Riprendiamo
ufficialmente Numenera dopo la lunga pausa estiva!
Dopo 4
giorni di viaggio i nostri giungono finalmente ad Auspar, capitale del Reame di
Thaemor. Chiamata anche Città degli Aghi per la curiosa forma dei suoi edifici
sottili, aguzzi e talmente alti da sfiorare il cielo, con i suoi ventimila
abitanti è una visione piuttosto curiosa per Leon, Kendra e Spritz, abituati ai
piccoli aldeia dell’Oltre.
Chi si offre di ospitare il gruppo presso
la Magione Vivente, la sede locale dei Sarraceniani. Durante il passaggio tra
le passerelle e i ponti sospesi tra una guglia e l’altra il gruppo ha modo di
notare il Precipizio, palazzo di Re
Holivar, la cattedrale dell’Ordine del Vero e, in una zona periferica della
città, il tendone di un circo itinerante.
Arrivati
al luogo indicato, il gruppo non ha difficoltà a capire il motivo del suo nome:
la torre dei Sarraceniani, più bassa e tarchiata delle altre, è completamente
coperta di edera rampicante verde e gialla.
L’interno
dell’edificio è, se possibile, ancor più maestoso: fiori e piante pensili sono
ovunque, il terreno è coperto da uno strato di erba e muschio rigoglioso,
alberi sostengono le passerelle che conducono ai piani più alti dell’edificio.
Mentre Chi
si occupa di sistemare il prigioniero Bhalar
in un luogo appropriato, l’intero gruppo viene condotto in una stanza dove
possono riposare su soffici letti di muschio e mangiare della frutta che cresce
direttamente sul posto.
Dopo circa
un’ora, Chi ritorna accompagnato da Auletta
(vedi l’immagine!), la Sarraceniana conosciuta dai nativi dell’Oltre alcuni
mesi prima. La donna si presenta anche a Ellie e Neil Vane, poi afferma di
essere già stata aggiornata da Chi sulla loro condizione e sulla perdita di
memoria che hanno subito.
L’altro
Sarraceniano ha portato con sé un campione delle spore che hanno causato lo
spiacevole effetto: Auletta afferma che, avendo sufficiente tempo, potrebbe
produrre una sostanza neuronale in grado di ristabilire parti di memoria, che
molto probabilmente giungerebbero come flash nel cervello; i membri del gruppo
le chiedono di mettersi all’opera.
Auletta
riferisce loro alcune cose accadute durante il viaggio da Guardianera ad
Auspar: sono prima giunti a Jyrek, dove però il gruppo ha fatto poco, poiché
piuttosto sconvolto per uno strano sogno collettivo che avevano fatto,
riguardante una cattedrale nera e il risveglio di una statua incoronata. Sono
poi ripartiti alla volta di Auspar, dove hanno accettato una missione affidata
dal folle Re Holivar: la ricerca di qualcosa chiamato Branco di Ombre. Non si
sa precisamente se sia un numenera, o un qualche tipo di conoscenza passata, ma
la speranza del Re è di utilizzarla come arma contro i regni confinanti e
pagherà profumatamente chiunque gli porti delle informazioni.
Discutono
infine sulla sorte di Bhalar: affidarlo alla giustizia del re è l’ipotesi più
probabile, poiché i Sarraceniani non sono intenzionati a sporcarsi le mani, ma
poi al gruppo balza in testa un’idea per rendere definitivamente inoffensivo l’uomo,
che con le sue conoscenze botaniche potrebbe provocare altri disastri in
futuro, ovvero fargli inalare le spore cancella-memoria. Auletta si propone di
modificarle perché cancellino la memoria a lungo termine.
Dopo
questa lunga discussione il gruppo, provato dal viaggio, propone di andare a
divertirsi al circo, che Auletta rivela essere uno spettacolo di mutanti.
Recuperate un paio di bottiglie di vino, l’intero gruppo e la Sarraceniana si
dirigono al tendone, dove assistono a uno strano spettacolo composto da
- Una
prima esibizione di fuochi artificiali.
- Un
mutante in grado di sparare spine dalla bocca che si esibisce come lanciatore
di “coltelli”.
- Un
gruppo di acrobati volanti.
- Un
lattimor che si esibisce in prove di forza piegando sbarre d’acciaio e rompendo
oggetti.
- Un
mutante dalla pelle scagliosa, dotato di quattro braccia, che afferra e taglia
frecce che gli vengono scagliate contro.
- Uno
specchio che viene lasciato al centro della pista, da cui iniziano a
fuoriuscire dei tentacoli carnosi e urla disumane e terribili; poi lo specchio
viene disattivato e lo strano fenomeno scompare.
- Una
donna coperta di veli e con indosso una maschera d’oro che si esibisce in una
suonata di violino creando al contempo illusioni magnifiche.
Al termine
dello spettacolo Spritz ha bevuto troppo vino per fare qualsiasi cosa e si
dirige lentamente verso la città, Leon rimane in dolce compagnia con Auletta
(pare che tra i due ci sia del feeling), mentre Kendra, Neil ed Ellie sono
rimasti piuttosto incuriositi dallo specchio, ritenendolo un numenera
portentoso.
Questi
ultimi decidono quindi di infiltrarsi tra le tende dei circensi per trovarlo e
studiarlo. Ellie nota piuttosto facilmente che lo specchio è stato riposto in
una cassa da due nani, che poi si sono messi a bere vino nella tenda. I tre
aspettano che si siano ubriacati e tentano di infiltrarsi, ma in quel momento
il lattimor che si era esibito in prove di forza passa di lì notando Neil ed
Ellie, mentre Kendra riesce a nascondersi dietro a un tendaggio.
L’aggressivo
lattimor (di nome Volur-Pod) li
intima di dirgli cosa stiano facendo lì, e si dimostra piuttosto aggressivo
verso Ellie che indossa gli abiti da Ministro degli Eoni, vista l’intolleranza
dell’ordine per i mutanti.
Neil
riesce a fregarlo facendogli credere che voglia unirsi al circo, e in modo
piuttosto scorbutico il lattimor gli dice di seguirlo dal direttore per
mostrargli le sue abilità.
I due si
allontanano lasciando Kendra sola nella tenda, che però si trova in difficoltà
con il lucchetto della cassa in cui è stato chiuso lo specchio. In un attimo di…
“boh” (io stesso non saprei come
definirlo) la ragazza chiama a gran voce Leon per farsi aiutare, avendo l’unico
effetto di farsi sentire da Volur-Pod, che fa dietro-front e le corre addosso
agitando una mazzetta.
Kendra se
ne va volando, Ellie insegue il lattimor con la speranza di fermarlo, Neil ne
approfitta per infilarsi nella tenda, aprire la cassa ed esaminare lo specchio
interfacciandosi con lui… scoprendo che ovviamente si tratta di un numenera,
una porta verso un’altra dimensione.
Dopo aver
ricevuto una stretta gravitazionale il lattimor si calma entrando in stato
neem, e intimando agli invasori di andarsene. Così fanno, mentre Neil rimette
lo specchio al suo posto: è decisamente troppo ingombrante per rubarlo.
I tre
tornano alla città. Neil si ricongiunge con Spritz e passano la serata a bere,
e lo stesso fanno Ellie e Kendra.
Nel frattempo
Leon si è ritirato alla Magione Vivente con Auletta, che lo invita a bere
qualcos’altro. Le loro discussioni vertono sulla discriminazione dei mutanti,
gli obiettivi del re folle, le possibilità di recupero completo della memoria.
La
Sarraceniana ha una teoria: compiere le stesse azioni eseguite durante il periodo
che è stato dimenticato potrebbe portare a un recupero parziale della memoria,
come se i ricordi venissero rievocati. Leon dice che ci proverà.
Auletta
replica con “allora vediamo se ti ricordi
di questo”, prima di togliersi i vestiti e passare con il jack una
piacevole serata sui letti di muschio.
La mattina
successiva, tutti quanti con i postumi della sbornia, decidono di andare a
colloquiare con Re Holivar. Si recano al Precipizio e, dopo aver mostrato la
pergamena con il permesso reale, vengono ricevuti immediatamente (non prima di
aver consegnato tutte le armi e i numenera).
Il vecchio
Holivar il Primo è chiaramente pazzo: già dalle sue prime parole si comprende
che è ossessionato dalla minaccia dei regni circostanti, ed è smanioso di
sapere cosa hanno scoperto i personaggi.
Cautamente,
e per nulla fiduciosi nei confronti del re, decidono di dargliene solamente
poche: riferiscono della tana di margr contenente la Mano Nera trovata sulle
colline a est di Ambhar, ma non dicono nulla della sortita di Malevich tramite
le piante carnivore modificate e dei dischi d’ombra.
Generosamente,
Holivar li paga una grossa somma di shint e gli propone un altro compito: erano
tre i gruppi di avventurieri mandati a cercare informazioni sul Branco di
Ombre: loro, una squadra di bravacci capitanata da Cor (di cui il re ha informazioni fresche) e un’altra comandata da
un varjellen di nome Idlas’ka, che
si è diretta in un luogo chiamato Valle Pallida dove forse avrebbero potuto
trovare qualcosa.
La squadra
di Idlas’ka non ha più riferito notizie, e il Re vuole sapere cosa sia
accaduto: chiede al gruppo che li ritrovino e, nel caso sia capitato loro
qualcosa, completino la missione al posto loro.
Il gruppo
accetta, ma nel frattempo Leon legge la mente del re, sentendo chiaramente due
voci distinte che parlano tra loro come in un dialogo: entrambe le voci sono
del re, e la paranoia traspare in ogni sua parola. Un altro chiaro segnale
della sua follia.
Si
congedano, recuperando tutta la loro roba, e si preparano a partire per un
altro viaggio.
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