Su Arashi…
Shochu
e Chuhai decidono di lasciare il resto della squadra al loro destino e si
allontanano dalla console di Goliath, mosse solamente dal desiderio di trovare Kimiko. Sanno che la situazione è
particolarmente rischiosa, così si dirigono nuovamente al quartier generale
della Sorairo, facendo una breve tappa per prendere una precauzione: Shochu si
rasa completamente i capelli, diventando del tutto identica a Chuhai. L’unica
cosa che contraddistingue il suo clone rimane il simbolo della corporazione
Ruiji tatuato dietro l’orecchio destro.
Alla
Sorairo l’accoglienza non è delle migliori: non appena l’agente e il suo clone
entrano, i mutanti della società segreta puntano le armi contro di loro e le
conducono forzatamente da Orochi. A
quanto pare Tanuki, prima di
abbandonarli per andare a cercare Valerie
su Goliath, ha telefonato al capo dei ribelli dicendo di non fidarsi più
del gruppo di personaggi.
Orochi
si dimostra piuttosto freddo verso Shochu, che chiede solamente un ultimo aiuto
per rintracciare Kimiko: dopo quando accaduto alla sala giochi Kuro No Hi Gemu,
la collaborazione con gli agenti è diventata fin troppo pericolosa anche per i
ribelli. Shochu racconta del tradimento di Tanuki e Orochi, infine, le da
un’unica via d’uscita: la Sorairo è riuscita a rintracciare l’indirizzo della
sede fisica della OSaRu. Le consegnerà l’informazione, dopodiché i loro
rapporti cesseranno: non ci sarà più alcun aiuto da parte dei mutanti, e lei
non dovrà mai più tornare alla loro sede. Shochu, non vedendo altre
alternative, accetta.
In
breve lei e la sua clone vengono condotte fuori dal quartiere, con unicamente
un indirizzo come pista.
Su Goliath…
Il
resto del gruppo, nel frattempo, ha compiuto la traslazione. I loro nuovi,
maestosi corpi fuoriescono da delle capsule criogeniche situate in un
gigantesco stanzone metallico!
Allen
è un Vector Folle che Ha armi integrate: il
focus è rimasto lo stesso di Arashi, ma il suo fisico è notevolmente cambiato.
Si tratta di un omone di due metri, coperto di tatuaggi tribali, con un
gigantesco maglio biomeccanico di materiali plastici al posto di un braccio.
Eleonor
è diventata una Paradox Istruita che
Cavalca il fulmine: il suo aspetto è quello di una trentacinquenne pallida,
con capelli e occhi bianchi. Possiede diversi innesti metallici sul corpo che
gli permettono di manovrare l’elettricità.
Hector
ha assunto la forma di uno Spinner
Perspicace che È duro a morire: ha fisico massiccio, pelle nera e innesti
di kevlar piantati direttamente nel petto e in svariati punti del corpo.
Tutti
e tre sono dotati di corpi massicci (le altezze variano da un metro e novanta
ai due metri e venti) e all’apice della loro forma fisica. Stranamente la
traslazione li ha fatti comparire completamente nudi, e nella stanza in cui si
trovano ci sono decine di altre capsule criogeniche vuote. Dopo essersi presi
qualche minuto per abituarsi ai nuovi corpi, il gruppo comincia a guardarsi
intorno e ad esaminare l’ambiente: sono presenti alcuni sofisticati computer,
ma sono spenti. Con una scarica di elettricità Eleonor riesce a farli
ripartire, scoprendo alcuni dati interessanti sulle capsule: alcune sono state
aperte di recente, addirittura una di esse solamente un paio d’ore prima.
La
mancanza di Lory si nota subito: con una previsione, Eleonor scopre che la
ragazza è rimasta su Arashi. Traslare nuovamente a così breve distanza potrebbe
essere rischioso, così i tre preferiscono esplorare la base.
A
quanto pare, nonostante il luogo sia completamente operativo e funzionante, è
completamente deserto: la base sotterranea ha mura e pareti di metallo, un
enorme hangar centrale vuoto, una zona con dormitori, mense e magazzini, e
un’area dedicata all’armeria. Gli agenti si recano prima ai magazzini,
recuperando degli abiti termici, barrette iperenergetiche conservate in
alluminio e alcuni materiali necessari alla sopravvivenza, come binocoli a
infrarossi e bussole.
La
seconda tappa è dedicata all’armeria, dove il gruppo rintraccia un paio di
crypto, armi energetiche, al plasma e laser in quantità, armature di materiali
plastici iper rinforzate (tutte le armi
di Goliath infliggono 2 danni in più, e le armature danno 2 punti di armatura
in più… vi sembra troppo? Presto scoprirete che non è così!) e ben tre
artefatti: un Decapitatore Gargantuano, un Tuono Sterminatore e una Esoarmatura
Goliathiana (media e priva di jet pack) (potete
trovare la descrizione di questi tre artefatti in fondo al riassunto).
Il
gruppo si arma di tutto punto: che fare ora? La Fondazione li aveva inviati in
missione su Arashi per recuperare Lory, cosa che sono riusciti a fare… per un
breve periodo di tempo. Ora sono nuovamente dall’inizio, in una ricorsione
sconosciuta dove probabilmente si trova qualche losco segreto dell’OSR.
L’esplorazione di ricorsioni sconosciute costituisce uno dei punti cardine tra
gli obiettivi della Fondazione: si propongono quindi di proseguire e recuperare
quante più informazioni possibile.
L’unica
uscita dalla base li porta ad un ascensore che li conduce sulla superficie,
dove una fitta giungla di piante gigante e una montagna immensa costituiscono
l’unico panorama. L’aria è purissima e il paesaggio meraviglioso, ma il
pericolo si avverte nell’aria…
Un
grosso schermo rappresenta una mappa dell’area: il luogo in cui sono è indicato
da un puntino luminoso, mentre un altro, contraddistinto dalla scritta
“obiettivo” si trova sull’altro versante del monte, a un centinaio di
chilometri di distanza in linea d’aria. Il gruppo intuisce che questo potrebbe
essere l’addestramento dell’OSR riservato ai giovani videogiocatori di Arashi:
sopravvivere al tragitto nella pericolosa giungla raggiungendo l’obiettivo.
C’è
poco da fare: con molto timore, il gruppo si mette in marcia…
Su Arashi…
Il
quartier generale della corporazione OSaRu non è niente di che: un semplice
edificio a quattro piani alla periferia di Arashi, quasi a ridosso dell’enorme
muro di cemento armato che circonda tutta la città. Sembra a tutti gli effetti
la sede di una piccola casa produttrice di videogame, con una porta a vetri
all’ingresso e una guardia armata alla reception. Shochu e il suo clone si
separano: la prima va sul retro, trovando un’uscita secondaria che da su un
magazzino, mentre Chuhai rimane davanti a sorvegliare la situazione. Il
collegamento telepatico fa sì che le due possano comunicare costantemente.
L’ingresso
dal magazzino permette a Shochu di evitare la guardia, ma per salire ai piani
superiori dovrà comunque passarci molto vicino. Per evitare di essere vista,
Chuhai entra e con una scusa distrae l’agente, mentre l’originale si dirige al
piano superiore.
Una
volta lì, si trova in un piccolo ufficio a cubicoli dove decine di indaffarati
impiegati stanno programmando su degli antiquati computer.
Chuhai
viene scortata fuori dall’agente e decide quindi di seguire Shochu passando dal
retro: una volta lì, però, nota che sulla strada principale si è fermato un
piccolo furgone, da cui fuoriescono Shinobu
(la ragazzina che Amaterasu aveva sovvenzionato per vincere ai videogiochi)
e un individuo vestito in abiti scuri di taglio militare, con un braccio
biomeccanico: il secondo agente dell’OSR che si accompagnava a Kimiko.
Chuhai
avverte telepaticamente Shochu del pericolo in arrivo: lei sale ancora una
rampa di scale, nascondendosi in un bagno. Chuhai lascia che l’agente dell’OSR
e la ragazzina entrino dal corridoio principale, dopodiché prova a seguirli.
Shinobu
viene condotta al primo piano, dove l’agente la conduce ad una sala
intrattenimento colma di cabinati. Chuhai fa appena in tempo a vedere a una
scena, quando un impiegato le bussa insistentemente sulla spalla: “lei chi è? Cosa fa qui?”.
Sfortunatamente
la clone viene condotta al primo piano, dove la guardia la butta fuori
piuttosto bruscamente, intimandole di non introdursi più all’interno
dell’edificio. Tenta nuovamente di passare sul retro, ma la porta del magazzino
è stata nuovamente chiusa a chiave e lei non ha le competenze necessarie per
aprirla.
Shochu
è rimasta sola: nascosta nel bagno vede l’agente dell’OSR passarle di fianco e
dirigersi all’ultimo piano, dove si chiude in una stanza la cui targhetta sulla
porta mostra la scritta “Sig. Gengyo,
amministratore delegato”.
L’agente
si mette a origliare contro la porta, sentendo l’uomo parlare al telefono con
qualcuno, ma maldestramente si appoggia troppo e ruzzola all’interno.
Interdetto,
Gengyo molla il telefono, ma prima che possa reagire Shochu gli punta la
pistola addosso.
“Voglio sapere dov’è Kimiko”, gli dice la
Paradox.
L’uomo
alza lentamente le mani e tenta di guadagnare tempo, ma Shochu riesce a
strappargli l’informazione che era proprio con la donna dai capelli blu che
stava parlando al telefono un attimo prima. Dopo qualche minuto di tensione,
purtroppo, il soldato dell’OSR reagisce trasformando il suo braccio meccanico
in una bocca da fuoco. Nella piccola stanza scatta una sparatoria, con i due
che nascondendosi alle due estremità di una massiccia scrivania di legno
tentano di farsi saltare le cervella a vicenda.
Lory
viene ferita di striscio da alcuni proiettili e dalle schegge di legno che
saltano ovunque, ma allo stremo delle forze, con un colpo di reni, riesce a
spingere l’uomo contro la finestra e a farlo precipitare nel vuoto.
Gengyo
si fa un volo di quattro piani, atterrando sul duro cemento, e proprio in quel
momento Shochu comunica a Chuhai, ancora in strada, di finire l’avversario.
Effettivamente
Gengyo è ancora vivo, nonostante la caduta: si tratta di un Risvegliato, ci
vuole ben altro per eliminarlo. L’auto guidata da Chuhai, scagliata a tutta
velocità, risolve definitivamente la situazione.
Shochu
raccoglie velocemente dalla scrivania un taccuino contenente diversi numeri di
telefono e alcuni dischi dati, poi si lascia fluttuare fuori dalla finestra.
La
guardia di sicurezza all’ingresso esce e inizia a sparare contro alle due, ma
Shochu salta a bordo del veicolo e riescono a dileguarsi.
Si
dirigono lontano a tutta velocità, soddisfatte per aver eliminato un altro
membro dell’OSR, quando una camionetta blindata degli Shinigami taglia loro la
strada volutamente: l’impatto è inevitabile e terribile, e le due perdono i
sensi.
Su Goliath…
Il
gruppo ha camminato alcune ore nella giungla incontrando animali bizzarri e di
grosse dimensioni, che fortunatamente si sono dimostrati piuttosto restii ad
attaccarli, quasi avessero paura delle enormi armi che si portano dietro.
Le
bussole e la montagna, visibile in ogni momento, gli rendono piuttosto facile
orientarsi. Approfittando di una collinetta brulla il gruppo si prende una
pausa per guardarsi intorno e valutare la situazione: stanno procedendo bene e,
finora, senza intoppi.
Allen
ha una bruttissima sensazione e avverte il resto del gruppo, che prontamente si
dirige lontano dalla collina. C’è qualcosa nell’aria: elettricità statica fa
drizzare tutti i peli e si percepisce un leggero tremore dal terreno. Eleonor
si trasforma in un fulmine per allontanarsi, ma un campo magnetico estremamente
potente le fa perdere la concentrazione e le causa qualche danno.
Improvvisamente,
il resto del gruppo è scagliato via da una potentissima onda d’urto: dalla cima
della collinetta su cui stavano pochi istanti prima si è generata una forte
scarica elettrica che si è diretta verso il cielo, contro ogni legge della
fisica: un fulmine al contrario.
Una
volta passato l’abbaglio la situazione torna alla normalità: la curiosità è
troppa, e il gruppo si dirige sulla cima della collina per capire cosa è
accaduto. Lì trovano una cavità vetrificata nel terreno, simile alla bocca di
un geyser.
Antiche
armi sepolte o fenomeni “naturali” della ricorsione? La domanda non avrà alcuna
risposta: rimanere in quel punto è troppo pericoloso. Il gruppo riprende la
marcia.
Su Arashi…
Non
appena riprende i sensi, Shochu si rende conto di trovarsi in una stanza
spoglia e grigia, legata ad una barella e la cannula di una flebo piantata nel
braccio. Prova a liberarsi e a chiamare qualcuno, ma non ottiene alcuna
risposta. Il legame telepatico con il suo clone c’è ancora, ma non riesce ad
ottenere risposta: probabilmente è ancora svenuto.
Dopo
qualche minuto un dottore con un camice verde e un agente degli Shinigami
fanno il loro ingresso nella stanza. Shochu rivolge loro domande, chiedendo
dove si trovi e chi siano, ma non ottiene alcuna risposta: il medico si limita
a farle un controllo, poi si allontanano.
Stessa
sorta capita a Chuhai, che si risveglia in una situazione del tutto simile e
anch’essa subisce un esame medico dallo stesso individuo. Le due cominciano a
parlarsi telepaticamente, cercando di capire dove si trovino. Sfortunatamente, nessuna
delle due sembra essere in grado di liberarsi.
Dopo
un periodo che pare interminabile lo stesso medico fa ritorno nella stanza di
Shochu, accompagnato da un’infermiera dall’espressione folle, con molti tubi di
plastica nei capelli. Il medico prescrive a Shochu una massiccia dose di
tranquillanti, che l’infermiera inietta nella flebo nonostante le proteste
della Paradox: di nuovo, perde i sensi.
Chuhai
percepisce lo svenimento della sua “originale”, e dopo pochi minuti assiste
all’ingresso degli stessi due individui nella sua stanza.
Per
lei si prospetta una sorte del tutto diversa: hanno notato il tatuaggio della
Ruiji, capendo che è un clone, e le comunicano che i suoi organi verranno
espiantati e rivenduti.
Chuhai
protesta, ma l’infermiera minaccia di sedare anche lei. La barella viene
condotta in un laboratorio sotterraneo pieno di cadaveri coperti da teli (a una
prima occhiata pare un obitorio), Chuhai viene coperta con un lenzuolo e
lasciata da sola diverse ore.
La
clone non ha intenzione di lasciarci la pelle: nonostante la temperatura gelida
fa di tutto per liberarsi, riuscendo dopo molti tentativi a rovesciare la
barella su un lato. Da questa scomoda posizione riesce a far scivolare la mano
nella costrizione di cuoio (rompendosi un dito) e a liberarsi del tutto. Riesce
a trovare un bisturi, ma la porta d’uscita è chiusa. Dopo qualche minuto sente
dei passi nel corridoio, così rimette a posto la barella e ci si sdraia
nuovamente, facendo finta che non sia successo nulla.
Un
giovane medico con un tatuaggio in faccia entra nella sala fischiettando e
preparando le sue cose: è quello che si dovrà occupare di “aprirla e tirarle via gli organi”. Chuhai aspetta che le dia la
schiena, dopodiché si alza e lo prende in ostaggio puntandogli il bisturi al
collo.
“Ora tu mi porti dalla mia originale”,
gli dice con un tono che non lascia intendere obiezioni.
“Sei in un quartier generale degli
Shinigami… non hai idea di cosa stai facendo”, risponde lui, ma Chuhai è
inamovibile.
Il
medico la conduce al braccio delle celle dove Shochu è rinchiusa, facendo
credere a una guardia che sta scortando la prigioniera in un altro laboratorio
per un controllo.
Sfortunatamente
le cose vanno di male in peggio: la cella dove Shochu dovrebbe trovarsi è
vuota.
“Ho sentito che i miei capi hanno fatto
accordi… per venderla a qualcuno. Devono averla già portata via”, dice il
medico.
Chuhai
ordina al medico di portarla fuori di qui, e lui le offre un un’unica via
d’uscita: il forno crematorio in cui smaltiscono i cadaveri dell’obitorio ha un
tunnel di scarico che porta direttamente nella fogna. Spegnerà il forno per il
tempo necessario a farla passare.
I
due tornano al laboratorio, ma Chuhai non si fida: ha paura che il medico possa
giocarle brutti scherzi, ragion per cui verrà con lui nel tunnel.
Fortunatamente
il medico è di parola: passando in una strettoia colma di inquietanti fiammelle
e frammenti d’osso anneriti riescono a raggiungere la fogna, momento in cui le
loro strade si separano.
Le
ultime parole del medico, prima che si diriga verso la superficie, sono molto
inquietanti: “non posso far capire che
sei scappata, mi farebbero fuori. Devo andare a procurarmi degli altri organi”.
Chuhai
si dirige all’esterno, sotto la pioggia scrosciante di Arashi.
Nel
frattempo Shochu riprende i sensi, trovandosi legata a una sedia a rotelle.
Assiste a un cospicuo passaggio di yen tra un capitano degli Shinigami e la
temibile Kimiko, che poi la prende in custodia assieme ad alcuni sgherri
dall’aria minacciosa.
“Questa volta hai finito di metterci i
bastoni tra le ruote… hai ucciso uno dei nostri, continui ad essere una zanzara
fastidiosa. Ti porteremo in un posto dove non potrai più nuocerci… e forse, la
tua Fondazione penserà che tu abbia un valore.”
“Non ci contare troppo”, sono le parole
di Shochu.
Kimiko
la conduce in un laboratorio sotterraneo. Non appena un grosso macchinario
viene attivato si apre un varco verso un’altra ricorsione, che Shochu tenta di
sigillare con la sua revisione di chiave
di apertura, fallendo.
“Dove mi stai portando?”, chiede lei.
“Noi lo chiamiamo il Reclusorio.”
I
due varcano il portale.
Nelle
strade di Arashi, il collegamento telepatico con Chuhai si interrompe
definitivamente.
Su Goliath…
Transitando
in una fitta macchia di vegetazione il gruppo sente provenire un fetore
rivoltante. Numerose mosche, gonfie e rossastre, ronzano nell’aria: è probabile
che ci sia una carogna nelle vicinanze. Senza dover cercare molto il gruppo si
imbatte nella carcassa di una creatura enorme, simile a un millepiedi
mostruoso: le sue zampe hanno una lunghezze esagerata e il corpo principale,
dalla testa alla coda, è lungo oltre venti metri. Migliaia e migliaia di mosche
sono asserragliate sulla carcassa.
Eleonor
si avvicina, incuriosita, ma a pochi metri di distanza il gigantesco insetto ha
un sussulto improvviso.
Le
mosche si disperdono e il kaiju (perché è di questo che si tratta) colpisce la
Paradox, scagliandola contro il tronco di un albero. L’impatto è dolorosissimo,
ma non c’è tempo da perdere: il mostro gli ha teso una trappola, e ora vuole la
loro carne.
Allen
(in preda alla follia) estrae la sua mano-martello e si lancia in groppa alla
creatura, cercando di sfondarne la corazza chitinosa. Hector spara con il suo
fucile al plasma, mentre Eleonor tenta di usare il Decapitatore Gargantuano
(senza riuscire nell’intento: l’arma è troppo difficile da maneggiare con le
sue scarse abilità in battaglia).
A
quanto pare l’essere è in grado di controllare gli sciami di mosche, che dopo
essersi rifugiate in alcune tasche naturali presenti nella sua carne
fuoriescono in massa dirigendo i loro pungiglioni sui personaggi. L’unico che
riesce a evitare di essere preso è Hector, che si lancia in una pozza di fango,
mentre gli altri due agenti vengono feriti.
La
creatura sbalza via Allen dalla groppa e dirige le sue zampe acuminate verso il
Vector, che viene prima stritolato e poi scagliato via; il Tuono Sterminatore
riesce a intaccare la corazza del kaiju, ma è evidente che l’arma al plasma ha
il solo effetto di farlo arrabbiare ancora di più.
Eleonor
urla a tutti di darsi alla fuga e utilizza i suoi nuovi poteri per trasformarsi
in un fulmine e recarsi il più lontano possibile. Sul campo rimangono solamente
Hector (che riesce a capire che l’unico punto debole del mostro è l’interno
della bocca, non corazzato) e Allen, che nel frattempo sta venendo martoriato
dalla creatura.
Contro
ogni aspettativa Hector riesce a saltare sotto le zampe del kaiju e a prendere
Allen, quasi allo stremo delle forza, portandolo verso Eleonor.
La
Paradox nel frattempo è ricomparsa su un cumulo di rocce. Vicino a lei si
trovano due gorilla in posizione eretta, armati con asce di pietra. Non appena
la vedono iniziano a grugnire, indicando un buco poco distante: troppo piccolo
per lasciar entrare il kaiju, ma ampio a sufficienza da permettere la fuga ai
personaggi.
Hector,
con le energie date dalla paura, si lancia in una corsa a perdifiato e
raggiunge Eleonor, che nel frattempo si è lanciata nel buco con i due gorilla.
Allen rimane indietro, venendo quasi afferrato dal kaiju e scagliato per terra,
ma riesce a rialzarsi evitando la morte e ruzzolando anche lui nel buco.
I
due uomini-gorilla si affrettano a richiudere l’ingresso con un enorme pietra,
poi fanno un leggero inchino ai tre agenti, mostrandogli enorme rispetto.
“Casa. Voi casa”, dicono i primitivi,
facendo cenno di seguirli.
Non
c’è altra strada. Il gruppo si inoltra nel tunnel buio.
Al Reclusorio…
La
sedia a rotelle di Lory viene condotta in un luogo freddo e silenzioso. Le sue
sensazioni sono attenuate: non vede nulla, non riesce a muovere gli arti. Legs,
Kimiko, l’Agente White (o come vogliate chiamarlo) rimane in silenzio,
limitandosi a spingere Lory al suo destino.
Una
voce registrata annuncia: “Questo è il
Reclusorio. Verrete condotti alle vostre celle, dove riceverete il minimo
indispensabile per il vostro sostentamento. La fuga è impossibile.”
Lory
continua a parlare facendo la spavalda, ma l’agente rimane in silenzio. Si
limita a condurla in un luogo dove viene rimossa dalla sedia a rotelle e
appoggiata su qualcosa di imbottito, poi sente una porta metallica chiudersi
alle sue spalle. Prova prima a rialzarsi, ma non ci riesce: manca qualcosa.
La
Paradox cerca di traslare, ma anche qui qualcosa non funziona: la sua mente si
schianta contro un illusorio muro di mattoni prima di scagliarsi nell’Anomalia.
Il
silenzio è assordante, Lory continua a parlare chiedendo se c’è qualcuno.
Qualcosa
sbatte contro la porta metallica della sua nuova casa.
“Silenzio! O ti facciamo tagliare anche la
lingua!”, urla qualcuno, probabilmente una guardia.
“Anche?”, dice Lory.
“Oltre agli occhi e agli arti”.
Gli
agenti sono in una brutta situazione su Goliath, ma il destino di Lory appare
ancora peggiore e privo di speranza.
Saprete
cosa le riserva il futuro nella prossima sessione…
Artefatti di Goliath
Decapitatore Gargantuano
Livello: 1d6+4
Forma: Uno spadone di materiale
plastico con lama estraibile lunga otto metri e impugnatura adatta a un essere
umano.
Effetto: Gli antichi abitanti di
Goliath non erano gente che andava molto per il sottile: sicuramente sapevano
combattere, ma dovevano anche avere i mezzi per farlo. “Una spada in grado di
decapitare un kaiju” è la descrizione migliore che si possa fare del
decapitatore gargantuano: una spessa e affilata spada quasi indistruttibile,
ripiegata su sé stessa, che all’occorrenza può essere allungata fino a
raggiungere la lunghezza di otto metri (come le massime dimensioni del collo di
un qualsiasi kaiju, eccezion fatta per i superiori) pur mantenendo un peso
moderato. Alcuni micro razzi sistemati in punti strategici della lama
compensano, tramite l’attivazione delle cariche che generano forza cinetica
opposta al terreno, la scarsa manovrabilità dello strumento.
Il
decapitatore gargantuano è un’arma pesante difficile da padroneggiare (anche
chi è competente nelle armi pesanti ha la difficoltà aumentata di un grado a
suo svantaggio) che infligge 10 danni.
Deterioramento: 1 su 1d6 ogni volta che
viene utilizzata in combattimento contro un kaiju (tirare una sola volta per
tutto lo scontro).
Esoarmatura Goliathiana
Livello: 1d6+4
Forma: Una esoarmatura di materiale
plastico.
Effetto: Queste armature sono
estremamente resistenti e possono essere rinvenute in tre diverse tipologie:
leggera, media e pesante. In ogni caso, forniscono 2 punti di armatura in più
rispetto alla norma. Sono completamente sigillate e dotate di un’atmosfera
propria, che proteggono chi la indossa da veleni inalati e gli consentono di
agire normalmente in assenza di ossigeno. Il valore di Armatura fornito
dall’artefatto si applica anche ai danni che normalmente ignorerebbero
l’armatura, per esempio quelli derivanti dal freddo o dal calore (ma non quelli
all’Intelletto).
Non
è la norma, ma alcune esoarmature sono munite di jet pack, che permette di
compiere brevi voli e planate a distanza lunga come azione di movimento. Il jet
pack non consente un volo stabile, ed è sempre necessario atterrare su una
superficie solida dopo 3 turni dall’attivazione.
Deterioramento: - (il GM può decidere
in qualunque momenti che i danni impattati dalla corazza abbiano danneggiato
irreparabilmente il sistema interno di rigenerazione atmosferica o il jet pack.
L’artefatto continua comunque a funzionare come armatura.)
Tuono Sterminatore
Livello: 1d6+4
Forma: Una cannoniera automatica da
posizionare sulla spalla.
Effetto: Questo
cannone automatico da spalla genera proiettili di plasma globulare, che
esplodono con forza esplosiva non appena entrano in contatto con il bersaglio.
Il bersaglio del proiettile subisce danni pari al livello dell’artefatto, e
tutte le altre creature che si trovano entro dieci metri dal bersaglio
subiscono la metà di quei danni (arrotondati per difetto). L’effetto detonante
del proiettile è notevolmente aumentato se viene sparato all’interno di un
ambiente ristretto (come un buco nel terreno… o la bocca di un kaiju): in
questo caso non c’è danno ad area, ma il bersaglio diretto dell’attacco subisce
5 danni extra rispetto ai normali danni dell’artefatto.
Quando
viene trovato, un tuono sterminatore ha in genere batterie sufficienti per
sparare 3d10 volte.
Deterioramento: 1 su 1d10 ogni volta
che viene sparato un colpo.
Nessun commento:
Posta un commento