Su Goliath…
Eleonor
ha appena ricevuto l’agghiacciante notizia di cosa si trovi dentro la
misteriosa base di Goliath dal suo crypto di Intuizione. Dopo aver riferito la
notizia a Hector insieme valutano il da farsi. Preferiscono non informare Tanuki dell’accaduto, avendo paura che
il giovane Arashiano gli giochi qualche tiro mancino.
Un’esplorazione
dei dintorni non rileva nulla di interessante: la giungla soffoca ogni metro di
terra, e nei pressi della scintillante torre d’acciaio non ci sono indizi di
alcun genere. Solo una porta di metallo li separa dai loro avversari… e dal
pericolo.
Quando
si avvicinano, un rilevatore genetico esegue una scansione del loro DNA e, dopo
averli identificati come esseri umani, apre loro l’ingresso. La torre,
all’apparenza, è del tutto identica alla parte superficiale della base in cui
si erano trovati non appena traslati su Goliath. Nella sala sono presenti solo
un grosso schermo su cui lampeggia la scritta OBIETTIVO RAGGIUNTO e un ascensore che scende solo in basso.
Non
troppo convinti sul da farsi, ma senza altre possibilità, i tre si dirigono
all’ascensore: Eleonor e Hector hanno la sicurezza che sia una trappola, ma
sperano di poter far conto su un crypto di invisibilità e sui poteri di
Anonimato dello Spinner. Per quanto riguarda Tanuki… lui è solo ansioso di
poter ritrovare Valerie.
Premono
il pulsante e l’ascensore comincia la sua discesa. Come era intuibile, dopo
pochi istanti un gas inizia a diffondersi nello stretto ambiente: l’unico salvo
è Hector, che indossa un’armatura dotata di respiratore atmosferico, mentre
Eleonor e soprattutto Tanuki ne subiscono gli effetti. La Paradox ha la
prontezza di tapparsi il naso e smettere di respirare, ma anche così inizia a
sentirsi leggermente intontita. Hector apre uno spiraglio nella porta dell’ascensore,
facendo defluire il gas, e prima che la porta si apra del tutto si toglie il
casco e si sdraia a terra, facendo finta di essere svenuto. Eleonor lo imita,
mentre Tanuki, senza fingere, crolla al suolo.
All’apertura
della porta si trovano davanti quattro individui corazzati e armati con fucili
al plasma. Non accorgendosi che i due agenti sono svegli uno di questi si fa
avanti e inizia a disarmarli. Le trame di Hector hanno un ruolo importante
nella vicenda, che con un’agilità anomala strappa il fucile di mano al soldato
e glielo punta contro. C’è uno stallo alla messicana, in cui tutti si puntano
le armi addosso a vicenda, ma i minacciosi soldati sembrano essere ancora più
spaventati degli agenti. Dopo qualche parola, Hector ed Eleonor scoprono che
sono alcuni ragazzini di Arashi giunti alla fine della “prova” dell’OSR e
quindi reclutati. Saranno grandi, grossi e forti, ma sono pur sempre dei
ragazzini.
Hector
fa il duro e li spinge ad abbassare le armi e a disporsi contro la parete.
Anche Eleonor si tira in piedi, prendendo in mano la situazione, quando senza
che nessuno l’abbia notato un altro soldato giunge nel corridoio dell’ascensore:
è massiccio, con la mascella squadrata e capelli biondi leccati all’indietro. Possiede
un’armatura rinforzata e due cannoni automatici innestati sulle spalle, simili
al Tuono Sterminatore posseduto dal compianto Allen.
“Non c’è bisogno di tutto questo – dice il
soldato con autorevolezza – qui siamo
tutti dalla stessa parte. Siete giunti alla fine, qui potrete riposarvi.”
Hector
e Eleonor reggono il gioco, facendo finta di essere ragazzini di Arashi inviati
sulla ricorsione tramite il portale dell’OSR. Dopo qualche battuta di dialogo,
il soldato di alto rango si presenta come Agente
White: ancora una volta hanno il loro nemico davanti.
Con
un largo sorriso l’agente dell’OSR li invita a rifocillarsi e a fare quattro
chiacchiere alla mensa. Continuando a reggere il gioco, i due agenti lo
seguono, mentre Tanuki deve essere portato a spalle dagli altri soldati.
Passando
nell’hangar principale i due vedono finalmente l’arma definitiva dell’OSR: un
kaiju dall’aspetto sauride lungo circa novanta metri, dotato di spessissime
scaglie bruno-verdastre e coperto di piccoli aculei ossei. Sembra essere a
riposo, ma chissà cosa potrebbe fare un’arma del genere se dovesse venire
scatenata…
Sulla Terra…
Lory
trascorre qualche ora di riposo all’interno della clinica in cui è stata
scortata dall’agente della Fondazione. Si tratta di un ospedale psichiatrico di
minima sicurezza, costoso e pieno di comfort. La paradox esplora un po’ i
corridoi, notando alcuni altri malati e scovando una sala ricreativa, fino a
che non viene richiamata da un’infermiera: dovrà eseguirle alcuni controlli
preliminari.
Lory
non è troppo contenta di farsi mettere nuovamente le mani addosso, ma l’infermiera
si dimostra molto delicata ed esegue test non invasivi. Le somministra un
blando sedativo e la lascia riposare.
Al
risveglio, qualche ora dopo, Lory nota che qualcuno le ha portato due biglietti
di auguri. Il primo, allegato a un mazzo di fiori, viene direttamente dalla
Fondazione, che le augura una pronta guarigione.
Il
secondo, una volta aperto, rivela l’agghiacciante scritta “SAREMO SEMPRE CON TE”,
ed è firmato con una stella bianca. Lory lo straccia e ingoia i frammenti di
carta, non volendo più averlo sotto gli occhi.
Tenta
nuovamente di mettersi a riposo, ma le sue intenzioni vengono frenate dall’alto
volume della televisione nella sala ricreativa. Furiosa, Lory si dirige lì e
trova un malato mentale piuttosto corpulento intento a guardare uno show
stupidissimo in cui si tirano torte in faccia ad un volume fastidioso.
Lory
gli intima di abbassare il volume, ma il malato non ne vuole sapere. La Paradox
tenta di strappargli il telecomando di mano, e a quel punto l’uomo reagisce: in
uno scatto d’ira, afferra una sedia e colpisce l’agente in faccia, procurandole
un brutto taglio.
Subito
alcuni infermieri giungono a sedare l’aggressivo paziente, e Lory viene
scortata in infermeria. La dottoressa che le presta il primo soccorso le
riferisce che George, l’uomo che l’ha
aggredita, stava facendo diversi progressi… ma ora saranno nuovamente costretti
a metterlo in un’area con la sicurezza più alta.
Piena
di sensi di colpa, Lory si reca nuovamente nella sua stanza.
Su Goliath…
White
scorta Hector ed Eleonor alla sala mensa della base, mentre i soldati Arashiani
portano Tanuki, ancora incosciente, ai dormitori.
I
due agenti si rifocillano, poi si siedono a un tavolo con White, che li guarda
sogghignando.
“Basta farse, mi divertono solo per poco.
Sono settimane che non inviamo ragazzi tramite il portale, e guarda caso voi
arrivate qui in tre. Siete stati bravi a sopravvivere e ad arrivare fin qui, ma
la festa è finita.”
I
toni, stranamente, si mantengono molto civili. White riferisce loro le ultime
cose accadute: la loro amica Lory, dopo essersi fatta beccare su Arashi, è
stata riportata sulla Terra nelle mani della Fondazione, che in cambio ha dato
all’OSR il Dominatore Faunistico con cui il kaiju è stato controllato.
White
non ha la minima intenzione di esacerbare ulteriormente i rapporti con la
Fondazione, né è desideroso di vendetta: l’OSR ha vinto, e loro hanno perso.
Per
questi motivi da agli agenti la possibilità di andarsene da quella ricorsione e
tornare sulla Terra: d’ora in poi ognuno seguirà la sua strada e gli interessi
della propria agenzia, sperando di non rincontrarsi più in futuro.
Entrambi
gli agenti della Fondazione non hanno più scuse, e sono pronti ad ammetterlo:
hanno fallito la loro missione. Con un peso sullo stomaco sono costretti ad
accettare l’offerta di White.
La
questione però non sarà così semplice, perché l’OSR ha piazzato un meccanismo
di sicurezza per impedire a eventuali ricorsori di fuggire da Goliath:
traslando attraverso il portale dell’agenzia segreta, la loro forma fisica
Goliathiana è stata generata con un minuscolo chip impiantato nella nuca. Nel
caso il cervello di un ricorsore tenti di connettersi all’Anomalia per traslare
il congegno rilascia una debole scossa elettrica, non particolarmente dannosa
ma più che sufficiente per perdere la concentrazione e mantenerli bloccati
nella ricorsione.
Prima
che se ne vadano, quindi, i medici dell’OSR dovranno estrarre il chip dalla
loro testa, un intervento veloce che richiederà al massimo una decina di
minuti.
I
due agenti accettano, ma propongono che il primo a subire l’intervento sia
Allen (facendo credere a White che Tanuki sia in realtà il loro compagno
deceduto).
Purtroppo,
l’inganno dura poco: i tre si recano al dormitorio dove Tanuki si è appena
ripreso, ma le sue insistenti domande sulla sorte di Valerie rivelano subito la
sua vera identità al perspicace agente White. Effettivamente, White scorta
Tanuki a un laboratorio pieno di capsule criogeniche: una di queste è occupata
da una massiccia donna bionda, dal volto tatuato e dai capelli rasati. Si
tratta della forma Goliathiana della sua amica Valerie, che è stata messa “sotto
ghiaccio” perché troppo aggressiva. Ad ogni modo, White conferma che la ragazza
sta bene.
Tanuki
accetta di subire l’intervento di estrazione del chip, che viene eseguito sotto
gli occhi dei personaggi senza inconvenienti: un’anestesia locale, un piccolo
taglietto e il problema è risolto.
L’agente
propone quindi a Tanuki di essere riportato ad Arashi assieme alla sua amica…
oppure di rimanere su Goliath e lavorare per loro.
Nel
mentre, i due agenti si recano in una stanza appartata per parlare: diffidando
ancora dell’agente White e dell’OSR, Eleonor utilizza i suoi poteri elettrici
per disattivare il chip di entrambi assorbendo la sua carica.
Su
una cosa l’agente White ha ragione: l’OSR ha vinto. Nuovamente liberi di
traslare si prendono per mano e ritornano sulla Terra, abbandonando la base, l’OSR
e gli Arashiani al loro destino.
Sulla Terra…
Al
suo risveglio Lory trova nella stanza l’agente della Fondazione che l’aveva
scortata fino a lì. A questo punto l’uomo si presenta: si chiama Mike Valori, e ha già conosciuto i suoi
compagni un paio di settimane prima, al loro ritorno da Monte Daruga.
Pur
sapendo che Lory versa in condizioni psichiche non ottimali, l’uomo ha bisogno
di un rapporto, anche minimo, per poter cominciare ad allertare i suoi capi.
Lory inizia a raccontare l’accaduto, e finché narra di quello che è successo ad
Arashi le cose vanno per il verso giusto.
Quando
inizia con voce flebile a raccontare cosa è accaduto al Reclusorio, l’ambiente
attorno a lei si trasforma: l’agente Valori inizia ad assumere l’inquietante
aspetto di Mr. Red, il suo
torturatore, mentre l’ambiente cambia, e vermi strisciano sulle pareti, e la
musica ricomincia a suonare…
Lory
afferra una lampada e la scaglia in testa all’agente Valori, che è costretto a
chiamare la sorveglianza e a far sedare la paradox, ormai completamente fuori
di sé.
Nel
frattempo, Eleonor ed Hector ritornano nei loro corpi terrestri ritrovandosi
nella stanza d’albergo in cui avevano traslato una decina di giorni prima. Hector
telefona alla Fondazione chiedendo notizie di Lory, e gli viene riferito che è
stata ricoverata alla clinica St. John.
Prima
di andare lì Eleonor insiste per passare dal suo appartamento: scopre che l’OSR
è passato anche qui, e sebbene non sia stato rubato niente è tutto messo a
soqquadro.
Arrivati
al St. John i due agenti incontrano un Mike Valori piuttosto scosso e con un
brutto taglio sulla fronte. Spiega ai due la situazione, riferendo che Lory
fisicamente sta bene, ma lo stesso non si può dire del suo cervello. Entro
breve saranno convocati al Campus di Seattle: i capi della Fondazione vogliono
avere un rapporto dettagliato e completo.
Hector
ed Eleonor entrano in ospedale e attendono che Lory si svegli, cosa che accade
un paio d’ore dopo. La reazione della severa Eleonor è violentissima: le molla
un ceffone e le addossa la colpa della morte di Allen e del fallimento della
missione. Lory scoppia in lacrime e si rintana nel suo piccolo mondo, cercando
di scacciare i fiumi di parole che le vengono rivolte addosso, mentre Hector
tenta di placare la situazione.
Quando
l’anziana professoressa si rende conto che la sua compagna è evidentemente
scossa, e dopo aver esaminato la sua cartella clinica che segnala comportamenti
schizofrenici, si calma e si offre di portarla fuori.
I
due agenti “sani” firmano alla reception della clinica assumendosi la
responsabilità della paziente, e la portano prima a comprare dei vestiti e poi
a mangiare qualcosa al KFC. Lory sembra calmarsi un po’ e durante il suo pranzo
stranamente non tocca alcool.
Arriva
loro un messaggio sul cellulare: per l’indomani hanno un volo prenotato per
Seattle.
Il
resto della giornata e la notte trascorrono tranquillamente (tranne per Lory,
che continua ad avere incubi) e il giorno dopo, prima dell’ora di pranzo, i tre
si trovano a colloquio con sei agenti di alto rango della Fondazione, ansiosi
di sentire il loro rapporto.
I
tre agenti raccontano tutti quanto accaduto su Arashi e su Goliath, senza
omettere alcun particolare. I capitani chiedono loro alcuni dettagli sulle
ricorsioni analizzate e sulla natura di Tanuki (temono che la sua traslazione,
seppur forzata, possa averlo fatto risvegliare). Il racconto di Lory su quanto
accaduto al Reclusorio è piuttosto confuso e lei fatica a descrivere i
dettagli, rimanendo piuttosto scossa.
Il
colloquio dura oltre tre ore, alla fine delle quali i capitani li invitano ad
uscire e attendere.
Dopo
circa un quarto d’ora i tre vengono fatti rientrare, e gli vengono mostrate
alcune mappe satellitari di un villaggio nel nord della Siria. La mappa datata
il giorno prima non rilevava niente di strano, ma quella della mattina stessa
mostra un’enorme macchia bruciata dove doveva trovarsi il villaggio.
“Ufficialmente è stato un bombardamento, quel
villaggio era un covo di terroristi. Ma questa, ovviamente, è una menzogna.”
I
capitani ingrandiscono un dettaglio della mappa, che rivela un’enorme creatura
sauride, più grossa dei palazzi circostanti, aggirarsi nel villaggio.
“L’OSR ha provato la sua arma. In meno di due
ore ha completamente raso al suolo il villaggio e i terreni circostanti. Sono
morti in gran parte terroristi, ma ci sono andati di mezzo anche alcuni civili.
Poi l’hanno fatto rientrare, probabilmente attraverso un varco.”
Non
ci sono parole per quanto accaduto. In particolar modo Lory, che ha vissuto gli
orrori della guerra in Iraq, si sente addossare la colpa di tutte quelle vite
uccise.
Il
giudizio dei capitani è unilaterale: gli agenti hanno fallito la missione a
causa dell’incapacità di fare squadra e spinti da un assurdo desiderio di
vendetta verso i propri avversari. In tutto questo è morto uno di loro, un
altro è stato torturato, e l’OSR ha in mano un’arma potenzialmente distruttiva...
Il
gruppo tenta di condividere la colpa con i capi della Fondazione stessa, che
hanno scambiato l’artefatto con la vita di Lory… e, almeno in parte, i capitani
ammettono questa colpa. Se avessero saputo a cosa sarebbe servito, non
avrebbero mai accettato lo scambio.
Ad
ogni modo, la loro decisione non cambia: i tre agenti sono costretti a
consegnare i distintivi, saranno sospesi fino a che non sarà deciso altrimenti.
Lory dovrà rimanere al campus della Fondazione, dove verrà sottoposta ad alcune
terapie sperimentali per curare i suoi disturbi.
Digrignando
i denti i tre abbandonano la stanza e come ultima cosa gli viene comunicato che
tra qualche giorno verrà tenuto un funerale all’agente Millwash a Detroit, la
sua città natale, a cui sono invitati.
Lory
chiede il permesso di trascorrere un’ultima notte fuori prima di cominciare la
terapia, e gli viene concesso. Fortunatamente i suoi compagni non la lasceranno
sola.
Quella
notte Lory tenta il suicidio. Le torture subite, assieme al senso di colpa, sono
troppe da sopportare. Temendo per la sorta della ragazza Eleonor ha un’intuizione
che la salverà: utilizzare i suoi poteri di previsione, che le fanno intuire
che sta per capitarle qualcosa di brutto.
L’anziana
professoressa irrompe nella sua stanza proprio nel momento in cui la compagna
sta per lanciarsi dalla finestra.
Il
dialogo tra i due è molto toccante, e la professoressa mostra, forse per la
prima volta, di avere un cuore molto più grande di quanto lasci trasparire.
Consola Lory, dicendole che lei in quanto risvegliata è un individuo unico, in
grado di cambiare le sorti di questo mondo e di altri. Avrà tempo per rimediare
agli errori fatti.
“Quando avrai sessant’anni, come me, potrai
dire di aver passato più di metà della tua vita lottando per la salvezza della
Terra”, sono le parole che convincono definitivamente la ragazza a non
compiere l’insano gesto.
Lory
inizierà la terapia entro breve, e sarà di nuovo pronta ad affrontare i mondi.
Alcuni
giorni dopo, a Detroit, una bara vuota avvolta in una bandiera americana viene
calata in una fossa. Piove sulla grigia città, mentre i tre agenti rimasti
fanno un ultimo saluto all’amico consumato dalla sua stessa pazzia.
Fortunatamente
non è toccata la stessa sorte anche ad un altro prezioso membro della squadra.
La
seconda missione della campagna di The Strange termina qui, ma le avventure
degli agenti non sono ancora finite! Presto la squadra verrà reintegrata e vedremo
l’ingresso del nuovo personaggio del giocatore di Allen.
L’OSR,
prima o poi, la pagherà!
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