mercoledì 29 settembre 2010

Merda


Nessuno può vivere per sempre. Dovevo iniziare questo mio ultimo scritto con una frase ad effetto, un bell’incipit, ma come al solito sono partito con la solita stronzata iperscontata e utilizzata in almeno altre seimila opere. Pazienza, dopotutto non credo che qualcuno leggerà mai questi mie ultime parole. Non andrò a dirvi come mi chiamo. Se lo volete sapere, il nome è sulla buca delle lettere della casa. Sappiate solo che di mestiere faccio lo scrittore. O meglio, lo facevo, prima che succedesse questo puttanaio. E dire scrittore è comunque una parola grossa. Ho pubblicato qualche piccola opera. Sono finito sui giornali locali. Un piccolo libro autoprodotto. Solita roba. Se riuscite a raggiungere una libreria che non sia ancora stata incendiata, o invasa completamente da quelle cose, provate a cercare “Decusuzione”. L’ho scritto io. Se però siete donne di trent’anni, grasse e con i brufoli sul culo è meglio che non iniziate neanche. Potreste offendervi. Oh, ma a ripensarci penso che tutta la gente che non avesse un fisico perfetto sia crepata nei primi giorni. Scappare da quelle cose non è facile… eh, già, per niente.
Quando hanno iniziato a parlare di rivolte popolari alla televisione, me ne sono sbattuto. Così come quando hanno detto che per sedare queste rivolte era stata necessaria la violenza. Pace, roba del genere accade tutti i giorni. Quando hanno detto che i morti si stavano rialzando, allora ho cominciato a farmi delle domande. Dei fottuti zombie, proprio come quei film di Romero. Con la differenza che questi conservavano il loro intelletto… sono persone abbastanza normali, almeno finché la decomposizione non gli frigge il cervello. Allora iniziano a vagare per le strade in cerca di carne umana, proprio come in quei film. Se sei fortunato, prima di iniziare a sbavare e a inseguire i vivi mugugnando possono passare un paio di settimane… un mese se fa abbastanza freddo da conservare un po’ più di tempo i tessuti. Quelli nelle zone più calde non arrivano alla settimana.
Che cazzo vi devo dire d’altro, questa storia la sapete un po’ tutti. Nel giro di qualche settimana la gente ha cominciato a crepare. Gli zombie trasmettono una malattia che ti uccide nel giro di poche ore, per poi rianimarti come uno di quelli. Mi sono barricato in casa per un po’ di tempo, ma dopo diversi giorni sono riusciti a entrare.
Ora penso che avrete capito quello che è successo. Uno di loro è riuscito a mordermi. Un paio di ore dopo sono morto nel cesso di casa mia. Quando mi sono risvegliato, ho passato qualche ora a pisciarmi e cagarmi addosso: sapete com’è, quando uno muore butta fuori tutti i liquidi. Ormai siamo in autunno, comincia a fare fresco. Credo di avere ancora tre settimane, forse poco più, prima che mi flippi il cervello definitivamente. Sono già morto, solo che ancora non me ne sono reso conto. Quelli là non mi attaccheranno, ora mi considerano uno di loro. Credo proprio che dovrò godermela in questi ultimi giorni di lucidità mentale. Andrò a farmi un giro in città. Se non altro, me lo merito.
Cazzo, a guardarmi allo specchio non ho proprio una bella cera. Spero proprio che il cervello mi bruci prima che mi si stacchi il naso, o chissà che altro di peggio.

[Questo è l'incipit del personaggio che interpreterò sabato sera alla cena col personaggio. Niente di eccelso, ma spero di riuscire a fare qualcosa di abbastanza divertente :)]

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