Questa
sessione vede un nuovo ingresso nel cast di personaggio, Blanche, la jack
istruita che è in parte evanescente!
Avevamo
lasciato il nostro gruppo in viaggio per le pianure di Kataru, diretti verso
una fantomatica rovina indicatagli dal Dottor
Morkel. Durante il viaggio si imbattono in Avir, un aldeia di poco più di
cinquanta abitanti nel bel mezzo della prateria, con solamente una taverna di
poco conto, una dozzina di abitazioni e poco altro di interessante.
I tre, con
lo scopo di rifocillarsi, si recano alla taverna, dove tutto ciò che lo
scorbutico oste offre loro è stufato di
espron e distillato, perché pare che non abbia null’altro. I tre consumano
allora un rapido pasto, e per quanto il distillato sia di gran lunga il
peggiore che abbiano mai bevuto, lo stufato dal forte odore di spezie è
decisamente buono. L’ostilità all’interno dell’insediamento è quasi palpabile,
e il gruppo si attira le occhiatacce ostili di un sacco di persone, ma la
questione è molto semplice: pare che gli stranieri non siano graditi.
Nel
frattempo, Blanche riprende i sensi. L’ultima cosa che ricorda è di essersi
recata in un aldeia di nome Avir per contattare un uomo che a quanto pare è in
possesso di un raro libro di chimica, necessario ai suoi studi. Arrivata in
città alla sera, qualcuno l’ha aggredita per strada, dandole una botta in
testa. Si è ritrovata legata e imbavagliata in una cantina, sentendo un forte
vociare provenire dall’alto un odore speziato che permeava l’area.
Grazie ai
suoi poteri, liberarsi è semplice: i polsi e le caviglie semplicemente passano
attraverso le corde. Chiunque l’abbia intrappolata non si è dato troppa cura di
sottrarle l’equipaggiamento, che giace in bella mostra poco distante. Blanche
utilizza il suo potere anche per passare attraverso una botola nel soffitto,
bloccata da qualcosa di pesante, e si trova nella cucina della locanda.
Silenziosamente giunge nella sala comune, dove riceve qualche occhiataccia da
parte dell’oste, che però non pare particolarmente in allarme nel vederla.
Spritz la
nota: Blanche è infatti una sua vecchia conoscenza, e subito gli riaffiorano i
ricordi di quando, dopo averla inseguita per recuperare un arcano che la jack
gli aveva sottratto, questa era rimasta bloccata con il corpo a metà dentro un
albero. Da allora, i due non erano diventati proprio amici, ma se non altro c’era
stato un rapporto non ostile.
Blanche si
unisce al gruppo e spiega loro la situazione, condividendo il pranzo. Nessuno
nella locanda sembra dare l’allarme per la sua fuga, ma facendo qualche
domanda, il gruppo scopre che forse sarebbe il caso di andarsene lì il prima
possibile, detto chiaramente con intenzioni minacciose.
Il gruppo
si reca allora dallo studioso con cui Blanche doveva parlare, e trovano la sua
abitazione barricata. L’uomo è chiaramente paranoico, e decide di farli entrare
solo una volta accertatosi che si tratta di stranieri. Una volta all’interno,
spiega la situazione: da alcune settimane la gente dell’aldeia impazzisce
durante la notte. Diventano semplicemente folli e iniziano a vagare per strada
in preda ai più bassi istinti, lottando tra di loro e comportandosi come
animali. Il giorno successivo non solo non hanno alcun ricordo dell’accaduto, ma
sembrano ignorare o giustificare con falsi ricordi tutti i danni riportati
durante la notte: occhi neri, contusioni o altre piccole ferite non sembrano
importar loro.
Alcune
settimane fa era giunto in città un medico itinerante che si era proposto di
risolvere la situazione, ma era stato mandato via dagli abitanti ancora sani
perché aveva richiesto un pagamento troppo esoso. Quando il gruppo chiede una
descrizione, l’anziano studioso descrive dettagliatamente il Dottor Morkel,
accompagnato da un energumeno con un occhio solo, che corrisponde alla
descrizione di Ferik.
L’uomo non
sa spiegarsi a cosa sia dovuta questa malattia. Il gruppo si propone di
indagare: se riusciranno a risolvere il problema, l’uomo darà loro in cambio il
libro di chimica. Egli non ha nulla da obiettare, e accetta.
I
personaggi escono e iniziano a discutere della situazione. In quel momento,
Mistar ha un’intuizione che gli salverà la serata: si reca tra i cespugli e
vomita lo stufato speziato appena mangiato.
Il
tramonto arriva in fretta, e in quel momento anche Leon, Spritz e Blanche sono
vittima della strana malattia: privi di ogni controllo, i tre iniziano a
scorrazzare per la città attaccando rissa con gli altri abitanti, spaccando
oggetti e comportandosi come animali. Blanche combatte contro altri due
popolani colpendoli con un grosso rastrello, Spritz e Leon lottano tra di loro
prendendosi a pugni. Nel frattempo, Mistar si arrampica su un tetto e sorveglia
la situazione dall’alto, non sapendo precisamente che pesci pigliare.
La notte
si consuma, e all’alba buona parte degli abitanti giacciono per le strade,
privi di sensi e decisamente malconci. Quando il sole spunta, questi si alzano
e tornano alle loro case come se nulla fosse successo. Nemmeno i membri del
gruppo vittima di questa pazzia hanno alcun ricordo dell’accaduto, ma solo
alcune ferite dolorose.
Il gruppo
si reca alla locanda, dove trova l’oste al lavoro, con un paio di denti in
meno. Fanno alcune domande sullo stufato, e dopo un po’ di insistenza l’oste
rivela che è stato insaporito con alcuni petali gialli che gli sono stati
venduti da una cacciatrice alcune settimane prima, una descrizione che combacia
con quella di Jara Lorrs, una delle
guardie del corpo del Dottor Morkel! Con perfetto tempismo, il dottore è giunto
in città alcuni giorni dopo, e il gruppo inizia a farsi domande sull’onestà
dell’individuo con cui hanno stretto un accordo.
Tornano a
casa dello studioso e chiedono in prestito un volume di botanica, che gli viene
concesso. Qui sfogliano le pagine finché non trovano un fiore giallo di nome
Abish, chiamato anche Fiore della Luna, che combacia perfettamente con la
descrizione e gli effetti che loro hanno dei petali. Dal forte odore e sapore
speziato, questo fiore coltivato dagli Antichi ha effetti che causano psicosi e
follia seguiti da amnesie, che però vengono bloccati dall’esposizione alla luce
solare. Ecco perché gli abitanti del villaggio impazziscono solo di notte!
Il gruppo
torna in taverna e chiede all’oste di comprare le spezie, ma questi richiede
una cifra troppo alta. Spritz decide allora di introdursi in cucina passando
dal retro, e riesce a sottrarre la sacca contenente i fiori ma, grazie a un’intromissione
del narratore, quando sta tentando di scappare dalla finestra viene bloccato da
alcuni sauri da allevamento di proprietà dell’oste. Passa allora dalla porta
principale (facendosi notare) e il gruppo è costretto a darsi a una fuga
rocambolesca, lanciando l’intera borsa contenente le spezie agli affamati sauri
che la divorano in pochi istanti. L’oste li insegue sbraitando per un poco, ma
nel giro di breve sono lontani. Gli effetti del fiore, non essendo più in
circolazione nell’aldeia, passeranno entro breve.
Lo
studioso tiene fede ai patti e dona loro il volume di chimica. Con un
componente in più, il gruppo è pronto a rimettersi in marcia.
Dopo
alcuni giorni, l’altopiano rosso è finalmente in vista! La scalata è faticosa
ma non troppo complicata, ma una volta arrivati al di sopra, il gruppo si rende
conto che non sono soli. Infatti, la superficie dell’altopiano è costellata di
tende appartenenti a una tribù nomade.
Avvicinandosi
furtivamente, il gruppo si rende conto che tutti i selvaggi presenti hanno le
labbra viola…
Finalmente
il gruppo ce l’ha fatta a giungere al suo obiettivo, ma riusciranno a entrare
nella rovina? Come reagiranno i selvaggi alla loro presenza? Lo scoprirete nel
prossimo riassuntone!
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