giovedì 26 marzo 2015

La Tomba delle Nuvole - III: I Fiori della Luna



Questa sessione vede un nuovo ingresso nel cast di personaggio, Blanche, la jack istruita che è in parte evanescente!
Avevamo lasciato il nostro gruppo in viaggio per le pianure di Kataru, diretti verso una fantomatica rovina indicatagli dal Dottor Morkel. Durante il viaggio si imbattono in Avir, un aldeia di poco più di cinquanta abitanti nel bel mezzo della prateria, con solamente una taverna di poco conto, una dozzina di abitazioni e poco altro di interessante.
I tre, con lo scopo di rifocillarsi, si recano alla taverna, dove tutto ciò che lo scorbutico oste offre loro è stufato di espron e distillato, perché pare che non abbia null’altro. I tre consumano allora un rapido pasto, e per quanto il distillato sia di gran lunga il peggiore che abbiano mai bevuto, lo stufato dal forte odore di spezie è decisamente buono. L’ostilità all’interno dell’insediamento è quasi palpabile, e il gruppo si attira le occhiatacce ostili di un sacco di persone, ma la questione è molto semplice: pare che gli stranieri non siano graditi.
Nel frattempo, Blanche riprende i sensi. L’ultima cosa che ricorda è di essersi recata in un aldeia di nome Avir per contattare un uomo che a quanto pare è in possesso di un raro libro di chimica, necessario ai suoi studi. Arrivata in città alla sera, qualcuno l’ha aggredita per strada, dandole una botta in testa. Si è ritrovata legata e imbavagliata in una cantina, sentendo un forte vociare provenire dall’alto un odore speziato che permeava l’area.
Grazie ai suoi poteri, liberarsi è semplice: i polsi e le caviglie semplicemente passano attraverso le corde. Chiunque l’abbia intrappolata non si è dato troppa cura di sottrarle l’equipaggiamento, che giace in bella mostra poco distante. Blanche utilizza il suo potere anche per passare attraverso una botola nel soffitto, bloccata da qualcosa di pesante, e si trova nella cucina della locanda. Silenziosamente giunge nella sala comune, dove riceve qualche occhiataccia da parte dell’oste, che però non pare particolarmente in allarme nel vederla.
Spritz la nota: Blanche è infatti una sua vecchia conoscenza, e subito gli riaffiorano i ricordi di quando, dopo averla inseguita per recuperare un arcano che la jack gli aveva sottratto, questa era rimasta bloccata con il corpo a metà dentro un albero. Da allora, i due non erano diventati proprio amici, ma se non altro c’era stato un rapporto non ostile.
Blanche si unisce al gruppo e spiega loro la situazione, condividendo il pranzo. Nessuno nella locanda sembra dare l’allarme per la sua fuga, ma facendo qualche domanda, il gruppo scopre che forse sarebbe il caso di andarsene lì il prima possibile, detto chiaramente con intenzioni minacciose.
Il gruppo si reca allora dallo studioso con cui Blanche doveva parlare, e trovano la sua abitazione barricata. L’uomo è chiaramente paranoico, e decide di farli entrare solo una volta accertatosi che si tratta di stranieri. Una volta all’interno, spiega la situazione: da alcune settimane la gente dell’aldeia impazzisce durante la notte. Diventano semplicemente folli e iniziano a vagare per strada in preda ai più bassi istinti, lottando tra di loro e comportandosi come animali. Il giorno successivo non solo non hanno alcun ricordo dell’accaduto, ma sembrano ignorare o giustificare con falsi ricordi tutti i danni riportati durante la notte: occhi neri, contusioni o altre piccole ferite non sembrano importar loro.
Alcune settimane fa era giunto in città un medico itinerante che si era proposto di risolvere la situazione, ma era stato mandato via dagli abitanti ancora sani perché aveva richiesto un pagamento troppo esoso. Quando il gruppo chiede una descrizione, l’anziano studioso descrive dettagliatamente il Dottor Morkel, accompagnato da un energumeno con un occhio solo, che corrisponde alla descrizione di Ferik.
L’uomo non sa spiegarsi a cosa sia dovuta questa malattia. Il gruppo si propone di indagare: se riusciranno a risolvere il problema, l’uomo darà loro in cambio il libro di chimica. Egli non ha nulla da obiettare, e accetta.
I personaggi escono e iniziano a discutere della situazione. In quel momento, Mistar ha un’intuizione che gli salverà la serata: si reca tra i cespugli e vomita lo stufato speziato appena mangiato.
Il tramonto arriva in fretta, e in quel momento anche Leon, Spritz e Blanche sono vittima della strana malattia: privi di ogni controllo, i tre iniziano a scorrazzare per la città attaccando rissa con gli altri abitanti, spaccando oggetti e comportandosi come animali. Blanche combatte contro altri due popolani colpendoli con un grosso rastrello, Spritz e Leon lottano tra di loro prendendosi a pugni. Nel frattempo, Mistar si arrampica su un tetto e sorveglia la situazione dall’alto, non sapendo precisamente che pesci pigliare.
La notte si consuma, e all’alba buona parte degli abitanti giacciono per le strade, privi di sensi e decisamente malconci. Quando il sole spunta, questi si alzano e tornano alle loro case come se nulla fosse successo. Nemmeno i membri del gruppo vittima di questa pazzia hanno alcun ricordo dell’accaduto, ma solo alcune ferite dolorose.
Il gruppo si reca alla locanda, dove trova l’oste al lavoro, con un paio di denti in meno. Fanno alcune domande sullo stufato, e dopo un po’ di insistenza l’oste rivela che è stato insaporito con alcuni petali gialli che gli sono stati venduti da una cacciatrice alcune settimane prima, una descrizione che combacia con quella di Jara Lorrs, una delle guardie del corpo del Dottor Morkel! Con perfetto tempismo, il dottore è giunto in città alcuni giorni dopo, e il gruppo inizia a farsi domande sull’onestà dell’individuo con cui hanno stretto un accordo.
Tornano a casa dello studioso e chiedono in prestito un volume di botanica, che gli viene concesso. Qui sfogliano le pagine finché non trovano un fiore giallo di nome Abish, chiamato anche Fiore della Luna, che combacia perfettamente con la descrizione e gli effetti che loro hanno dei petali. Dal forte odore e sapore speziato, questo fiore coltivato dagli Antichi ha effetti che causano psicosi e follia seguiti da amnesie, che però vengono bloccati dall’esposizione alla luce solare. Ecco perché gli abitanti del villaggio impazziscono solo di notte!
Il gruppo torna in taverna e chiede all’oste di comprare le spezie, ma questi richiede una cifra troppo alta. Spritz decide allora di introdursi in cucina passando dal retro, e riesce a sottrarre la sacca contenente i fiori ma, grazie a un’intromissione del narratore, quando sta tentando di scappare dalla finestra viene bloccato da alcuni sauri da allevamento di proprietà dell’oste. Passa allora dalla porta principale (facendosi notare) e il gruppo è costretto a darsi a una fuga rocambolesca, lanciando l’intera borsa contenente le spezie agli affamati sauri che la divorano in pochi istanti. L’oste li insegue sbraitando per un poco, ma nel giro di breve sono lontani. Gli effetti del fiore, non essendo più in circolazione nell’aldeia, passeranno entro breve.
Lo studioso tiene fede ai patti e dona loro il volume di chimica. Con un componente in più, il gruppo è pronto a rimettersi in marcia.

Dopo alcuni giorni, l’altopiano rosso è finalmente in vista! La scalata è faticosa ma non troppo complicata, ma una volta arrivati al di sopra, il gruppo si rende conto che non sono soli. Infatti, la superficie dell’altopiano è costellata di tende appartenenti a una tribù nomade.
Avvicinandosi furtivamente, il gruppo si rende conto che tutti i selvaggi presenti hanno le labbra viola…

Finalmente il gruppo ce l’ha fatta a giungere al suo obiettivo, ma riusciranno a entrare nella rovina? Come reagiranno i selvaggi alla loro presenza? Lo scoprirete nel prossimo riassuntone!

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