mercoledì 22 settembre 2010

Nadar


Nelle terre di Nadar le nuvole formano cerchi dorati nel cielo, riflettendo la luce dei miliardi di soli dai mille colori e dagli spettri cromatici mai visti. I popoli di queste terre vivono per quelle che per i mortali sono ere e la loro anima non abbandona mai i corpi a meno che non siano loro a deciderlo. Le colture sono sempre ricche e profumate, specialmente quelle dei Khanar, grandi frutti dal colore azzurro e dal succoso nettare in grado di guarire da ogni male. Gli uomini, grandi dieci volte un comune mortale o dieci volte più piccoli, prosperano in queste terre assieme al popolo dei Sivui, grandi esseri dotati di braccia e gambe serpentine e aggroviglianti. Il Dio-Dragone Nero sorveglia il mondo dal grande palazzo delle nuvole conosciuto come la Balconata del Dragone, con ampie sale larghe più di dieci chilometri e completamente rivestite di oro, pietre preziose e fili intrecciati di capelli biondi. Il Dio-Dragone senza nome, dal corpo serpentino e dalla lunghezza infinita, si tuffa nelle nuvole con gioiosa grazia e provoca il terrore nei cuori di coloro che non credono. Le donne e gli uomini vestiti di stracci grigi, eletti per servire il Dio-Dragone, corrono per il palazzo praticando atti amorosi per risvegliare la sua felicità. La città dei bambini si trova esattamente ventimila metri sotto la balconata del dragone, dove i piccoli bambini giganti, alti svariati metri, imparano la magia da strane entità coniche. La caccia al Kama-thui, il grande rettile dal colore argentato, è la prova che serve per diventare adulti: nessuno la fallisce, tutti sono destinati a maturare. Nelle altre città di Nadar, tutte chiamate Yne, vi sono grandi torri d’argento e acciaio scintillante, che non può venir mai corroso dalle piogge che scendono forti solo quando è l’uomo a deciderlo. Nelle torri vengono costruiti oggetti di ere passate, come grandi macchine volanti formate interamente da cristallo rosa e quarzo bianco e guidate con la forza del pensiero. I mari della terra di Nadar hanno acque limpide e cristalline, popolate da tritoni e pesci dalla testa d’uomo, e si estendono all’infinito verso luoghi sconosciuti. Al di là di questi mari infiniti, le poche barche che sanno navigarli e utilizzare i nascosti sentieri marittimi guidati dalla luce del corallo, si trovano le terre boschive di Natha-Rey, dove millenni prima dominava il dio-burlone dai mille volti, ed esistevano enormi città dai palazzi alti fino a cinquemila metri, ma distrutte in seguito alla crescita improvvisa della natura. In tutte queste terre, quando i miliardi di soli calano (evento che si verifica solo una volta ogni quattrocentomila anni, poco meno di mezza giornata per un qualsiasi abitante di Nadar), la notte buia prende il sopravvento solo per pochi secondi e le orribili bestie di pietra si risvegliano nelle foreste. Gli uomini e il popolo dei Sivui le ricacciano nelle tenebre da cui sono venute. Coloro che falliscono diventano statue di pietra con diamanti in prossimità degli occhi, destinati a diventare supreme opere d’arte per il palazzo dei Dio-Dragone, evento che viene considerato un onore per tutti i popoli. Sotto la terra rigogliosa vive la grande maggioranza del popolo Sivui, il cui capitano, il supremo Aktan’adari, ha grandi braccia e gambe serpentine che si estendono per svariati chilometri nelle fosforescenti gallerie ricche di pietre preziose, partendo da un normale corpo umano dalla testa d’oro. Le biblioteche, grandi palazzi di diamante, hanno la risposta a tutti i misteri della vita mortale e del divino. Nessuno si pone domande nelle terre di Nadar, tutti sono già a conoscenza di tutto. Occasionalmente, una Yne decide di morire e rinascere, e allora si verifica un evento meraviglioso: tutti gli abitanti tornano ad essere bambini e la città scompare nel nulla. Deve essere ricostruita dal principio ed ogni volta il lavoro risulta più facile. Gli animali parlanti assistono i giganti-bambini nei lavori.
Nulla potrebbe turbare le terre di Nadar, forse solo la morte del Dio-Dragone. E manca poco prima che esso decida finalmente di morire per rinascere nuovamente sotto altra forma.

Nessun commento:

Posta un commento