venerdì 24 giugno 2016

The Neversleeping Eye - Sessione 15: Due Strade Verso il Baratro




Su Arashi…
Shochu e Chuhai decidono di lasciare il resto della squadra al loro destino e si allontanano dalla console di Goliath, mosse solamente dal desiderio di trovare Kimiko. Sanno che la situazione è particolarmente rischiosa, così si dirigono nuovamente al quartier generale della Sorairo, facendo una breve tappa per prendere una precauzione: Shochu si rasa completamente i capelli, diventando del tutto identica a Chuhai. L’unica cosa che contraddistingue il suo clone rimane il simbolo della corporazione Ruiji tatuato dietro l’orecchio destro.

Alla Sorairo l’accoglienza non è delle migliori: non appena l’agente e il suo clone entrano, i mutanti della società segreta puntano le armi contro di loro e le conducono forzatamente da Orochi. A quanto pare Tanuki, prima di abbandonarli per andare a cercare Valerie su Goliath, ha telefonato al capo dei ribelli dicendo di non fidarsi più del gruppo di personaggi.
Orochi si dimostra piuttosto freddo verso Shochu, che chiede solamente un ultimo aiuto per rintracciare Kimiko: dopo quando accaduto alla sala giochi Kuro No Hi Gemu, la collaborazione con gli agenti è diventata fin troppo pericolosa anche per i ribelli. Shochu racconta del tradimento di Tanuki e Orochi, infine, le da un’unica via d’uscita: la Sorairo è riuscita a rintracciare l’indirizzo della sede fisica della OSaRu. Le consegnerà l’informazione, dopodiché i loro rapporti cesseranno: non ci sarà più alcun aiuto da parte dei mutanti, e lei non dovrà mai più tornare alla loro sede. Shochu, non vedendo altre alternative, accetta.
In breve lei e la sua clone vengono condotte fuori dal quartiere, con unicamente un indirizzo come pista.

Su Goliath…
Il resto del gruppo, nel frattempo, ha compiuto la traslazione. I loro nuovi, maestosi corpi fuoriescono da delle capsule criogeniche situate in un gigantesco stanzone metallico!

Allen è un Vector Folle che Ha armi integrate: il focus è rimasto lo stesso di Arashi, ma il suo fisico è notevolmente cambiato. Si tratta di un omone di due metri, coperto di tatuaggi tribali, con un gigantesco maglio biomeccanico di materiali plastici al posto di un braccio.

Eleonor è diventata una Paradox Istruita che Cavalca il fulmine: il suo aspetto è quello di una trentacinquenne pallida, con capelli e occhi bianchi. Possiede diversi innesti metallici sul corpo che gli permettono di manovrare l’elettricità.

Hector ha assunto la forma di uno Spinner Perspicace che È duro a morire: ha fisico massiccio, pelle nera e innesti di kevlar piantati direttamente nel petto e in svariati punti del corpo.

Tutti e tre sono dotati di corpi massicci (le altezze variano da un metro e novanta ai due metri e venti) e all’apice della loro forma fisica. Stranamente la traslazione li ha fatti comparire completamente nudi, e nella stanza in cui si trovano ci sono decine di altre capsule criogeniche vuote. Dopo essersi presi qualche minuto per abituarsi ai nuovi corpi, il gruppo comincia a guardarsi intorno e ad esaminare l’ambiente: sono presenti alcuni sofisticati computer, ma sono spenti. Con una scarica di elettricità Eleonor riesce a farli ripartire, scoprendo alcuni dati interessanti sulle capsule: alcune sono state aperte di recente, addirittura una di esse solamente un paio d’ore prima.
La mancanza di Lory si nota subito: con una previsione, Eleonor scopre che la ragazza è rimasta su Arashi. Traslare nuovamente a così breve distanza potrebbe essere rischioso, così i tre preferiscono esplorare la base.
A quanto pare, nonostante il luogo sia completamente operativo e funzionante, è completamente deserto: la base sotterranea ha mura e pareti di metallo, un enorme hangar centrale vuoto, una zona con dormitori, mense e magazzini, e un’area dedicata all’armeria. Gli agenti si recano prima ai magazzini, recuperando degli abiti termici, barrette iperenergetiche conservate in alluminio e alcuni materiali necessari alla sopravvivenza, come binocoli a infrarossi e bussole.
La seconda tappa è dedicata all’armeria, dove il gruppo rintraccia un paio di crypto, armi energetiche, al plasma e laser in quantità, armature di materiali plastici iper rinforzate (tutte le armi di Goliath infliggono 2 danni in più, e le armature danno 2 punti di armatura in più… vi sembra troppo? Presto scoprirete che non è così!) e ben tre artefatti: un Decapitatore Gargantuano, un Tuono Sterminatore e una Esoarmatura Goliathiana (media e priva di jet pack) (potete trovare la descrizione di questi tre artefatti in fondo al riassunto).
Il gruppo si arma di tutto punto: che fare ora? La Fondazione li aveva inviati in missione su Arashi per recuperare Lory, cosa che sono riusciti a fare… per un breve periodo di tempo. Ora sono nuovamente dall’inizio, in una ricorsione sconosciuta dove probabilmente si trova qualche losco segreto dell’OSR. L’esplorazione di ricorsioni sconosciute costituisce uno dei punti cardine tra gli obiettivi della Fondazione: si propongono quindi di proseguire e recuperare quante più informazioni possibile.

L’unica uscita dalla base li porta ad un ascensore che li conduce sulla superficie, dove una fitta giungla di piante gigante e una montagna immensa costituiscono l’unico panorama. L’aria è purissima e il paesaggio meraviglioso, ma il pericolo si avverte nell’aria…
Un grosso schermo rappresenta una mappa dell’area: il luogo in cui sono è indicato da un puntino luminoso, mentre un altro, contraddistinto dalla scritta “obiettivo” si trova sull’altro versante del monte, a un centinaio di chilometri di distanza in linea d’aria. Il gruppo intuisce che questo potrebbe essere l’addestramento dell’OSR riservato ai giovani videogiocatori di Arashi: sopravvivere al tragitto nella pericolosa giungla raggiungendo l’obiettivo.
C’è poco da fare: con molto timore, il gruppo si mette in marcia…

Su Arashi…
Il quartier generale della corporazione OSaRu non è niente di che: un semplice edificio a quattro piani alla periferia di Arashi, quasi a ridosso dell’enorme muro di cemento armato che circonda tutta la città. Sembra a tutti gli effetti la sede di una piccola casa produttrice di videogame, con una porta a vetri all’ingresso e una guardia armata alla reception. Shochu e il suo clone si separano: la prima va sul retro, trovando un’uscita secondaria che da su un magazzino, mentre Chuhai rimane davanti a sorvegliare la situazione. Il collegamento telepatico fa sì che le due possano comunicare costantemente.

L’ingresso dal magazzino permette a Shochu di evitare la guardia, ma per salire ai piani superiori dovrà comunque passarci molto vicino. Per evitare di essere vista, Chuhai entra e con una scusa distrae l’agente, mentre l’originale si dirige al piano superiore.
Una volta lì, si trova in un piccolo ufficio a cubicoli dove decine di indaffarati impiegati stanno programmando su degli antiquati computer.
Chuhai viene scortata fuori dall’agente e decide quindi di seguire Shochu passando dal retro: una volta lì, però, nota che sulla strada principale si è fermato un piccolo furgone, da cui fuoriescono Shinobu (la ragazzina che Amaterasu aveva sovvenzionato per vincere ai videogiochi) e un individuo vestito in abiti scuri di taglio militare, con un braccio biomeccanico: il secondo agente dell’OSR che si accompagnava a Kimiko.
Chuhai avverte telepaticamente Shochu del pericolo in arrivo: lei sale ancora una rampa di scale, nascondendosi in un bagno. Chuhai lascia che l’agente dell’OSR e la ragazzina entrino dal corridoio principale, dopodiché prova a seguirli.
Shinobu viene condotta al primo piano, dove l’agente la conduce ad una sala intrattenimento colma di cabinati. Chuhai fa appena in tempo a vedere a una scena, quando un impiegato le bussa insistentemente sulla spalla: “lei chi è? Cosa fa qui?”.
Sfortunatamente la clone viene condotta al primo piano, dove la guardia la butta fuori piuttosto bruscamente, intimandole di non introdursi più all’interno dell’edificio. Tenta nuovamente di passare sul retro, ma la porta del magazzino è stata nuovamente chiusa a chiave e lei non ha le competenze necessarie per aprirla.
Shochu è rimasta sola: nascosta nel bagno vede l’agente dell’OSR passarle di fianco e dirigersi all’ultimo piano, dove si chiude in una stanza la cui targhetta sulla porta mostra la scritta “Sig. Gengyo, amministratore delegato”.
L’agente si mette a origliare contro la porta, sentendo l’uomo parlare al telefono con qualcuno, ma maldestramente si appoggia troppo e ruzzola all’interno.
Interdetto, Gengyo molla il telefono, ma prima che possa reagire Shochu gli punta la pistola addosso.
Voglio sapere dov’è Kimiko”, gli dice la Paradox.
L’uomo alza lentamente le mani e tenta di guadagnare tempo, ma Shochu riesce a strappargli l’informazione che era proprio con la donna dai capelli blu che stava parlando al telefono un attimo prima. Dopo qualche minuto di tensione, purtroppo, il soldato dell’OSR reagisce trasformando il suo braccio meccanico in una bocca da fuoco. Nella piccola stanza scatta una sparatoria, con i due che nascondendosi alle due estremità di una massiccia scrivania di legno tentano di farsi saltare le cervella a vicenda.
Lory viene ferita di striscio da alcuni proiettili e dalle schegge di legno che saltano ovunque, ma allo stremo delle forze, con un colpo di reni, riesce a spingere l’uomo contro la finestra e a farlo precipitare nel vuoto.
Gengyo si fa un volo di quattro piani, atterrando sul duro cemento, e proprio in quel momento Shochu comunica a Chuhai, ancora in strada, di finire l’avversario.
Effettivamente Gengyo è ancora vivo, nonostante la caduta: si tratta di un Risvegliato, ci vuole ben altro per eliminarlo. L’auto guidata da Chuhai, scagliata a tutta velocità, risolve definitivamente la situazione.
Shochu raccoglie velocemente dalla scrivania un taccuino contenente diversi numeri di telefono e alcuni dischi dati, poi si lascia fluttuare fuori dalla finestra.

La guardia di sicurezza all’ingresso esce e inizia a sparare contro alle due, ma Shochu salta a bordo del veicolo e riescono a dileguarsi.
Si dirigono lontano a tutta velocità, soddisfatte per aver eliminato un altro membro dell’OSR, quando una camionetta blindata degli Shinigami taglia loro la strada volutamente: l’impatto è inevitabile e terribile, e le due perdono i sensi.

Su Goliath…
Il gruppo ha camminato alcune ore nella giungla incontrando animali bizzarri e di grosse dimensioni, che fortunatamente si sono dimostrati piuttosto restii ad attaccarli, quasi avessero paura delle enormi armi che si portano dietro.
Le bussole e la montagna, visibile in ogni momento, gli rendono piuttosto facile orientarsi. Approfittando di una collinetta brulla il gruppo si prende una pausa per guardarsi intorno e valutare la situazione: stanno procedendo bene e, finora, senza intoppi.
Allen ha una bruttissima sensazione e avverte il resto del gruppo, che prontamente si dirige lontano dalla collina. C’è qualcosa nell’aria: elettricità statica fa drizzare tutti i peli e si percepisce un leggero tremore dal terreno. Eleonor si trasforma in un fulmine per allontanarsi, ma un campo magnetico estremamente potente le fa perdere la concentrazione e le causa qualche danno.
Improvvisamente, il resto del gruppo è scagliato via da una potentissima onda d’urto: dalla cima della collinetta su cui stavano pochi istanti prima si è generata una forte scarica elettrica che si è diretta verso il cielo, contro ogni legge della fisica: un fulmine al contrario.
Una volta passato l’abbaglio la situazione torna alla normalità: la curiosità è troppa, e il gruppo si dirige sulla cima della collina per capire cosa è accaduto. Lì trovano una cavità vetrificata nel terreno, simile alla bocca di un geyser.
Antiche armi sepolte o fenomeni “naturali” della ricorsione? La domanda non avrà alcuna risposta: rimanere in quel punto è troppo pericoloso. Il gruppo riprende la marcia.

Su Arashi…
Non appena riprende i sensi, Shochu si rende conto di trovarsi in una stanza spoglia e grigia, legata ad una barella e la cannula di una flebo piantata nel braccio. Prova a liberarsi e a chiamare qualcuno, ma non ottiene alcuna risposta. Il legame telepatico con il suo clone c’è ancora, ma non riesce ad ottenere risposta: probabilmente è ancora svenuto.
Dopo qualche minuto un dottore con un camice verde e un agente degli Shinigami fanno il loro ingresso nella stanza. Shochu rivolge loro domande, chiedendo dove si trovi e chi siano, ma non ottiene alcuna risposta: il medico si limita a farle un controllo, poi si allontanano.

Stessa sorta capita a Chuhai, che si risveglia in una situazione del tutto simile e anch’essa subisce un esame medico dallo stesso individuo. Le due cominciano a parlarsi telepaticamente, cercando di capire dove si trovino. Sfortunatamente, nessuna delle due sembra essere in grado di liberarsi.

Dopo un periodo che pare interminabile lo stesso medico fa ritorno nella stanza di Shochu, accompagnato da un’infermiera dall’espressione folle, con molti tubi di plastica nei capelli. Il medico prescrive a Shochu una massiccia dose di tranquillanti, che l’infermiera inietta nella flebo nonostante le proteste della Paradox: di nuovo, perde i sensi.

Chuhai percepisce lo svenimento della sua “originale”, e dopo pochi minuti assiste all’ingresso degli stessi due individui nella sua stanza.
Per lei si prospetta una sorte del tutto diversa: hanno notato il tatuaggio della Ruiji, capendo che è un clone, e le comunicano che i suoi organi verranno espiantati e rivenduti.
Chuhai protesta, ma l’infermiera minaccia di sedare anche lei. La barella viene condotta in un laboratorio sotterraneo pieno di cadaveri coperti da teli (a una prima occhiata pare un obitorio), Chuhai viene coperta con un lenzuolo e lasciata da sola diverse ore.

La clone non ha intenzione di lasciarci la pelle: nonostante la temperatura gelida fa di tutto per liberarsi, riuscendo dopo molti tentativi a rovesciare la barella su un lato. Da questa scomoda posizione riesce a far scivolare la mano nella costrizione di cuoio (rompendosi un dito) e a liberarsi del tutto. Riesce a trovare un bisturi, ma la porta d’uscita è chiusa. Dopo qualche minuto sente dei passi nel corridoio, così rimette a posto la barella e ci si sdraia nuovamente, facendo finta che non sia successo nulla.

Un giovane medico con un tatuaggio in faccia entra nella sala fischiettando e preparando le sue cose: è quello che si dovrà occupare di “aprirla e tirarle via gli organi”. Chuhai aspetta che le dia la schiena, dopodiché si alza e lo prende in ostaggio puntandogli il bisturi al collo.
“Ora tu mi porti dalla mia originale”, gli dice con un tono che non lascia intendere obiezioni.
“Sei in un quartier generale degli Shinigami… non hai idea di cosa stai facendo”, risponde lui, ma Chuhai è inamovibile.

Il medico la conduce al braccio delle celle dove Shochu è rinchiusa, facendo credere a una guardia che sta scortando la prigioniera in un altro laboratorio per un controllo.
Sfortunatamente le cose vanno di male in peggio: la cella dove Shochu dovrebbe trovarsi è vuota.
“Ho sentito che i miei capi hanno fatto accordi… per venderla a qualcuno. Devono averla già portata via”, dice il medico.
Chuhai ordina al medico di portarla fuori di qui, e lui le offre un un’unica via d’uscita: il forno crematorio in cui smaltiscono i cadaveri dell’obitorio ha un tunnel di scarico che porta direttamente nella fogna. Spegnerà il forno per il tempo necessario a farla passare.
I due tornano al laboratorio, ma Chuhai non si fida: ha paura che il medico possa giocarle brutti scherzi, ragion per cui verrà con lui nel tunnel.

Fortunatamente il medico è di parola: passando in una strettoia colma di inquietanti fiammelle e frammenti d’osso anneriti riescono a raggiungere la fogna, momento in cui le loro strade si separano.
Le ultime parole del medico, prima che si diriga verso la superficie, sono molto inquietanti: “non posso far capire che sei scappata, mi farebbero fuori. Devo andare a procurarmi degli altri organi”.
Chuhai si dirige all’esterno, sotto la pioggia scrosciante di Arashi.

Nel frattempo Shochu riprende i sensi, trovandosi legata a una sedia a rotelle. Assiste a un cospicuo passaggio di yen tra un capitano degli Shinigami e la temibile Kimiko, che poi la prende in custodia assieme ad alcuni sgherri dall’aria minacciosa.
“Questa volta hai finito di metterci i bastoni tra le ruote… hai ucciso uno dei nostri, continui ad essere una zanzara fastidiosa. Ti porteremo in un posto dove non potrai più nuocerci… e forse, la tua Fondazione penserà che tu abbia un valore.”
“Non ci contare troppo”, sono le parole di Shochu.
Kimiko la conduce in un laboratorio sotterraneo. Non appena un grosso macchinario viene attivato si apre un varco verso un’altra ricorsione, che Shochu tenta di sigillare con la sua revisione di chiave di apertura, fallendo.
Dove mi stai portando?”, chiede lei.
Noi lo chiamiamo il Reclusorio.
I due varcano il portale.
Nelle strade di Arashi, il collegamento telepatico con Chuhai si interrompe definitivamente.

Su Goliath…
Transitando in una fitta macchia di vegetazione il gruppo sente provenire un fetore rivoltante. Numerose mosche, gonfie e rossastre, ronzano nell’aria: è probabile che ci sia una carogna nelle vicinanze. Senza dover cercare molto il gruppo si imbatte nella carcassa di una creatura enorme, simile a un millepiedi mostruoso: le sue zampe hanno una lunghezze esagerata e il corpo principale, dalla testa alla coda, è lungo oltre venti metri. Migliaia e migliaia di mosche sono asserragliate sulla carcassa.
Eleonor si avvicina, incuriosita, ma a pochi metri di distanza il gigantesco insetto ha un sussulto improvviso.
Le mosche si disperdono e il kaiju (perché è di questo che si tratta) colpisce la Paradox, scagliandola contro il tronco di un albero. L’impatto è dolorosissimo, ma non c’è tempo da perdere: il mostro gli ha teso una trappola, e ora vuole la loro carne.
Allen (in preda alla follia) estrae la sua mano-martello e si lancia in groppa alla creatura, cercando di sfondarne la corazza chitinosa. Hector spara con il suo fucile al plasma, mentre Eleonor tenta di usare il Decapitatore Gargantuano (senza riuscire nell’intento: l’arma è troppo difficile da maneggiare con le sue scarse abilità in battaglia).
A quanto pare l’essere è in grado di controllare gli sciami di mosche, che dopo essersi rifugiate in alcune tasche naturali presenti nella sua carne fuoriescono in massa dirigendo i loro pungiglioni sui personaggi. L’unico che riesce a evitare di essere preso è Hector, che si lancia in una pozza di fango, mentre gli altri due agenti vengono feriti.
La creatura sbalza via Allen dalla groppa e dirige le sue zampe acuminate verso il Vector, che viene prima stritolato e poi scagliato via; il Tuono Sterminatore riesce a intaccare la corazza del kaiju, ma è evidente che l’arma al plasma ha il solo effetto di farlo arrabbiare ancora di più.
Eleonor urla a tutti di darsi alla fuga e utilizza i suoi nuovi poteri per trasformarsi in un fulmine e recarsi il più lontano possibile. Sul campo rimangono solamente Hector (che riesce a capire che l’unico punto debole del mostro è l’interno della bocca, non corazzato) e Allen, che nel frattempo sta venendo martoriato dalla creatura.
Contro ogni aspettativa Hector riesce a saltare sotto le zampe del kaiju e a prendere Allen, quasi allo stremo delle forza, portandolo verso Eleonor.
La Paradox nel frattempo è ricomparsa su un cumulo di rocce. Vicino a lei si trovano due gorilla in posizione eretta, armati con asce di pietra. Non appena la vedono iniziano a grugnire, indicando un buco poco distante: troppo piccolo per lasciar entrare il kaiju, ma ampio a sufficienza da permettere la fuga ai personaggi.
Hector, con le energie date dalla paura, si lancia in una corsa a perdifiato e raggiunge Eleonor, che nel frattempo si è lanciata nel buco con i due gorilla. Allen rimane indietro, venendo quasi afferrato dal kaiju e scagliato per terra, ma riesce a rialzarsi evitando la morte e ruzzolando anche lui nel buco.
I due uomini-gorilla si affrettano a richiudere l’ingresso con un enorme pietra, poi fanno un leggero inchino ai tre agenti, mostrandogli enorme rispetto.
Casa. Voi casa”, dicono i primitivi, facendo cenno di seguirli.
Non c’è altra strada. Il gruppo si inoltra nel tunnel buio.

Al Reclusorio…
La sedia a rotelle di Lory viene condotta in un luogo freddo e silenzioso. Le sue sensazioni sono attenuate: non vede nulla, non riesce a muovere gli arti. Legs, Kimiko, l’Agente White (o come vogliate chiamarlo) rimane in silenzio, limitandosi a spingere Lory al suo destino.
Una voce registrata annuncia: “Questo è il Reclusorio. Verrete condotti alle vostre celle, dove riceverete il minimo indispensabile per il vostro sostentamento. La fuga è impossibile.
Lory continua a parlare facendo la spavalda, ma l’agente rimane in silenzio. Si limita a condurla in un luogo dove viene rimossa dalla sedia a rotelle e appoggiata su qualcosa di imbottito, poi sente una porta metallica chiudersi alle sue spalle. Prova prima a rialzarsi, ma non ci riesce: manca qualcosa.
La Paradox cerca di traslare, ma anche qui qualcosa non funziona: la sua mente si schianta contro un illusorio muro di mattoni prima di scagliarsi nell’Anomalia.
Il silenzio è assordante, Lory continua a parlare chiedendo se c’è qualcuno.
Qualcosa sbatte contro la porta metallica della sua nuova casa.
Silenzio! O ti facciamo tagliare anche la lingua!”, urla qualcuno, probabilmente una guardia.
Anche?”, dice Lory.
“Oltre agli occhi e agli arti”.

Gli agenti sono in una brutta situazione su Goliath, ma il destino di Lory appare ancora peggiore e privo di speranza.
Saprete cosa le riserva il futuro nella prossima sessione…

Artefatti di Goliath

Decapitatore Gargantuano
Livello: 1d6+4
Forma: Uno spadone di materiale plastico con lama estraibile lunga otto metri e impugnatura adatta a un essere umano.
Effetto: Gli antichi abitanti di Goliath non erano gente che andava molto per il sottile: sicuramente sapevano combattere, ma dovevano anche avere i mezzi per farlo. “Una spada in grado di decapitare un kaiju” è la descrizione migliore che si possa fare del decapitatore gargantuano: una spessa e affilata spada quasi indistruttibile, ripiegata su sé stessa, che all’occorrenza può essere allungata fino a raggiungere la lunghezza di otto metri (come le massime dimensioni del collo di un qualsiasi kaiju, eccezion fatta per i superiori) pur mantenendo un peso moderato. Alcuni micro razzi sistemati in punti strategici della lama compensano, tramite l’attivazione delle cariche che generano forza cinetica opposta al terreno, la scarsa manovrabilità dello strumento.
Il decapitatore gargantuano è un’arma pesante difficile da padroneggiare (anche chi è competente nelle armi pesanti ha la difficoltà aumentata di un grado a suo svantaggio) che infligge 10 danni.
Deterioramento: 1 su 1d6 ogni volta che viene utilizzata in combattimento contro un kaiju (tirare una sola volta per tutto lo scontro).

Esoarmatura Goliathiana
Livello: 1d6+4
Forma: Una esoarmatura di materiale plastico.
Effetto: Queste armature sono estremamente resistenti e possono essere rinvenute in tre diverse tipologie: leggera, media e pesante. In ogni caso, forniscono 2 punti di armatura in più rispetto alla norma. Sono completamente sigillate e dotate di un’atmosfera propria, che proteggono chi la indossa da veleni inalati e gli consentono di agire normalmente in assenza di ossigeno. Il valore di Armatura fornito dall’artefatto si applica anche ai danni che normalmente ignorerebbero l’armatura, per esempio quelli derivanti dal freddo o dal calore (ma non quelli all’Intelletto).
Non è la norma, ma alcune esoarmature sono munite di jet pack, che permette di compiere brevi voli e planate a distanza lunga come azione di movimento. Il jet pack non consente un volo stabile, ed è sempre necessario atterrare su una superficie solida dopo 3 turni dall’attivazione.
Deterioramento: - (il GM può decidere in qualunque momenti che i danni impattati dalla corazza abbiano danneggiato irreparabilmente il sistema interno di rigenerazione atmosferica o il jet pack. L’artefatto continua comunque a funzionare come armatura.)

Tuono Sterminatore
Livello: 1d6+4
Forma: Una cannoniera automatica da posizionare sulla spalla.
Effetto: Questo cannone automatico da spalla genera proiettili di plasma globulare, che esplodono con forza esplosiva non appena entrano in contatto con il bersaglio. Il bersaglio del proiettile subisce danni pari al livello dell’artefatto, e tutte le altre creature che si trovano entro dieci metri dal bersaglio subiscono la metà di quei danni (arrotondati per difetto). L’effetto detonante del proiettile è notevolmente aumentato se viene sparato all’interno di un ambiente ristretto (come un buco nel terreno… o la bocca di un kaiju): in questo caso non c’è danno ad area, ma il bersaglio diretto dell’attacco subisce 5 danni extra rispetto ai normali danni dell’artefatto.
Quando viene trovato, un tuono sterminatore ha in genere batterie sufficienti per sparare 3d10 volte.
Deterioramento: 1 su 1d10 ogni volta che viene sparato un colpo.

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