Shochu
si rialza, e lei e l’Agente Black si
scrutano per qualche tesissimo istante, poi l’operativo dell’OSR si da alla
fuga spintonando i ragazzini della sala giochi. Shochu e Amaterasu lo
rincorrono, quasi perdendolo di vista nel caos di luci colorate e
videogiocatori, poi con uno scatto Shochu lo raggiunge all’esterno, nella
strada piovosa.
L’agente
afferra per il collo una ragazzina dai capelli bicolore e le punta una pistola
alla tempia.
“Se fate un movimento le faccio saltare la
testa”, dice gelido l’uomo. Una lettura mentale da parte di Amaterasu le fa
capire che non sta scherzando: l’addestramento gli farà compiere il gesto senza
esitare.
C’è
qualche scambio di battute atto a prendere tempo, ma Black rimane freddo e
lucido.
Riesce
a ripararsi in un vicolo, mentre i personaggi lo stanno a guardare immobili,
poi molla la ragazzina e scappa. Senza esitare, nonostante la distanza che li
separa, Shochu si lancia all’inseguimento, mentre Amaterasu torna nella sala
giochi per avvisare Saku e Oda dell’accaduto (stavano giocando ai videogiochi e
non si sono accorti di nulla).
Shochu
si perde per i vicoli colmi di insegne al neon e vapori di scarico delle cucine
e dei palazzi, ma riesce a trovare una fascia rossa che l’agente Black aveva
sulla fronte infilzata su di una cancellata. Avanza verso quella direzione, ma
l’operativo dell’OSR è più furbo e le tende un agguato nascondendosi nel
vapore.
Black
è esperto a combattere a mani nude, ma all’occorrenza ha anche una pistola.
Tira a Shochu una scarica di pugni e calci (velocizzati ulteriormente dalle sue
capacità da risvegliato) scagliandola sulla strada fangosa più volte. La
ragazza è completamente inerme: Black è semplicemente troppo veloce e troppo
resistente perché la Paradox costituisca qualche seccatura, e in breve si trova
per terra priva di forze.
“Ne ho abbastanza della Fondazione”, dice
gelidamente Black, puntandole la pistola addosso.
Nel
frattempo, il resto degli agenti si è lanciato alla ricerca di Shochu. Guidati
dalle previsioni di Amaterasu, raggiungono il vicolo dove si è tenuto il
combattimento un istante prima che accada l’irreparabile. A questo punto è la
motosega di Saku a parlare, sebbene l’agente Black si difenda strenuamente
(utilizzando anche un crypto che quasi frigge il sistema nervoso di Oda).
In
breve, Black è riverso a terra con una gravissima emorragia al fianco.
Amaterasu soccorre prima Shochu, conciata male ma viva, poi cerca di capire se
Black possa essere salvato, perché hanno necessità di interrogarlo.
Decidono
di chiudere la ferita utilizzando un crypto collante (no comment, qui stanno diventando peggio dell’OSR): non morirà in
questo vicolo, ma sicuramente non supererà la notte a causa delle infezioni che
un’operazione del genere può generare.
A
questo punto, però, si accorgono di un fatto strano: Tanuki, che li stava aspettando fuori dalla sala giochi, è sparito
insieme alla sua auto. Non sapendo cosa fare, Oda ruba un veicolo, caricano l’agente
Black nel portabagagli e lo portano alla base della Sorairo.
Una
volta arrivati scoprono da Orochi che,
circa un’ora e mezza prima, Tanuki ha chiamato la sede per ricevere
informazioni. I Sorairo gli hanno riferito che Kimiko era stata avvistata in una sala giochi a qualche quartiere
di distanza: probabilmente si è recato sul posto senza dire nulla, per non
perdere tempo.
L’agente
Black viene messo al sicuro in un’infermeria, e Shochu e Amaterasu si prendono
un po’ di meritato riposo.
Oda,
nel frattempo, somministra dei sali e degli antidolorifici al membro dell’OSR e
inizia a interrogarlo. Il dialogo tra i due è molto serrato: Black non sembra
essere intenzionato a parlare, dichiarando che l’OSR sta semplicemente operando
per la difesa della Terra e che la Fondazione continua a mettergli i bastoni
tra le ruote, quando invece dovrebbero collaborare. Oda gli promette che, se
gli darà informazioni interessanti, gli permetterà di traslare nuovamente sulla
Terra, abbandonando quindi il corpo Arashiano destinato a una sicura morte per
la ferita infetta.
A
questo punto Black si scuce un po’ di più: l’OSR ha avviato un progetto nelle
sale giochi di Arashi per cercare potenziali risvegliati tra la popolazione. La
OSaRu è effettivamente una corporazione che produce videogiochi sovvenzionata
direttamente dall’OSR, ma composta unicamente da programmatori nativi della
ricorsione che credono di stare svolgendo un comune lavoro. In realtà la OSaRu
programma videogiochi particolarmente difficili, in cui fare alti punteggi
indicano la possibilità di trovarsi di fronte a un individuo fuori dal comune,
un potenziale risvegliato. A quel punto interviene l’OSR: i videogiocatori
migliori vengono condotti a un addestramento speciale per valutare le loro
effettive capacità, al di fuori di Arashi… in una ricorsione di nome Goliath. L’Agente White (o Kimiko, o Legs, o come
diavolo vogliono chiamarlo) è a capo dell’operazione: Black non è mai stato su
Goliath e non conosce cosa accada sulla ricorsione, né come arrivarci.
Per
Oda le informazioni sono sufficienti: da una dose di morfina all’agente per
stenderlo definitivamente, poi si concede un po’ di riposo.
Nel
frattempo, Saku era intenzionato a recarsi alla sala giochi dove Kimiko era
stata avvistata, ma sulla strada incrocia Tanuki: il mutante gli riferisce che
è arrivato troppo tardi, la donna dai capelli blu se ne era già andata.
Alcune
ore dopo, l’intero gruppo viene svegliato di soprassalto: a quanto pare il loro
prigioniero è fuggito. Esaminando l’infermeria si accorgono che le manette che
lo tenevano legato alla brandina sono ancora al loro posto e non sono state
aperte: è piuttosto evidente che Black, riscossosi dagli effetti della morfina,
è riuscito a compiere una traslazione.
Poco
male: Oda era comunque intenzionato a liberarlo, così prende da parte il gruppo
e gli riferisce tutto ciò che ha scoperto. L’intenzione del gruppo è quella di
attirare Kimiko allo scoperto: torneranno alla sala giochi e tenteranno di fare
punteggi alti per incontrarla.
Sfortunatamente
per loro, Tanuki ha origliato tutta la conversazione: “Allora è vero, venite da un altro mondo!”.
La
discussione che i personaggi hanno con il giovane mutante è piuttosto surreale,
ma gli confermano la cosa. Amaterasu lo tratta piuttosto male, giudicando
superiore la Terra ad Arashi e ai suoi abitanti, tanto che il ragazzo urla
stizzito “Non è colpa mia se sono nato
qui!”.
A
quanto pare, la sua amica Valerie è
stata portata su Goliath per essere addestrata: non importa se dovrà viaggiare
verso un altro mondo, ma Tanuki è intenzionato a recuperarla, costi quel che
costi.
Insieme
tornano alla sala giochi, ma Saku si accorge che il ragazzino era stizzito e ha
nascosto qualcosa al gruppo. Il problema è… cosa?
Prima
di andare Shochu passa alla sede della Ruiji: il suo nuovo clone è pronto e
operativo (anche se, essendo appena generato, completamente privo di capelli).
Stringono il legame psichico e Shochu la informa di quanto successo negli
ultimi due giorni (il clone ha gli stessi ricordi di Shochu fino al momento in
cui lei è andata per la prima volta alla Ruiji a farsi prelevare il sangue) e,
ovviamente, iniziano subito a litigare.
Alla
sala giochi Tanuki aspetta fuori, mentre il resto del gruppo si lancia sui
videogame della OSaRu. Saku, Shochu e Chuhai (il clone) ottengono punteggi
medio-bassi non riuscendo a inserirsi in classifica, Amaterasu sovvenziona una
giovane ragazza di nome Shinobu che
si dimostra piuttosto abile, mentre Oda collega il suo kit da hacker
direttamente al cabinato e si piazza al primo posto in classifica con un
punteggio assurdo.
In
breve, Oda e Shinobu vengono chiamati al banco informazioni per rilasciare i
loro dati, e dopo qualche ora un funzionario della sala giochi gli comunica che
un programmatore della OSaRu si trova ai piani superiori e vorrebbe parlare con
loro.
La
ragazzina si lancia subito di sopra, superandoli, mentre Oda è il secondo.
Attraversa una porta rossa, mentre il resto del gruppo lo attende dall’altro
lato, e si trova faccia a faccia con Kimiko.
La
donna dai capelli blu si comporta gentilmente con lui prendendo i suoi dati e
agendo come se fosse una manager di una casa di produzione di videogiochi, fino
a che non lo guarda gelidamente.
“Va bene agente della Fondazione, basta con
queste stronzate. Sappi che un elicottero degli Shinigami è qui vicino, e a un
mio segnale si metterà a sparare sull’edificio con i lanciarazzi. Per cui,
parliamo.”
Oda
si dimostra pacifico e colloquia con Kimiko, che è piuttosto stizzita per i
continui interventi della Fondazione nei piani dell’OSR. Ribadisce, come il suo
alleato, che obiettivo dell’OSR è proteggere la Terra dai Planetivori,
utilizzando ogni mezzo possibile. Oda, sfortunatamente, non si dimostra convinto.
Il
progetto per trovare nuovi risvegliati tra gli Arashiani è avviato da
parecchio, e continuerà che loro lo vogliano o no. Oda chiede di Goliath, e
Kimiko stringe le spalle.
“Andate a vedere voi stessi – dice,
scrivendo un indirizzo su un foglietto – credo
che il vostro “amico” Tanuki sia già lì, è stato lui a dirmi dove avrei potuto
trovarvi… deve tenere molto a quella ragazza.”
Oda
prende il foglietto ed esce, e così fa anche Kimiko da una porta secondaria.
Della prima ragazza entrata, Shinobu, non c’è alcuna traccia.
Oda
esce e fa giusto in tempo a riferire al gruppo quanto accaduto, quando sentono
un rumore di elicottero dall’esterno: Kimiko ha allertato comunque gli
Shinigami.
I
violenti agenti di polizia sparano con mitragliatori pesanti alla sala giochi,
riducendo i suoi spessi muri a un colabrodo. I ragazzini scappano ovunque, in
breve è il caos totale.
“Attenzione, sono stati rilevati dei mutanti
all’interno della struttura…”, continua a ripetere la voce registrata che i
personaggi si sono ormai abituati a sentire.
Allontanando
la folla di ragazzini i quattro si dirigono all’uscita, trovandola sbarrata da
tre Shinigami pronti al combattimento: il combattimento è feroce, le spade
delle forze dell’ordine (per modo di dire)
e dei personaggi si incrociano più volte, ma alla fine hanno la meglio.
Fuori
è un massacro: gli Shinigami stanno impunemente sparando alla folla sulle
strade, disposti a tutto pur di colpire qualche mutante. Alcune auto esplodono
vicino al gruppo, gli Shinigami si lanciano all’inseguimento, ma loro riparano
nascondendosi nella fogna.
Percorrono
alcuni quartieri nel buio e nel fetore totale, riemergendo e prendendo l’ennesima
auto “a noleggio”. L’indirizzo che Kimiko ha dato a Oda non è lontano.
Qui
trovano un capannone dalla porta spalancata. Le luci all’interno sono accese,
parcheggiata davanti c’è la macchina di Tanuki. Indecisi sul da farsi danno un’occhiata
all’interno, trovando al centro del magazzino un enorme cabinato a più
postazioni, dotati di guanti e visori per la realtà virtuale. Su di esso, è
posizionata in caratteri accattivanti la parola GOLIATH, affiancata da un’impronta
mostruosa.
Amatersu
esamina il macchinario, ma nessuno sembra essere intenzionato a provarlo. Sugli
schermi del visore, lampeggia la semplice scritta “PREMI START”.
“Non ha senso andare su Goliath, Tanuki è un
traditore e non ci importa della sua amica”, dicono, forse dimenticandosi
che Tanuki ha salvato loro la vita due volte.
“Prova a premere Start”, dice Shochu ad
Amaterasu.
La
compagna esegue e scompare nel nulla, lasciando dietro di sé solamente volute
di fumo a forma di spirale.
“MERDA!”, dicono tutti in coro.
La
decisione non può essere rimandata: il cabinato è un varco, e non possono
lasciare da sola la loro compagna.
“Premiamo
tutti insieme”, dice Shochu.
Saku
e Oda lo fanno, e scompaiono nel nulla.
Shochu
(e Chuhai) no: la vendetta verso Kimiko è ancora bruciante, e vogliono
trovarla.
Senza
indizi, in una ricorsione dove chiunque le vuole morte, dopo aver già provato
più di una volta sulla propria pelle che da sole hanno pochissime speranze di
sopravvivenza.
Per
quanto riguarda gli altri… benvenuti su Goliath.
Goliath è una ricorsione basata sulle leggi
della Scienza Incredibile, sebbene a un primo sguardo possa sembrare un mondo primitivo
e selvaggio, dominato da montagne impervie e foreste di megaflora tipiche del
periodo cretaceo.
La ricorsione, che ospita numerose forme di
vita animale, è dominata dai kaiju: creature dotate di forme fisiche e capacità
di vario tipo, ma con tre precise caratteristiche che le accomunano: le grandi
dimensioni, l’intelligenza animale e l’estrema aggressività.
L’unica razza senziente nativa della
ricorsione, il popolo gorilla, ha un livello culturale di poco superiore a
quello dell’uomo durante l’età della pietra.
Sparse qua e là nella ricorsione possono
essere rinvenute rovine, basi sotterranee e complessi abbandonati risalenti a
un antico passato della ricorsione. Le tecnologie che vi possono essere
rinvenute sono quasi esclusivamente di natura bellica, come armi laser,
esoscheletri dotati di jet pack e veicoli corazzati.
Curiosamente, tutti i ricorsori assumono
forma umana quando giungono su Goliath, e vengono trattati come delle divinità
dai nativi. La loro prima traslazione li fa comparire quasi sempre nei pressi
di basi dove possano rifornirsi di congegni tecnologici atti alla
sopravvivenza.
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