintracciare Kimiko: dopo quando accaduto alla sala giochi Kuro No Hi Gemu, la collaborazione con gli agenti è diventata fin troppo pericolosa anche per i ribelli. Shochu racconta del tradimento di Tanuki e Orochi, infine, le da un’unica via d’uscita: la Sorairo è riuscita a rintracciare l’indirizzo della sede fisica della OSaRu. Le consegnerà l’informazione, dopodiché i loro rapporti cesseranno: non ci sarà più alcun aiuto da parte dei mutanti, e lei non dovrà mai più tornare alla loro sede. Shochu, non vedendo altre alternative, accetta.
In breve lei e la sua clone vengono condotte fuori dal quartiere, con unicamente un indirizzo come pista.

Su Goliath…
Il resto del gruppo, nel frattempo, ha compiuto la traslazione. I loro nuovi, maestosi corpi fuoriescono da delle capsule criogeniche situate in un gigantesco stanzone metallico!

Allen è un Vector Folle che Ha armi integrate: il focus è rimasto lo stesso di Arashi, ma il suo fisico è notevolmente cambiato. Si tratta di un omone di due metri, coperto di tatuaggi tribali, con un gigantesco maglio biomeccanico di materiali plastici al posto di un braccio.

Eleonor è diventata una Paradox Istruita che Cavalca il fulmine: il suo aspetto è quello di una trentacinquenne pallida, con capelli e occhi bianchi. Possiede diversi innesti metallici sul corpo che gli permettono di manovrare l’elettricità.

Hector ha assunto la forma di uno Spinner Perspicace che È duro a morire: ha fisico massiccio, pelle nera e innesti di kevlar piantati direttamente nel petto e in svariati punti del corpo.

Tutti e tre sono dotati di corpi massicci (le altezze variano da un metro e novanta ai due metri e venti) e all’apice della loro forma fisica. Stranamente la traslazione li ha fatti comparire completamente nudi, e nella stanza in cui si trovano ci sono decine di altre capsule criogeniche vuote. Dopo essersi presi qualche minuto per abituarsi ai nuovi corpi, il gruppo comincia a guardarsi intorno e ad esaminare l’ambiente: sono presenti alcuni sofisticati computer, ma sono spenti. Con una scarica di elettricità Eleonor riesce a farli ripartire, scoprendo alcuni dati interessanti sulle capsule: alcune sono state aperte di recente, addirittura una di esse solamente un paio d’ore prima.
La mancanza di Lory si nota subito: con una previsione, Eleonor scopre che la ragazza è rimasta su Arashi. Traslare nuovamente a così breve distanza potrebbe essere rischioso, così i tre preferiscono esplorare la base.
A quanto pare, nonostante il luogo sia completamente operativo e funzionante, è completamente deserto: la base sotterranea ha mura e pareti di metallo, un enorme hangar centrale vuoto, una zona con dormitori, mense e magazzini, e un’area dedicata all’armeria. Gli agenti si recano prima ai magazzini, recuperando degli abiti termici, barrette iperenergetiche conservate in alluminio e alcuni materiali necessari alla sopravvivenza, come binocoli a infrarossi e bussole.
La seconda tappa è dedicata all’armeria, dove il gruppo rintraccia un paio di crypto, armi energetiche, al plasma e laser in quantità, armature di materiali plastici iper rinforzate (tutte le armi di Goliath infliggono 2 danni in più, e le armature danno 2 punti di armatura in più… vi sembra troppo? Presto scoprirete che non è così!) e ben tre artefatti: un Decapitatore Gargantuano, un Tuono Sterminatore e una Esoarmatura Goliathiana (media e priva di jet pack) (potete trovare la descrizione di questi tre artefatti in fondo al riassunto).
Il gruppo si arma di tutto punto: che fare ora? La Fondazione li aveva inviati in missione su Arashi per recuperare Lory, cosa che sono riusciti a fare… per un breve periodo di tempo. Ora sono nuovamente dall’inizio, in una ricorsione sconosciuta dove probabilmente si trova qualche losco segreto dell’OSR. L’esplorazione di ricorsioni sconosciute costituisce uno dei punti cardine tra gli obiettivi della Fondazione: si propongono quindi di proseguire e recuperare quante più informazioni possibile.

L’unica uscita dalla base li porta ad un ascensore che li conduce sulla superficie, dove una fitta giungla di piante gigante e una montagna immensa costituiscono l’unico panorama. L’aria è purissima e il paesaggio meraviglioso, ma il pericolo si avverte nell’aria…
Un grosso schermo rappresenta una mappa dell’area: il luogo in cui sono è indicato da un puntino luminoso, mentre un altro, contraddistinto dalla scritta “obiettivo” si trova sull’altro versante del monte, a un centinaio di chilometri di distanza in linea d’aria. Il gruppo intuisce che questo potrebbe essere l’addestramento dell’OSR riservato ai giovani videogiocatori di Arashi: sopravvivere al tragitto nella pericolosa giungla raggiungendo l’obiettivo.
C’è poco da fare: con molto timore, il gruppo si mette in marcia…

Su Arashi…
Il quartier generale della corporazione OSaRu non è niente di che: un semplice edificio a quattro piani alla periferia di Arashi, quasi a ridosso dell’enorme muro di cemento armato che circonda tutta la città. Sembra a tutti gli effetti la sede di una piccola casa produttrice di videogame, con una porta a vetri all’ingresso e una guardia armata alla reception. Shochu e il suo clone si separano: la prima va sul retro, trovando un’uscita secondaria che da su un magazzino, mentre Chuhai rimane davanti a sorvegliare la situazione. Il collegamento telepatico fa sì che le due possano comunicare costantemente.

L’ingresso dal magazzino permette a Shochu di evitare la guardia, ma per salire ai piani superiori dovrà comunque passarci molto vicino. Per evitare di essere vista, Chuhai entra e con una scusa distrae l’agente, mentre l’originale si dirige al piano superiore.
Una volta lì, si trova in un piccolo ufficio a cubicoli dove decine di indaffarati impiegati stanno programmando su degli antiquati computer.
Chuhai viene scortata fuori dall’agente e decide quindi di seguire Shochu passando dal retro: una volta lì, però, nota che sulla strada principale si è fermato un piccolo furgone, da cui fuoriescono Shinobu (la ragazzina che Amaterasu aveva sovvenzionato per vincere ai videogiochi) e un individuo vestito in abiti scuri di taglio militare, con un braccio biomeccanico: il secondo agente dell’OSR che si accompagnava a Kimiko.
Chuhai avverte telepaticamente Shochu del pericolo in arrivo: lei sale ancora una rampa di scale, nascondendosi in un bagno. Chuhai lascia che l’agente dell’OSR e la ragazzina entrino dal corridoio principale, dopodiché prova a seguirli.
Shinobu viene condotta al primo piano, dove l’agente la conduce ad una sala intrattenimento colma di cabinati. Chuhai fa appena in tempo a vedere a una scena, quando un impiegato le bussa insistentemente sulla spalla: “lei chi è? Cosa fa qui?”.
Sfortunatamente la clone viene condotta al primo piano, dove la guardia la butta fuori piuttosto bruscamente, intimandole di non introdursi più all’interno dell’edificio. Tenta nuovamente di passare sul retro, ma la porta del magazzino è stata nuovamente chiusa a chiave e lei non ha le competenze necessarie per aprirla.
Shochu è rimasta sola: nascosta nel bagno vede l’agente dell’OSR passarle di fianco e dirigersi all’ultimo piano, dove si chiude in una stanza la cui targhetta sulla porta mostra la scritta “Sig. Gengyo, amministratore delegato”.
L’agente si mette a origliare contro la porta, sentendo l’uomo parlare al telefono con qualcuno, ma maldestramente si appoggia troppo e ruzzola all’interno.
Interdetto, Gengyo molla il telefono, ma prima che possa reagire Shochu gli punta la pistola addosso.
Voglio sapere dov’è Kimiko”, gli dice la Paradox.
L’uomo alza lentamente le mani e tenta di guadagnare tempo, ma Shochu riesce a strappargli l’informazione che era proprio con la donna dai capelli blu che stava parlando al telefono un attimo prima. Dopo qualche minuto di tensione, purtroppo, il soldato dell’OSR reagisce trasformando il suo braccio meccanico in una bocca da fuoco. Nella piccola stanza scatta una sparatoria, con i due che nascondendosi alle due estremità di una massiccia scrivania di legno tentano di farsi saltare le cervella a vicenda.
Lory viene ferita di striscio da alcuni proiettili e dalle schegge di legno che saltano ovunque, ma allo stremo delle forze, con un colpo di reni, riesce a spingere l’uomo contro la finestra e a farlo precipitare nel vuoto.
Gengyo si fa un volo di quattro piani, atterrando sul duro cemento, e proprio in quel momento Shochu comunica a Chuhai, ancora in strada, di finire l’avversario.
Effettivamente Gengyo è ancora vivo, nonostante la caduta: si tratta di un Risvegliato, ci vuole ben altro per eliminarlo. L’auto guidata da Chuhai, scagliata a tutta velocità, risolve definitivamente la situazione.
Shochu raccoglie velocemente dalla scrivania un taccuino contenente diversi numeri di telefono e alcuni dischi dati, poi si lascia fluttuare fuori dalla finestra.

La guardia di sicurezza all’ingresso esce e inizia a sparare contro alle due, ma Shochu salta a bordo del veicolo e riescono a dileguarsi.
Si dirigono lontano a tutta velocità, soddisfatte per aver eliminato un altro membro dell’OSR, quando una camionetta blindata degli Shinigami taglia loro la strada volutamente: l’impatto è inevitabile e terribile, e le due perdono i sensi.

Su Goliath…
Il gruppo ha camminato alcune ore nella giungla incontrando animali bizzarri e di grosse dimensioni, che fortunatamente si sono dimostrati piuttosto restii ad attaccarli, quasi avessero paura delle enormi armi che si portano dietro.
Le bussole e la montagna, visibile in ogni momento, gli rendono piuttosto facile orientarsi. Approfittando di una collinetta brulla il gruppo si prende una pausa per guardarsi intorno e valutare la situazione: stanno procedendo bene e, finora, senza intoppi.
Allen ha una bruttissima sensazione e avverte il resto del gruppo, che prontamente si dirige lontano dalla collina. C’è qualcosa nell’aria: elettricità statica fa drizzare tutti i peli e si percepisce un leggero tremore dal terreno. Eleonor si trasforma in un fulmine per allontanarsi, ma un campo magnetico estremamente potente le fa perdere la concentrazione e le causa qualche danno.
Improvvisamente, il resto del gruppo è scagliato via da una potentissima onda d’urto: dalla cima della collinetta su cui stavano pochi istanti prima si è generata una forte scarica elettrica che si è diretta verso il cielo, contro ogni legge della fisica: un fulmine al contrario.
Una volta passato l’abbaglio la situazione torna alla normalità: la curiosità è troppa, e il gruppo si dirige sulla cima della collina per capire cosa è accaduto. Lì trovano una cavità vetrificata nel terreno, simile alla bocca di un geyser.
Antiche armi sepolte o fenomeni “naturali” della ricorsione? La domanda non avrà alcuna risposta: rimanere in quel punto è troppo pericoloso. Il gruppo riprende la marcia.

Su Arashi…
Non appena riprende i sensi, Shochu si rende conto di trovarsi in una stanza spoglia e grigia, legata ad una barella e la cannula di una flebo piantata nel braccio. Prova a liberarsi e a chiamare qualcuno, ma non ottiene alcuna risposta. Il legame telepatico con il suo clone c’è ancora, ma non riesce ad ottenere risposta: probabilmente è ancora svenuto.
Dopo qualche minuto un dottore con un camice verde e un agente degli Shinigami fanno il loro ingresso nella stanza. Shochu rivolge loro domande, chiedendo dove si trovi e chi siano, ma non ottiene alcuna risposta: il medico si limita a farle un controllo, poi si allontanano.

Stessa sorta capita a Chuhai, che si risveglia in una situazione del tutto simile e anch’essa subisce un esame medico dallo stesso individuo. Le due cominciano a parlarsi telepaticamente, cercando di capire dove si trovino. Sfortunatamente, nessuna delle due sembra essere in grado di liberarsi.

Dopo un periodo che pare interminabile lo stesso medico fa ritorno nella stanza di Shochu, accompagnato da un’infermiera dall’espressione folle, con molti tubi di plastica nei capelli. Il medico prescrive a Shochu una massiccia dose di tranquillanti, che l’infermiera inietta nella flebo nonostante le proteste della Paradox: di nuovo, perde i sensi.

Chuhai percepisce lo svenimento della sua “originale”, e dopo pochi minuti assiste all’ingresso degli stessi due individui nella sua stanza.
Per lei si prospetta una sorte del tutto diversa: hanno notato il tatuaggio della Ruiji, capendo che è un clone, e le comunicano che i suoi organi verranno espiantati e rivenduti.
Chuhai protesta, ma l’infermiera minaccia di sedare anche lei. La barella viene condotta in un laboratorio sotterraneo pieno di cadaveri coperti da teli (a una prima occhiata pare un obitorio), Chuhai viene coperta con un lenzuolo e lasciata da sola diverse ore.

La clone non ha intenzione di lasciarci la pelle: nonostante la temperatura gelida fa di tutto per liberarsi, riuscendo dopo molti tentativi a rovesciare la barella su un lato. Da questa scomoda posizione riesce a far scivolare la mano nella costrizione di cuoio (rompendosi un dito) e a liberarsi del tutto. Riesce a trovare un bisturi, ma la porta d’uscita è chiusa. Dopo qualche minuto sente dei passi nel corridoio, così rimette a posto la barella e ci si sdraia nuovamente, facendo finta che non sia successo nulla.

Un giovane medico con un tatuaggio in faccia entra nella sala fischiettando e preparando le sue cose: è quello che si dovrà occupare di “aprirla e tirarle via gli organi”. Chuhai aspetta che le dia la schiena, dopodiché si alza e lo prende in ostaggio puntandogli il bisturi al collo.
“Ora tu mi porti dalla mia originale”, gli dice con un tono che non lascia intendere obiezioni.
“Sei in un quartier generale degli Shinigami… non hai idea di cosa stai facendo”, risponde lui, ma Chuhai è inamovibile.

Il medico la conduce al braccio delle celle dove Shochu è rinchiusa, facendo credere a una guardia che sta scortando la prigioniera in un altro laboratorio per un controllo.
Sfortunatamente le cose vanno di male in peggio: la cella dove Shochu dovrebbe trovarsi è vuota.
“Ho sentito che i miei capi hanno fatto accordi… per venderla a qualcuno. Devono averla già portata via”, dice il medico.
Chuhai ordina al medico di portarla fuori di qui, e lui le offre un un’unica via d’uscita: il forno crematorio in cui smaltiscono i cadaveri dell’obitorio ha un tunnel di scarico che porta direttamente nella fogna. Spegnerà il forno per il tempo necessario a farla passare.
I due tornano al laboratorio, ma Chuhai non si fida: ha paura che il medico possa giocarle brutti scherzi, ragion per cui verrà con lui nel tunnel.

Fortunatamente il medico è di parola: passando in una strettoia colma di inquietanti fiammelle e frammenti d’osso anneriti riescono a raggiungere la fogna, momento in cui le loro strade si separano.
Le ultime parole del medico, prima che si diriga verso la superficie, sono molto inquietanti: “non posso far capire che sei scappata, mi farebbero fuori. Devo andare a procurarmi degli altri organi”.
Chuhai si dirige all’esterno, sotto la pioggia scrosciante di Arashi.

Nel frattempo Shochu riprende i sensi, trovandosi legata a una sedia a rotelle. Assiste a un cospicuo passaggio di yen tra un capitano degli Shinigami e la temibile Kimiko, che poi la prende in custodia assieme ad alcuni sgherri dall’aria minacciosa.
“Questa volta hai finito di metterci i bastoni tra le ruote… hai ucciso uno dei nostri, continui ad essere una zanzara fastidiosa. Ti porteremo in un posto dove non potrai più nuocerci… e forse, la tua Fondazione penserà che tu abbia un valore.”
“Non ci contare troppo”, sono le parole di Shochu.
Kimiko la conduce in un laboratorio sotterraneo. Non appena un grosso macchinario viene attivato si apre un varco verso un’altra ricorsione, che Shochu tenta di sigillare con la sua revisione di chiave di apertura, fallendo.
Dove mi stai portando?”, chiede lei.
Noi lo chiamiamo il Reclusorio.
I due varcano il portale.
Nelle strade di Arashi, il collegamento telepatico con Chuhai si interrompe definitivamente.

Su Goliath…
Transitando in una fitta macchia di vegetazione il gruppo sente provenire un fetore rivoltante. Numerose mosche, gonfie e rossastre, ronzano nell’aria: è probabile che ci sia una carogna nelle vicinanze. Senza dover cercare molto il gruppo si imbatte nella carcassa di una creatura enorme, simile a un millepiedi mostruoso: le sue zampe hanno una lunghezze esagerata e il corpo principale, dalla testa alla coda, è lungo oltre venti metri. Migliaia e migliaia di mosche sono asserragliate sulla carcassa.
Eleonor si avvicina, incuriosita, ma a pochi metri di distanza il gigantesco insetto ha un sussulto improvviso.
Le mosche si disperdono e il kaiju (perché è di questo che si tratta) colpisce la Paradox, scagliandola contro il tronco di un albero. L’impatto è dolorosissimo, ma non c’è tempo da perdere: il mostro gli ha teso una trappola, e ora vuole la loro carne.
Allen (in preda alla follia) estrae la sua mano-martello e si lancia in groppa alla creatura, cercando di sfondarne la corazza chitinosa. Hector spara con il suo fucile al plasma, mentre Eleonor tenta di usare il Decapitatore Gargantuano (senza riuscire nell’intento: l’arma è troppo difficile da maneggiare con le sue scarse abilità in battaglia).
A quanto pare l’essere è in grado di controllare gli sciami di mosche, che dopo essersi rifugiate in alcune tasche naturali presenti nella sua carne fuoriescono in massa dirigendo i loro pungiglioni sui personaggi. L’unico che riesce a evitare di essere preso è Hector, che si lancia in una pozza di fango, mentre gli altri due agenti vengono feriti.
La creatura sbalza via Allen dalla groppa e dirige le sue zampe acuminate verso il Vector, che viene prima stritolato e poi scagliato via; il Tuono Sterminatore riesce a intaccare la corazza del kaiju, ma è evidente che l’arma al plasma ha il solo effetto di farlo arrabbiare ancora di più.
Eleonor urla a tutti di darsi alla fuga e utilizza i suoi nuovi poteri per trasformarsi in un fulmine e recarsi il più lontano possibile. Sul campo rimangono solamente Hector (che riesce a capire che l’unico punto debole del mostro è l’interno della bocca, non corazzato) e Allen, che nel frattempo sta venendo martoriato dalla creatura.
Contro ogni aspettativa Hector riesce a saltare sotto le zampe del kaiju e a prendere Allen, quasi allo stremo delle forza, portandolo verso Eleonor.
La Paradox nel frattempo è ricomparsa su un cumulo di rocce. Vicino a lei si trovano due gorilla in posizione eretta, armati con asce di pietra. Non appena la vedono iniziano a grugnire, indicando un buco poco distante: troppo piccolo per lasciar entrare il kaiju, ma ampio a sufficienza da permettere la fuga ai personaggi.
Hector, con le energie date dalla paura, si lancia in una corsa a perdifiato e raggiunge Eleonor, che nel frattempo si è lanciata nel buco con i due gorilla. Allen rimane indietro, venendo quasi afferrato dal kaiju e scagliato per terra, ma riesce a rialzarsi evitando la morte e ruzzolando anche lui nel buco.
I due uomini-gorilla si affrettano a richiudere l’ingresso con un enorme pietra, poi fanno un leggero inchino ai tre agenti, mostrandogli enorme rispetto.
Casa. Voi casa”, dicono i primitivi, facendo cenno di seguirli.
Non c’è altra strada. Il gruppo si inoltra nel tunnel buio.

Al Reclusorio…
La sedia a rotelle di Lory viene condotta in un luogo freddo e silenzioso. Le sue sensazioni sono attenuate: non vede nulla, non riesce a muovere gli arti. Legs, Kimiko, l’Agente White (o come vogliate chiamarlo) rimane in silenzio, limitandosi a spingere Lory al suo destino.
Una voce registrata annuncia: “Questo è il Reclusorio. Verrete condotti alle vostre celle, dove riceverete il minimo indispensabile per il vostro sostentamento. La fuga è impossibile.
Lory continua a parlare facendo la spavalda, ma l’agente rimane in silenzio. Si limita a condurla in un luogo dove viene rimossa dalla sedia a rotelle e appoggiata su qualcosa di imbottito, poi sente una porta metallica chiudersi alle sue spalle. Prova prima a rialzarsi, ma non ci riesce: manca qualcosa.
La Paradox cerca di traslare, ma anche qui qualcosa non funziona: la sua mente si schianta contro un illusorio muro di mattoni prima di scagliarsi nell’Anomalia.
Il silenzio è assordante, Lory continua a parlare chiedendo se c’è qualcuno.
Qualcosa sbatte contro la porta metallica della sua nuova casa.
Silenzio! O ti facciamo tagliare anche la lingua!”, urla qualcuno, probabilmente una guardia.
Anche?”, dice Lory.
“Oltre agli occhi e agli arti”.

Gli agenti sono in una brutta situazione su Goliath, ma il destino di Lory appare ancora peggiore e privo di speranza.
Saprete cosa le riserva il futuro nella prossima sessione…

Artefatti di Goliath

Decapitatore Gargantuano
Livello: 1d6+4
Forma: Uno spadone di materiale plastico con lama estraibile lunga otto metri e impugnatura adatta a un essere umano.
Effetto: Gli antichi abitanti di Goliath non erano gente che andava molto per il sottile: sicuramente sapevano combattere, ma dovevano anche avere i mezzi per farlo. “Una spada in grado di decapitare un kaiju” è la descrizione migliore che si possa fare del decapitatore gargantuano: una spessa e affilata spada quasi indistruttibile, ripiegata su sé stessa, che all’occorrenza può essere allungata fino a raggiungere la lunghezza di otto metri (come le massime dimensioni del collo di un qualsiasi kaiju, eccezion fatta per i superiori) pur mantenendo un peso moderato. Alcuni micro razzi sistemati in punti strategici della lama compensano, tramite l’attivazione delle cariche che generano forza cinetica opposta al terreno, la scarsa manovrabilità dello strumento.
Il decapitatore gargantuano è un’arma pesante difficile da padroneggiare (anche chi è competente nelle armi pesanti ha la difficoltà aumentata di un grado a suo svantaggio) che infligge 10 danni.
Deterioramento: 1 su 1d6 ogni volta che viene utilizzata in combattimento contro un kaiju (tirare una sola volta per tutto lo scontro).

Esoarmatura Goliathiana
Livello: 1d6+4
Forma: Una esoarmatura di materiale plastico.
Effetto: Queste armature sono estremamente resistenti e possono essere rinvenute in tre diverse tipologie: leggera, media e pesante. In ogni caso, forniscono 2 punti di armatura in più rispetto alla norma. Sono completamente sigillate e dotate di un’atmosfera propria, che proteggono chi la indossa da veleni inalati e gli consentono di agire normalmente in assenza di ossigeno. Il valore di Armatura fornito dall’artefatto si applica anche ai danni che normalmente ignorerebbero l’armatura, per esempio quelli derivanti dal freddo o dal calore (ma non quelli all’Intelletto).
Non è la norma, ma alcune esoarmature sono munite di jet pack, che permette di compiere brevi voli e planate a distanza lunga come azione di movimento. Il jet pack non consente un volo stabile, ed è sempre necessario atterrare su una superficie solida dopo 3 turni dall’attivazione.
Deterioramento: - (il GM può decidere in qualunque momenti che i danni impattati dalla corazza abbiano danneggiato irreparabilmente il sistema interno di rigenerazione atmosferica o il jet pack. L’artefatto continua comunque a funzionare come armatura.)

Tuono Sterminatore
Livello: 1d6+4
Forma: Una cannoniera automatica da posizionare sulla spalla.
Effetto: Questo cannone automatico da spalla genera proiettili di plasma globulare, che esplodono con forza esplosiva non appena entrano in contatto con il bersaglio. Il bersaglio del proiettile subisce danni pari al livello dell’artefatto, e tutte le altre creature che si trovano entro dieci metri dal bersaglio subiscono la metà di quei danni (arrotondati per difetto). L’effetto detonante del proiettile è notevolmente aumentato se viene sparato all’interno di un ambiente ristretto (come un buco nel terreno… o la bocca di un kaiju): in questo caso non c’è danno ad area, ma il bersaglio diretto dell’attacco subisce 5 danni extra rispetto ai normali danni dell’artefatto.
Quando viene trovato, un tuono sterminatore ha in genere batterie sufficienti per sparare 3d10 volte.
Deterioramento: 1 su 1d10 ogni volta che viene sparato un colpo.